Prologo

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Era venerdì 16 novembre 2018 quando Claire, la madre di Christina, decise di farle cambiare scuola, e anche quartiere. Erano settimane che rifletteva su quanto successo, passando ore interminabili a capire quale sarebbe stata la mossa migliore, e mai come in quei momenti desiderò qualcuno che la aiutasse nel compito più difficile che una persona possa svolgere: essere un genitore in grado di proteggere la propria figlia, anche se questo volesse dire andarsene dal quartiere e dalla casa in cui hanno vissuto per 17 anni, abbandonando dietro di sè gli affetti costruiti dopo tanto tempo: erano presenze all'apparenza insignificanti, ma che in realtà erano la conseguenza dell'aver messo radici in un posto chiamato casa: il signor Enzo, sempre con un sorriso dolce e caloroso nella sua piccola edicola, la signora Anna della panetteria- che ogni domenica conservava i pasticcini preferiti di Christina- e Monica, una ragazza di circa 35 anni che ogni sabato si incontrava al parco con Claire per far giocare i loro cani mentre facevano lunghe chiacchierate, trovandosi sempre in sintonia nonostante la differenza di età. Era difficile l'idea di abbandonare la vita di sempre, la routine quotidiana che si era lentamente consolidata, ma era necessario. Quando pensava a sua figlia le venivano in mente i ricordi più cari e lieti, quelli di quando era solo una bambina che colorava sui muri nonostante le sue mille ramanzine e che, nonostante tutti gli sforzi di Claire per mantenerli in ordine, portava sempre una coda scompigliata perchè Christina odiava tenere i ricci sciolti. Le tornavano in mente persino le prime sfuriate da adolescente, quando si era fissata di volersi fare i capelli blu. "Hai un colore così bello, perchè te lo devi rovinare? Guarda che poi te ne penti", le diceva Claire, e Christina per tutta risposta le urlava contro che il colore castano non le piaceva e che era sicura di volerseli fare blu. Il risultato fu che due settimane dopo cambiò idea: quella volta voleva farseli viola, poi voleva diventare bionda e dopo ancora voleva farsi la permanente liscia. Claire è grata ancora adesso per il fatto che alla fine non abbia fatto nulla di tutto questo, i capelli di sua figlia erano perfetti. Ricorda le prime volte che iniziò ad uscire la sera, per andare al cinema con Sara, la sua compagna di classe, e le ore in cui la aspettava ansiosa seduta sul divano- non riusciva a dormire con il pensiero che sua figlia non fosse ancora rincasata-. Poi Christina, appena tornava a casa, si sedeva vicino a lei sul divano e le raccontava per filo e per segno il film che avevano guardato. La maggior parte delle volte non era molto soddisfatta, lei e Sara avevano gusti molto diversi e quasi sempre Christina cedeva e faceva scegliere il film all'amica, film spesso romantici, qualche volta di fantascienza. Christina amava i film storici, invece, i film autobiografici di esponenti letterari, re e regine, che potessero in qualche modo farle cambiare epoca almeno per un'ora e mezza. Claire la ascoltava, anche se il più delle volte assonnata, e si meravigliava ogni volta dell'emozione con cui la figlia le raccontava anche il più piccolo dei dettagli. Quasi la invidiava per la sua capacità di stupirsi e di emozionarsi per ogni cosa, come se fosse ancora una bambina alla scoperta del mondo circostante. In quelle settimane, in quel venerdì in particolare, si chiese cosa le fosse successo. Si chiese il perchè di tanta cattiveria e perchè a lei, la ragazza più buona e ingenua che conoscesse. Si chiese se forse aveva sbagliato lei a non metterla in guardia dal mondo che c'è là fuori, dalle persone che avrebbe potuto incontrare e dal male che spesso covano. Le esplodeva il cuore per il dolore al solo pensiero di quello che doveva sopportare, e arrivò alla conclusione di doverla portare da un'altra parte, per ricominciare, per vivere un'adolescenza normale, lontana dalla cattiveria, dalle brutte compagnie e dall'umiliazione. Claire in quei giorni, anche se a fatica lo ammetteva a se stessa, pensò qualche volta che Christina avrebbe potuto evitare di finire in quella situazione,  che in qualche modo era anche lei responsabile. A volte le salì addirittura una rabbia indescrivibile, avrebbe voluto chiederle "Perchè l'hai fatto? Sapevi quali sarebbero state le conseguenze". Poi però si ricompose sempre, e lasciò fluire altrove quella rabbia che non voleva in nessun modo riversare sulla figlia, non in quel momento perlomeno. Aspettò che Christina tornasse da scuola, anche se aveva il presentimento che non ci fosse andata, e mentre pranzavano pensava a un modo per dirglielo. Erano giorni che sentiva la sua voce solo quando le rispondeva con monosillabi, e la notte la sentiva piangere nella sua camera. Claire non è mai stata brava in queste cose, è sempre stata una persona più pragmatica che per consolare qualcuno avrebbe anche speso 300 euro solo in vestiti o in qualsiasi altra cosa, ma sapeva bene che non era quello il modo giusto, e non si sentì all'altezza nel suo ruolo di madre. Claire era stata abituata così, non aveva una spiccata empatia, al contrario di sua figlia. Era uguale a lei per la forma del viso a cuore, le labbra carnose, il seno piccolo, gli occhi castano scuro, il naso perfettamente dritto, ma sicuramente la sua empatia, il suo essere dolce e sempre disponibile, la sua elevata intelligenza emotiva erano tutte cose che aveva acquisito da suo padre, ed erano infatti le stesse cose per cui Claire si innamorò di lui 23 anni prima. "Ho parlato con tuo padre", riuscì finalmente a spezzare quel silenzio straziante: "Ed è d'accordo sul fatto che è meglio trasferirci, così sei anche più vicina a dove abita lui. Ho già trovato un altro appartamento, più a sud, ho già trovato anche la scuola." Christina alzò gli occhi dal piatto e dopo giorni, forse settimane, rivolse la parola a sua madre: "Perché?"
"Non credo che sia un bene rimanere qui"
"Non c'è bisogno di trasferirci, posso cambiare solo scuola"
"Forse è bene cambiare un po', no? In un altro quartiere, possiamo conoscere altre persone."
Christina annuì, e iniziando a piangere chiese l'unica cosa che davvero le importava in quel momento: "Posso vedere Lorenzo un'ultima volta? Per salutarlo"
"No Chris, mi dispiace, ne abbiamo già parlato. Toglitelo dalla testa."
Christina annuì di nuovo, si alzò da tavola e andò in camera sua. Odiò sua madre in quel momento con tutta se stessa, non permetterle di vederlo le sembrava la cattiveria più grande che potesse farle. Solo dopo molto tempo capí le ragioni di Claire e che quell'odio che provava in realtà era rivolto a lui e a quello che le ha fatto, ma più di chiunque altro a se stessa.

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