Heather

come on

L'ospedale puzzava di disinfettante e di vecchi raggrinziti.
Tra i corridoi si alternavano scene che avrebbero potuto fare invidia a dei film d'azione, attimi di silenzio e angoscia e pianti isterici causati da stress o notizie spiacevoli.

Bakugo Katsuki, la fronte imperlata dal sudore per la corsa precedente e le mani tremanti per l'ansia, sedeva tra una coppia di giovani amanti e una vecchietta alquanto loquace, in attesa di qualche aggiornamento su quanto fosse accaduto da più o meno un'ora.
Eijirou Kirishima, invece, se ne stava incosciente sul lettino di una delle sale, una flebo attaccata al braccio e un'infermiera al suo fianco per monitorare la situazione.

Faceva ancora abbastanza freddo nonostante si avvicinasse gennaio, e il biondino se ne stava raggomitolato nel suo cappotto scuro, intento a chiamare l'amico Kaminari.
- Bakugo, devi stare calmo, stiamo arrivando. - gli ripeteva dall'altra parte del telefono il ragazzo.
Sero, alla guida della macchina con la quale si stavano dirigendo all'ospedale, tentava in tutti i modi di arrivare il più presto possibile senza infrangere la legge.
Mina e Jiro se ne stavano sedute nei sedili posteriori mentre cercavano di ascoltare la conversazione tra i due biondi.
- Denki ti prego, fate in fretta. -
- Katsuki stiamo quasi arrivati. Devi calmarti. -
Bakugo sospirò e per qualche secondo Kaminari credette che gli avesse chiuso in faccia, dato che non parlava più.
- ...Denki... ho paura... - sussurrò con gli occhi lucidi e la voce spezzata.
Hanta osservò sconvolto il ragazzo alla sua destra nel sentire quelle parole, come fecero le due ragazze dietro, che ora tentavano di ricacciare le lacrime indietro.
Il moro strappò dalle mani il telefono di Kaminari e mise il vivavoce così da non rischiare di fare un'incidente stradale.
- Bakugo, ascoltami, sono Sero. Stiamo facendo il più presto possibile, te lo giuro. Devi alzarti e fare qualcosa per distrarti, stare lì ti farà solo male. Mangia qualcosa. Kir- Eijirou starà bene. Okay? -
Il ragazzo esplosivo annuì, e, non del tutto convinto, chiuse la chiamata e si diresse verso un distributore automatico non poco lontano dai posti a sedere.
Andiamo Eiji.
Ce la farai.