Capitolo 6: La storia di Husk

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⚠️ATTENZIONE⚠️, questo capitolo contiene temi delicati e che potrebbero urtare la sensibilità di alcune persone, come immagini di guerra, alcolismo e menzione di comportamenti suicidari.
SE SIETE PARTICOLARMENTE SENSIBILI POTETE SALTARLO, tanto le cose importanti succedono nel prossimo!

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Angel Dust sedeva su uno dei tanti tetti dell'Hazbin Hotel, una sigaretta in una delle sue mani.

Alla fine Alastor aveva accettato di aiutarli. Stando a quanto aveva detto quel cervo, quando un essere umano vende la sua anima ad un demone, deve essere trasformato in demone anche lui. A quanto pare quindi, Val non aveva fatto in tempo a trasformare Josh, dato che era rimasto un neonato. Forse gli è stato rubato prima...
Ad ogni modo, avevano poco tempo per riportarlo sulla Terra: più aspettavano e più c'era il rischio che l'Overlord trovasse il bambino. È per questo che dovevano agire domani sera.

Il ragno buttò fuori una nuvoletta di fumo, che turbinò nel cielo rosso prima di dissolversi nell'aria. Si sentirono dei passi dietro di lui e poco dopo Husk gli si sedette vicino, con una bottiglia di liquore in una mano:

"Così eri qui? Charlie si stava iniziando a preoccupare."

...

"Dov'è il bambino?" chiese l'aracnide dopo alcuni secondi.

"Sta dormendo"

"Mm 'kay"

...

C'era troppo silenzio per i gusti del demone gatto...quel ragno faceva sempre un sacco di casino, era fastidioso, si appiccicava fino alla noia... era troppo strano ora non sentirlo fiatare. Dopo quelle che sembravano ore, ma che in realtà erano solo una manciata di minuti, Husk decise di rompere il silenzio:

"Quando ero in vita lavoravo come prestigiatore in un casinò di Las Vegas. Sai, trucchi con le carte, monetine, colombe...quelle cazzate lì." Il gatto si interruppe un attimo per osservare una possibile reazione nel demone affianco a lui: niente, non un battito di ciglia. Che cavolo, questa era la prima volta che si stava per aprire con qualcuno e quello stronzo si comportava come se non avesse nemmeno parlato! Respinse l'idea di andarsene e continuò.

"Avevo una moglie, Susan si chiamava. Bellissima e intelligente, una donna fantastica...la più forte, paziente, dolce che abbia mai visto.
Ed era tutta per me..."

Non era facile per Husk dire quelle cose. Erano passati anni dall'ultima volta che aveva parlato con qualcuno della sua famiglia o dei suoi interessi ed era stato quando era ancora vivo, con un amico perdipiù, non con...un demone che sinceramente non conosceva nemmeno.
Almeno, non a fondo.
Perché non voleva conoscerlo a fondo...non voleva mai conoscere troppo le persone con cui aveva a che fare.
Intanto, perso nei suoi pensieri, Husk non si era accorto che Angel  si era girato verso di lui e lo guardava stupito: mai si sarebbe aspettato che parole tanto tenere potessero uscire dalla bocca del gatto alato. Ad essere sinceri, non si aspettava nemmeno che potesse avere una famiglia!

"Per come la vedo, non ho mai fatto niente di buono. Ho preso la mia vita e l'ho buttata al cesso. Quando ci siamo incontrati bevevo già e non avevo un lavoro, ma lei volle lo stesso vivere il resto dei suoi giorni con me al suo fianco. Mi stava vicino, mi incoraggiava, ma non feci molti passi avanti e così facendo rischiavo di perdere il lavoro che avevo trovato da poco. Pochi mesi dopo, Susan mi disse che aspettava un bambino e così decisi di smettere di bere una volta per tutte. Passai nove mesi di fottuta agonia, stavo una merda e non sai quante volte mi venne voglia di buttare tutto all'aria e tornare indietro... ma volevo essere una persona migliore di quanto non fossi stato e un padre di cui mio figlio sarebbe stato orgoglioso.
Quando Daniel naque ero pulito e nel frattempo avevo ricevuto una promozione: da assistente a illusionista. Avevo uno spettacolo tutto mio. Furono gli anni migliori della mia vita..."

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