Stephanie

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Nash's POV

"Pronto?" dissi dopo aver sentito il cellulare suonare ripetutamente per diversi minuti.

Un numero sconosciuto era apparso sullo schermo e, non sapendo chi potesse essere, avevo trascinato l'icona verde della risposta.

Poteva essere importante.

"Ciao Nash" disse una voce squillante.

"Ti ricordi di me?" continuó.

Conoscevo quella persona, il suo tono di voce acceso, squillante, era lei, Stephanie.

"Steph, come stai? É una vita che non ti sento" dissi cercando di mostrarmi il piú sorpreso possibile in modo da farmi svelare i motivi della telefonata.

"Sono tornata a Chicago per trascorrere alcuni giorni di tranquillitá.

Mi chiedevo se ti andrebbe di vederci, ho proprio bisogno di parlare con un amico."

Mi sembró una buona idea ed accettai senza indugio.

"Alle quattro va bene?" chiesi.

"Perfetto!" mi disse prima di chiudere la telefonata e lasciarmi nel dubbio sul luogo nel quale ci saremmo dovuti incontrare.

Le mandai un messaggio nel quale chiedevo se il bar sotto casa mia poteva andare bene ma non ricevetti risposta.

Mancavano cinque minuti alle quattro e stavo afferrando la giacca per uscire quando sentii il campanello suonare.

Girai la chiave e, una volta aperta la porta, mi trovai Stephanie davanti.

"Nash!" disse abbracciandomi, "come stai?"

"Bene, grazie" risposi, anche se un 'bene prima che mi soffocassi con questo abbraccio' sarebbe stata la risposta piú appropriata.

"Vuoi entrare?" le chiesi cortesemente e lei accettó con un cenno affermativo del capo.

Una volta dentro la feci accomodare in salotto e le offrii una bibita per poi sedermi davanti a lei.

"Allora, cosa mi racconti?" chiesi.

"Solite cose, mi sono presa una pausa dal lavoro perchè con la Settimana della Moda stare a New York diventa soffocante" mi confidó con aria esausta.

"Tu come te la passi?

Avevo provato a chiamare due giorni fa ma non rispondeva nessuno."

'Sai, stavo lottando per la sopravvivenza in una specie di prigione che doveva essere una festa organizzata dalla zia psicopatica della mia ragazza' volevo risponderle ma mi limitai ad un:

"Forse ero fuori a cena nel momento in cui hai chiamato."

Ci furono alcuni attimi di silenzio che mi permisero di osservare la mia interlocutrice.

Alta, capelli lisci e castani con riflessi biondi che percorrevano l'intera lunghezza, pelle chiara e labbra di un rosso così acceso che i petali delle rose avrebbero sfigurato se comparati ad esse.

Mi guardava e sorrideva dolcemente, era davvero una delle ragazze piú belle che i miei occhi avessero mai visto ma nel suo sguardo si rifletteva qualcun'altro, la mia Bek.

Non potrei mai dimenticarmi di lei, quella ragazza che mi ha rubato il cuore; potrebbero mostrarmi chiunque ma il mio cervello continuerebbe a vedere Bek perchè la bellezza dell'amore si riflette in tutte le luci del mondo.

"Nash" sentii dire e vidi una mano muoversi davanti ai miei occhi.

"Eh..sí, ci sono" dissi stordito.

The Crash || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora