Dicembre si inoltrò, a breve sarebbero cominciate le vacanze invernali. Erano gli ultimi giorni di scuola, e cercai di non pensare alle feste che si stavano avvicinando. Anche se Liza aveva insistito per fare l'albero di Natale come ogni anno, dicendo che David ne sarebbe stato contento, io e mia madre non avevamo partecipato agli addobbi.
Vedevo sempre più raramente mio padre, lavorava mattina e pomeriggio alla National Bank, e quando tornava cenava in silenzio e si chiudeva nel suo studio.
A volte in casa si sentiva solo il mormorio del televisore in salotto, tenuto a volume basso da Liza, per farle un po' di compagnia, visto che nessuno parlava più.
Le risate e le lunghe chiacchierate, come quando c'erano nonna Moira e David, sembravano dimenticate per sempre.
La dolce Nana cercava sempre di starmi vicina. La sera, quando mi chiudevo nella mia camera per fare i compiti, si accovacciava ai piedi del mio letto, io allungavo la mano e le accarezzavo il pelo setoso.
Anche lei sentiva molto la mancanza di mio fratello.
Casa Darling era diventata una di quelle case fredde e senza vita, i racconti dell'Isola che non c'è non facevano più parte della nostra esistenza.
Le porte della metropolitana si aprirono quella mattina, e scesi assieme alla folla di persone, con la borsa tracolla che mi pendeva da un fianco, per andare a scuola.
Prendevo la District Line della London Underground che andava a West Kensington, dove c'era il liceo privato che frequentavo. Il West Kensington High.
C'era molto freddo e sebbene avessi il cappotto sopra l'uniforme scolastica, stavo gelando. Quella notte aveva nevicato, le strade erano imbiancate di neve.
Non appena uscii dalla fermata della metropolitana e mi ritrovai in strada, tirandomi fuori dal flusso di persone che si dispersero in tutte le parti, osservai il cielo.
Era grigio e molto nuvoloso.
Anche quel giorno avrebbe nevicato.
Sistemai una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio e mi avviai verso il liceo. Non sapevo cosa avrei fatto durante le vacanze invernali, ma una cosa era certa: avrei passato le mattine alla British Library, a leggere, pur di non stare a casa.
A volte mi mancava la scrittura, ma avevo da tempo abbandonato il mio sogno di fare la scrittrice, e anche se avessi voluto, non avrei saputo cosa scrivere perché il mondo reale aveva ucciso la mia immaginazione.
Mentre camminavo per strada, mi sentii osservata. Fermandomi, voltai il capo da ogni parte, ma non riuscii a scorgere nessuno che conoscevo.
Proseguii a camminare, ma quella strana sensazione non mi abbandonò, come se qualcuno mi stesse seguendo. Mi sentii più tranquilla, soltanto quando varcai l'entrata del mio liceo, un attimo prima che suonasse la campana della prima ora.
Entrai in classe e la nostra professoressa di letteratura entrò, con la sua valigetta. «Buongiorno, ragazzi.» Il tempo di accomodarsi, e tirò fuori i compiti che ci aveva lasciato per casa.
Dovevamo inventare una storia, ispirandoci a La dodicesima notte di Shakespeare: il mio personaggio, ispirato a Viola, era una donna pirata che viaggiava per mare vestita da uomo.
Di solito, sapevo cosa mi aspettava, e quando vidi il massimo dei voti su quel foglio, non dissi nulla. «Signorina Darling» mi sorrise la professoressa Bell. «Le giuro che non appena si diplomerà, manderò tutti i suoi racconti a un editore, visto che lei si ostina a non darmi il permesso di leggerli in classe. Sono davvero molto belli.»
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NEVERLAND PETER PAN E WENDY (ESTRATTI)
Fantasy#1 NARRATIVA GENERALE SU WATTPAD "Era cosa nota che i Darling avessero sempre abitato nel quartiere di Bloomsbury, al numero quattordici." Wendy ha sempre sentito strane storie, sulle donne della sua famiglia, soprattutto sulla sua famosa trisavola...