Sei tu

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Essere il Salvatore del Mondo magico era insieme una fortuna e una maledizione.

Nessuno si era ancora permesso di insultarmi apertamente o prendermi in giro.

Tuttavia, tutti si sentivano giustificati a parlare della mia vita privata, come se fosse una questione di pubblico dominio. E anche se in parte era così, questo rendeva l'Università il posto peggiore in cui passare le giornate.

La scuola si era divisa, a proposito della faccenda: c'erano gli esaltati sostenitori, che si sentivano in dovere di dirmi che restavo comunque un grande Mago; quelli che preferivano commentare la faccenda alle mie spalle e quelli che credevano che un omosessuale non potesse essere un eroe.

Sarebbe stato un completo inferno, se non fosse stato per i miei amici.

Hermione mi portò un toast fuori dalla mensa, per evitarmi quel calvario di prima mattina e Ron lanciò occhiate minacciose a chiunque parlottasse nei paraggi.

«Oggi concentrati sul caso, Harry. Se tutti gli altri staranno a pensare ai pettegolezzi, sarà ancora più facile ottenere i voti migliori» mi sussurrò Ron, mentre entravamo in classe.

Malfoy era già seduto dietro al nostro tavolo da lavoro, anche se oggi avremmo continuato a farci valutare individualmente.

«Buongiorno, Malfoy. Com'è andata in mensa? Noi abbiamo preferito saltarla, almeno stamattina» chiese Ron, sedendosi all'altro lato del tavolo.

 «... un mucchio di chiacchiere e il nostro tavolo era ancora più osservato del solito» rispose lui, senza staccare gli occhi dalle sue scartoffie, perfettamente ordinate e divise per argomento.

Mi sedetti tra loro due e mi lasciai sfuggire un lamento. «Si prospetta una giornata entusiasmante...»

«Non vedo Perros. Ha paura di mostrare la sua brutta faccia da troll?» borbottò Ron, guardandosi intorno e io lo zittii.

«Lascialo perdere, se venisse fuori la faccenda del ricatto, la questione si ingigantirebbe ancora di più. Farò finta che non esista e aspetterò con ansia che venga bocciato sia al corso, che agli esami agli Uffici» sibilai.

Ron annuì a malincuore: «Mi sembra una magra consolazione, dopo lo stato in cui ti sei ridotto ieri, ma se sta bene a te...»

Draco si voltò a guardarci e arrossii d'imbarazzo.

«Non voglio parlarne» sussurrai, con un filo di voce. Serrai le labbra e tentai disperatamente di non pensare a Comet.

«Scusa» disse Ron, velocemente, perché era entrato il professore. «Pensa solo ad acciuffare il cattivo adesso»

E così feci, per quanto mi era possibile.

All'ora di pranzo ero già certo delle prove che avevo raccolto e, quasi sicuramente, nel pomeriggio avrei consegnato al professore un caso completamente risolto.

«Mangia qualcosa, Harry!» insistette Hermione, indicando il mio piatto intatto.

Ero di cattivo umore perché un ragazzo del corso di Legislazione Magica aveva aspettato il mio ingresso in mensa, per farmi sapere di conoscere un locale per gay, a Londra. 

«Sarai trattato come un Ministro, Harry Potter! Avrai tutti quei ragazzi bisognosi di compagnia ai tuoi piedi, potrai finalmente soddisfare i tuoi bizzarri bisogni sessuali...»

Mi era toccato trattenere Ron con due braccia e Hermione mi aveva aiutato a portarlo via.

«Quel John Andrews!» ringhiò Hannah, scuotendo la testa. «Non fa altro che cercare pretesti per insultare la gente!»

Tuo, HarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora