Line Without A Hook

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Nella camera di Kirishima si sentivano solamente i suoi singhiozzi disperati. Era ormai una manciata di minuti che andava avanti così, senza riuscire a respirare correttamente e con la vista perennemente appannata.
Tremava come una foglia e cercava con tutte le sue forze di aggrapparsi a qualche pensiero per evitare di perdere completamente i sensi e svenire.
Si ricordò di quei bellissimi pomeriggi, i loro pomeriggi, o anche delle loro serate, una delle quali era stata la rovina del loro rapporto.
Ogni sera d'estate, prima che il sole tramontasse, i due ragazzi andavano in spiaggia e si sedevano sulla sabbia a scherzare su fatti avvenuti nella giornata, oppure a consolarsi se era andato tutto storto.
In inverno e invece andavano al parco e camminavano per ore e ore, senza una meta precisa.
Il rosso si ricordò di una giornata in particolare, in cui per la prima volta dopo tanto tempo aveva avuto un attacco di panico...

-Kiri? Kirishima ascoltami, okay?-
sentiva il battito accelerare e la vista offuscarsi. -Eijiro?- lo richiamò il biondo spaventato cercando di mantenere la calma.
Gli sorrise timidamente prendendogli il viso delicatamente. Kirishima gli sorrise faticando di rimando. -E..Eh...ehi...- gli disse con voce fiebile.
-Bravo! Continua a parlare se ci riesci, okay?- annuì.
-Bene, mi faresti un favore?-
-Mhm.
-Okay, bene. Dammi le mani. Bravissimo. Adesso respira con me. Così. Bravo. Grande Eiji. Bravissimo.-

Si ripeté le parole del ragazzo nella testa per calmarsi e ci riuscì.
Ancora leggermente spaventato e scosso si coprì il corpo con la coperta invernale del letto e cercò di riposarsi.
Gli attacchi di panico avevano iniziato a farsi sentire verso la fine delle medie, quando il bullismo stava diventando sempre più pesante ed il piccolo Eijiro si trovava sommerso da mille pensieri e domande.
"Perché proprio a me..."
era una di quelle.
La sua mamma cercava di aiutarlo in qualche modo, ma la maggior parte delle volte lui doveva cavarsela da solo e soffocare il pianto per non farsi sentire dal padre che altrimenti lo avrebbe picchiato a sangue perché "era troppo debole" e poi avrebbe picchiato anche la donna accusandola di tutto quello che non gli andava a genio quel giorno.
Il rosso non aveva mai capito come sua mamma, una donna bella e giovane, di quelle che profumano di prati fioriti e zucchero filato, fosse finita con quel rozzo di suo padre.
Non si amavano ed era evidente, quindi forse era stato un matrimonio combinato? Chi lo sa...

Dopo aver salutato la coppietta in cucina il biondo era tornato in camera sua. Kirishima piangeva. E anche tanto.
E se... se avesse bisogno di me?
Si domandò mentalmente per poi scuotere la testa.
Ti odia deficiente.
Già. O almeno, era quello che credeva, avevano litigato.
Si rilassò quando udì il pianto cessare e le coperte sfrusciare. Era passato.

-

Mina?-
-Yooooo Kiri! Come va? Volevo solo controllare se il mio squaletto preferito stesse bene, dato che ti ho lasciato lì da solo.- sentì dall'altra parte del telefono che aveva iniziato a squillare qualche attimo prima.
-Io... io sto bene... sì-
-Se lo dici così non convincerai nessuno, te lo dico. Su, racconta a zia Ashido che succede. È... è ancora lui?- domandò titubante.
-Sì... ho... ho avuto un attacco di panico e- e poi però ho pensato a lui e tutto è andato meglio!- esclamò come un bimbo cercando di rassicurare la ragazza dalla carnagione scura.
-Kiri... potevi chiamarmi...-
-No no no no no! Sono un adulto e so benissimo cavarmela da solo! È solo che...- disse alzando leggermente la voce per poi abbassarla di nuovo.
-Che?-
-Lei... lei è una ragazza... ed io sono solo un ragazzo... lei, lei è una ragazza ed io sono solo... una linea senza un appiglio...- sussurrò sentendo gli occhi pizzicare per le lacrime.
-Oh, Eiji... tu, tu non devi paragonarti a lei... non ne uscirai vivo altrimenti... ascoltami bene: tu sei un ragazzo eccezionale, simpatico, bello e adorabile, e se lui non lo vede allora il problema è suo. Tu non devi cercare di capire cosa non va in te che a lui non piace, tu.devi.trovare.qualcun.altro. intesi?- chiese scandendo bene l'ultima parte.
-Okay...- rispose incerto lui.
-Bene, chiamami per qualsiasi cosa, adesso devo andare, Hanta vuole farmi conoscere ai suoi! Ciaoooo- chiuse la chiamata sconsolato.

Che merda.



ANGOLO AUTRICE
YO. ECCOMI. 
Non è il massimo come ripresa, scusate, ma volevo portare avanti la storia lo stesso.
Come state?
Spero bene :)
Un abbraccio 💖

-Daisy 🌼

HeatherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora