c a p i t o l o 3

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(Prosecuzione capitolo 1)

Non so cosa dire, sono qui immobile che piango, con in mano una lettera e un anello di diamanti, sono quasi comica. Il fatto è che in questo momento la paura di perderlo è troppa, e dopo le sue parole mi sono resa conto che lo avrei perso comunque, in un modo o nell'altro. 

"Sapevo che c'era qualcosa, e non immagino neanche come ti stia sentendo in questo momento, ma sappi che Conforti è un uomo forte, e supererete anche questa"
"Ho paura Lara, ho tanta paura che non possa più vederlo, sentire la sua voce mentre grida "Sacrofanoo!"
"Stai tranquilla, lo sai che qui ci sono i medici migliori, e che tutto andrà per il meglio. Dobbiamo solo aspettare qualche notizia, e sperare"

Non so cosa sia accaduto nel mio corpo, ma mi addormento, seduta sul pavimento di un ospedale con la testa sulla spalla di Lara. E avrei dormito ancora un po' se qualcuno non avesse spalancato una porta. Aspetta, ma quello è il medico!

"Chi è Alice Allevi?"
"Sono io, come sta?"
"I paramedici hanno detto che la stava per chiamare, comunque il dottor Conforti è molto grave, siamo riusciti a fatica a estrarre il proiettile e il polmone sinistro è danneggiato, sarà necessario un'ulteriore intervento tra qualche giorno per resecare il lobo inferiore. Come sapete queste 24 ore saranno le più critiche, se tutto va bene lunedì in mattinata verrà rioperato. Lo stanno trasportarlo in terapia intensiva, se vuole può andare da lui."
"La ringrazio, mi può accompagnare qualcuno? Da sola non ce la faccio"
"Vengo io dottoressa, con molto piacere"

Mentre io e Visone camminiamo verso la terapia intensiva la mia testa è altrove. Ripercorre tutti i momenti in cui eravamo vicini, amandoci e odiandoci a modo nostro. In particolare il momento in cui finalmente sapevo cosa, e chi volevo

1 anno prima...

"Sacrofano, domani alle 9 l'autopsia Gerardi, per favore in orario o sei fuori"
"Claudio, stasera ti andrebbe di venire a cena da me?"

E' da Ferragosto che non passiamo del tempo effettivamente da soli, neanche per i sopralluoghi. E ora come ora non sono neanche sicura di averle pronunciate ad alta voce queste parole

"Come mai questo impulso irrazionale ha attraversato il suo cervello Dottoressa Allevi? Vengo alle 8?"
"Va bene, io ora esco per passare in questura come mi avevi detto stamattina, poi vado a casa direttamente per cucinare"
"Prometti di non avvelenarmi?"
"Guarda che so cucinare benissimo"
"Vedremo, vado a finire la relazione sul sopralluogo di ieri mattina"

...

"Comunque prima Calligaris mi ha detto che la scientifica ha trovato un coltello insanguinato, che potrebbe essere l'arma del delitto. Ti manda dopo per email la descrizione coì verifichiamo durante l'autopsia"

Incredibile ma vero, non abbiamo ancora litigato, non ci siamo ancora uccisi, e ho perfino ricevuto dei complimenti per le lasagne (qualcosa da nonna Amalia devo aver pure imparato)

"Sì, in effetti durante il sopralluogo avevo notato questa possibilità, ora hanno qualcosa su cui farci intervenire maggiormente. Ma dobbiamo proprio parlare di lavoro? Non so te ma a me piace lasciarlo in istituto"
"Hai ragione scusa...è che con te non so bene di cosa parlare, sei un po' un enigma ultimamente"
"Vedi, quando a Ferragosto mi hai riportato indietro il libro, ti ho vista sulle scale con Arthur, e mi sono sentito improvvisamente vuoto. Sto facendo uno sforzo immenso per riuscire a parlare di come mi sento, prima di venire qui stavo valutando l'idea di ammazzare qualcuno e farmi nominare dal pm, ma sento il bisogno di averti al mio fianco, di sapere che ci sei."

Cosa potrei rispondere quando un esemplare di Claudio Conforti anaffettivo dice delle parole del genere? Niente, infatti mi alzo lentamente dalla sedia, assicurandomi che i miei piedi siano ancorati al pavimento, e vado verso di lui, che nel frattempo si è alzato imitandomi. Vorrei poter parlare, vorrei tanto. Ma il momento è così bello che le parole sarebbero inutili. Mi avvicino sempre di più, i nostri respiri si toccano, i nostri occhi sono incastrati gli uni negli altri.

"Quindi Sacrofano?"

Azzero le distanze e lo bacio, come se da quel bacio dipendesse la mia vita. Non è la prima volta ma è come se lo fosse, per la prima volta mi sento sicura di ciò che provo, e non ne ho più paura.
Il bacio si anima sempre di più, non esistono più Claudio o Alice, esistono Claudio e Alice. La strada verso la camera da letto non è mai stata così lunga, non importa cosa succederà domani, o tra un anno... se siamo insieme il resto non conta. 

Dormire in questo letto non è mai stato così comodo, avvolta nelle sue braccia, con il battito del suo cuore nelle orecchie... ma perchè c'è il rumore di un monitor cardiaco? 

(Fine flashback)

Il suono del monitor interrompe il flusso dei miei ricordi, portandomi in una realtà quasi irreale. E' lì, sdaiato su un letto, inerme, collegato a centinaia di flebo e circondato da macchinari, tra cui il respiratore endotracheale. Visone cerca di farmi forza, mi porge un fazzolettino e mi mette un braccio a circondarmi le spalle

"Dottoressa, non penso lui voglia vederla piangere, se vuole la lascio sola così può parlargli un pochino, però deve sapere che non mi piace che le persone a cui voglio bene piangano"
"Grazie Visone, scendo da voi tra un po'"

Prendo coraggio, e mi avvicino ai piedi del letto, ho paura di sfiorarlo, di fargli male. Non l'ho mai visto così vulnerabile, calmo in una maniera disarmante. Cerco di seguire il consiglio di Visone, devo essere forte per lui, qualcuno deve essere forte per lui in questo momento. Probabilmente la sua famiglia non è stata neanche avvisata, quindi noi siamo le sue uniche persone (sì, anche io guardo Grey's Anatomy).

"Claudio, sono io, Alice. O Sacrofano, per una volta te lo permetto dai. Il medico ha detto che non stai benissimo, hai già subito un intervento e molto probabilmente lunedì ne dovrai avere un'altro. So che stavi lasciando l'istituto, e in un certo senso anche me. Non sono arrabbiata perchè non mi hai detto niente, ti conosco un pochino e so che sarebbe stato difficile per te. Comunque, ho letto la lettera e ho avuto l'anello, lo terrai tu fino a quando ti sveglierai... perchè io lo so che te ti risveglierai, non ti arrendi mai e non lo farai proprio questa volta... Ti prego svegliati, non posso farcela senza di te. Ti amo Claudio"

In una frazione di secondo il monitor emette un suono lungo, e io vengo accompagnata fuori dalla stanza di Claudio mentre almeno una decina tra medici e infermieri cercano di rianimarlo. Io sono fuori dalla porta, con gli occhi pieni di lacrime, le gambe che tremano e il respiro che manca

Non morire, ti prego



spazio autrice 

Ciao! Finalmente riesco a pubblicare dopo più di un mese, e per questa mia eterna assenza  mi scuso con tutto il mio cuore. Penso che voi conosciate la situazione in Italia, e ciò che sta comportando agli studenti, specialmente in Lombardia data la zona rossa. Siamo in una costante allerta per eventuali comunicazioni sul ritorno in presenza... detto questo spero che vi sia piaciuto questo capitolo ... e vi avviso già, il prossimo non sarà proprio allegro (non che questi lo siano ahah).

Vi mando un bacione e ci vediamo settimana prossima con il 4 capitolo


L'Allieva 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora