Sopra quelle che sono le nostre vite mi trovo e subito mi accorgo che sono troppo in alto e così riscendo, plano su orizzonti luminosi.
Mi giro e vedo me nello specchio, solitario osservo il mondo surriscaldato da tinte rosse e nere.
Il giallo candore della luce riflette solite giornate su insoliti messaggi.
Sorrido, piango e mi dimeno senza sosta fino all'estasi sorseggio gustose bevande al cacao-alcolicamente esterrefatto.
Figure di un curvo dinamico mi ritrovo nel mio formicaio e tutto pullula di anima e di passione dimenticata in un cassetto celata.
Solo chi vede quello a cui penso può capirmi dentro.
La vita è solo quello che scorgiamo nell'infinito dell'inconscio.
Il resto fiorisce come rosa canina nella moltitudine dei giardini.
Le mie mani morbide su distese di poetica fantasia, sul caldo candore della neve ho da ridire sennò che io possa svenire. Amore, sbam, ecco qui non più giù di lì.
Solo l'impossibile lamento del colibrì mi saluta ogni dì. Sorridi, tutto può succedere.
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L'UOMO/MACCHINA DA SCRIVERE (parte 2 )
Science Fictionlibera rienterpretazione di sogni, oobe e viaggi nel piano astrale.