Capitolo 1

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Pov Shila

Sento il suono della sveglia farsi sempre più forte e fastidioso di conseguenza allungo una mano da sotto le mie morbide e calde coperte color celeste per spegnere il malefico aggeggio.

Come tutte le mattine fa il suo lavoro e come sempre mi alzo con un aspetto che potrebbe fare a gara contro un morto vivente.

Rimango ancora per pochi secondi a godermi quel bel calduccio sotto le coperte, fino a quando finalmente decido di sollevare le coperte e alzarmi.
Infilo i piedi dentro le mie pantofole e mi avvio verso il bagno per prepararmi.

Mi faccio una doccia veloce ed uso il mio shampoo preferito al cocco.
L'odore del cocco mi ha sempre fatto rilassare e mi lascia una sensazione di pulito addosso.

Finisco la doccia e inizio a pettinarmi i capelli castani, prima di prendere in mano il phon e asciugarli con cautela.

Dopo ben mezz'ora sono pronta, pulita, lavata e profumata.
Scendo giù dalle scale e saluto la mia piccola palla di pelo di nome kirara.

Kirara è una gattina randagia che ho trovato in uno scatolone qualche anno fa, ha il pelo nero e due occhi i color ghiaccio. È veramente una gattina stupenda.

Le dò la sua colazione, ovvero un goccio di latte e i croccantini.
Non mangia particolarmente tanto, però io abbondo sempre,così in caso le venisse ancora fame ha già la ciotola pronta.

Mi preparo il mio solito cappuccino e lo scaldo nel microonde e nel mentre inizio a mangiarmi una brioche alla marmellata.
Una brioche schifosa, quelle del bar sono 200 volte meglio, ma purtroppo oggi sono in ritardo e non ho tempo di passare al bar.

Una volta finita la mia "colazione" mi metto le scarpe ed esco di corsa con la mia borsa.
Se faccio ritardo proprio ora il mio capo mi ucciderà, è molto elastico in certe conversazioni e in certe azioni ma a volte è veramente molto esigente su altre.

Insomma il capo perfetto ma non troppo.
Corro per le strade di Tokyo, sperando di non imbattermi in qualche brutto gruppetto oppure nel traffico quotidiano della città.

Purtroppo qua a Tokyo c'è molto traffico, però non è quello a causare la maggior parte dei disastri, ma bensì i gruppetti di ragazzi che ci sono fra le varie vie.

Diciamo che è un po' come la mafia, non così esagerata ovvio, ma ogni banda ha il suo territorio e chi lo invade è spacciato.

Di giorno è facile sfuggire a questi gruppetti, a meno che non si va in qualche via sperduta della città, ma la sera qui è veramente pericoloso.

Tra un pensiero e l'altro finalmente arrivo al mio luogo di lavoro, ovvero l'Ospedale Maggiore Corpo di ricerca.

Non chiedetemi perché si chiama così, però è uno dei migliori ospedali della città e lavorarci dentro è un onore immenso.

Mi dirigo verso lo spogliatoio femminile per cambiarmi i vestiti.
Tolgo i miei bellissimi jeans neri e metto su quelli della tuta da ospedale blu, mi tolgo anche il mio maglioncino rosso acceso per mettermi sempre la tuta da ospedale blu.
Una volta finito mi avvolgo dentro il mio splendido camice bianco appena pulito ed al profumo di lavanda.
Il tocco di classe sono i miei zoccoli verde acqua, sono di una comodità questi zoccoli.

Una volta finito di cambiarmi, esco e mi dirigo verso l'ambulatorio, la mia di giornata di lavoro sta per iniziare, ma prima di tutto devo fare un giro nell'ambulatorio e vedere che casi dovrò curare oggi.

Mentre sto per prendere le cartelle sento qualcuno urlare istericamente.

"io ho la priorità!! Non vedete sono giovane!! Devo avere delle cure immediate e farmi controllare questo braccio!!"

Un amore inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora