capitolo 3:

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gilbert: <c'è qualcosa che non va?>
evidentemente aveva percepito il mio imbarazzo
cole: <ehm niente in particolare in realtà>
gilbert si alzò per raccogliere tutte le posate da portare ad anna e io decisi di aiutarlo prendendo i bicchieri.
mi scontrai con il fianco sullo spigolo del tavolo persi l'equilibrio e caddi, un bicchiere mi scivolò dalle mani, ma gilbert con un tempismo perfetto lo afferrò giusto in tempo.
gilbert: <attento, c'è mancato poco> poggiò il bicchiere sul tavolo e mi porse la sua mano
cole: <m-mi dispiace> afferrai la mano per rialzarmi.
gilbert: <oh non farne una tragedia, è solo un bicchiere e per giunta non si è neanche rotto, avresti potuto farti male>
mi tranquillizzai.
ci guardammo negli occhi, ci incantammo ad osservare il colore dei nostri occhi brillanti, il sole illuminava la stanza dalla finestra accanto a noi.
ruppi il silenzio
cole: <dovremmo, dovremmo portare questi ad anna.> guardai le posate e i bicchieri
gilbert annuì distogliendo lo sguardo.

anna arrivò nella stanza spostandosi una ciocca di capelli che gli si era posata davanti a gli occhi.
anna: <avete fatto una bella chiacchierata?
mi fa piacere, ora passatemi i bicchieri e le posate grazie>
*dopo un po'*
cole: <allora io... tolgo il disturbo, mi sono divertito a stare con voi, il cibo è stato molto buono, grazie di tutto!>
anna: <che bello cole sono contenta che tu ti sia divertit- > gilbert la interruppe di nuovo.
gilbert: <ci ha fatto piacere la tua presenza> mi sorrise
anna guardò gilbert confusa poi me ne andai.
è stato bello passare del tempo con loro, non avevo mai parlato con gilbert per più di 5 secondi.
tornai a casa, mi sdraiai sul letto appoggiando le mani incrociate, sulla pancia, fissando il grigio soffitto e ripensando alla giornata di oggi, lo facevo spesso ma finivo per ripensare sempre alle stesse cose.

oggi invece, avevo fatto più cose del solito anche solo andando a casa di un amico, così la mia testa ora aveva più pensieri da elaborare.
mi alzai e andai verso la scrivania, iniziai a disegnare, lasciai fare ai miei pensieri più che alle mie mani...

linea dopo linea ne uscì una figura familiare...
lanciai la matita
perché ho d-disegnato lui?
il disegno rappresentava la figura affascinante di gilbert blythe, sempre sorridente che gli porgeva la mano.
non so perché l'ho disegnato... di solito disegno solo persone a cui tengo. sospirai,chiusi il quaderno e andai a fare un pisolino per rilassarmi.

il tuo ritratto. colbert-annewithaneWhere stories live. Discover now