Prologo

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Premessa:

In questa storia, vedrete un Harry che si immerge con entusiasmo nella vita Universitaria, pieno di nuovo speranze. Tuttavia, dovrà fare i conti con un vecchio segreto, seppellito in profondità da tempo a causa delle responsabilità di cui si è dovuto far carico in passato.

In questo Prologo della storia, scopriamo cosa è successo nei mesi successivi alla Guerra e il motivo che spinge Harry ad iscriversi all'Università.

Buona lettura.

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L'università di Magia era una struttura relativamente nuova.
Personalmente, ero venuto a conoscenza della sua esistenza da solo un mese.

In passato, i momenti in cui mi ero concesso di pensare al futuro - ed erano stati davvero pochi, dato che per tutta la mia vita avevo convissuto con una data di scadenza, stampata sulla fronte, con sopra il nome di Voldemort -, mi ero limitato a fantasticare, con una sorta di quieta speranza, di riuscire ad ottenere grandi risultati agli esami M.A.G.O. e quindi di riuscire a rendere orgogliosa una certa professoressa di Trasfigurazione che aveva scommesso sulle mie capacità.

Infatti, era stato proprio durante un incontro con la professoressa Mcgonagall, al quinto anno, che avevo discusso per la prima volta del mio futuro accademico e del mio desiderio di diventare Auror.

Era uno di quegli episodi che mi stava a cuore e che ricordavo con molto piacere. Il modo in cui la Mcgonagall aveva sfidato la Umbridge in mia difesa, dandomi la sua piena fiducia, era stato indimenticabile.

Ultimamente però, solo una minuscola parte di quell'incontro mi ronzava continuamente nella testa. Un preciso avvertimento:

"... più una serie di rigorosi esami attitudinali e psicologici nell'ufficio degli Auror. È una carriera difficile, Potter: ammettono solo i migliori. In effetti, non credo che abbiano ammesso nessuno negli ultimi tre anni".

Ora, ad essere onesti, mi era stato più o meno già assicurato il posto a cui ambivo, da Kingsley in persona.

Ma non avevo potuto proprio accettare di presentarmi all'ufficio degli Auror con la raccomandazione del Ministro, per poi dover fingere di saperne quanto gli uomini scelti dal Ministero, che avevano superato rigorosi esami attitudinali.

D'accordo, avevo fatto un mucchio di esperienza sul campo ma qualcosa mi diceva che quel mestiere avrebbe richiesto ancora più impegno e volevo essere certo di presentarmi con più preparazione possibile.

La fama che ormai mi precedeva non faceva altro che aggiungere altre pressioni.

Kingsley, aveva particolarmente apprezzato il mio contributo nel rendere possibile la carcerazione di tutti i Mangiamorte clandestini e le mie testimonianze nei processi del Winzegamot, per questo ci teneva tanto ad avermi in squadra il prima possibile.

Allora, gli avevo chiesto un anno di tempo per pensarci e per rimettere in sesto la mia vita.

E lui, per mesi, non aveva più accennato alla faccenda, rispettando la mia richiesta: mesi in cui la mia vita era andata a rilento ed in cui, tuttavia, avevo avuto la soddisfazione di riuscire a sistemare tutte le faccende più spinose in sospeso.

I processi erano finiti, i Dursley erano tornati sani e salvi a Privet Drive e Hogwarts era stata riaperta in tempo, per il primo settembre.

Hermione, che aveva deciso di tornare a scuola per recuperare il suo Settimo anno saltato, mi aveva raccontato di avere avuto la sensazione che la scuola fosse risorta dalla proprie ceneri ancora più maestosa di prima. Questo mi rendeva estremamente orgoglioso, perché avevo a lungo insistito con la professoressa Mcgonagall per dare una mano nella ricostruzione.

Tuo, HarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora