Rimasi con la testa chinata sul banco, quella mattina. Aveva ancora nevicato, faceva un freddo cane.
Era l'ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze invernali, e mi sentivo sempre più confusa e giù di corda. Mentre il professore di storia ci assegnava i compiti che avremmo dovuto fare, scarabocchiai sulla pagina del mio quaderno.
Senza volerlo, avevo fatto uno strano schizzo. Una sagoma maschile.
Sembrava l'ombra di un ragazzo, che mi guardava, tenendo i pugni sui fianchi e le gambe appena divaricate, nella postura che ben conoscevo.
Colorai l'ombra di nero.
Dopo che ebbi finito, quasi si mosse, su quel foglio di carta. Massaggiai le palpebre con i pollici, strappai il foglio e lo feci in mille pezzi, per evitare che i miei compagni lo vedessero e mi prendessero ancora in giro.
Ficcai tutto in una delle tasche della mia giacca, sistemai la cravatta con il tartan rosso, e mi alzai quando la campana squillò indicando la fine delle lezioni.
Uscii assieme ai miei compagni, con la borsa che mi penzolava sopra il fianco.
«Wendy» mi chiamò una voce. «Wendy Darling...»
Mi voltai, ma solo perché chiunque fosse stato, non mi aveva chiamato con accento derisorio. Riconobbi subito quel ragazzo.
Matthew Davis, frequentava l'ultimo anno. Uno dei ragazzi più belli e corteggiati della scuola. All'inizio, non compresi perché mi venisse dietro, accelerai il passo ma lui non mollò finché non mi raggiunse.
«Insomma, vuoi aspettarmi?! Perché stai volando via?...»
Soltanto dopo quelle parole, mi voltai. Era davvero carino, aveva grandi occhi scuri, la carnagione chiara. L'uniforme del liceo gli stava molto bene, lo slanciava, facendolo sembrare molto alto.
Ci fermammo nel viale del West Kensington High, mentre gli altri studenti uscivano dal parcheggio con le loro automobili, con gli scooter, con le biciclette.
Provai a mostrarmi educata. «Ciao, tu sei Matthew Davis. Giusto?»
«Sì. Come fai a conoscermi?» mi sorrise, era molto sorpreso.
«Le mie compagne di classe non fanno che parlare di te» mi lasciai scappare. Subito dopo, misi una mano sulla bocca e avvampai.
Matthew però non parve imbarazzarsi per niente, sapeva di essere molto popolare a scuola, e che un sacco di ragazze gli correvano dietro. Guardò in giro, infine si decise a parlare. «Hai programmi per le vacanze invernali?»
«Nessun programma» alzai le spalle. «Credo che passerò le mattine alla British Library.»
«Immaginavo ti piacesse leggere» parve soddisfatto. «Durante la pausa pranzo ti vedo sempre in giardino, con un libro. Come mai non mangi mai assieme a noi?...»
«Mi piace stare fra il verde degli alberi e l'azzurro del cielo» risposi, seria. Dato che non sapevo cosa volesse da me, il motivo per il quale mi avesse fermata, alzai la voce. «Che cosa vuoi?!»
Non era colpa sua, era colpa mia. Non avevo mai avuto degli amici, quindi affrontavo tutto con molta paura.
«Ti andrebbe di uscire con me qualche sera, durante le vacanze?» La sua proposta mi lasciò interdetta.
«Ehi, se è uno stupido scherzo per prendermi in giro... So quello che si dice alle mie spalle, a causa degli antenati della mia famiglia.»
«Non ti voglio affatto prendere in giro, Wendy.»
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NEVERLAND PETER PAN E WENDY (ESTRATTI)
Fantasía#1 NARRATIVA GENERALE SU WATTPAD "Era cosa nota che i Darling avessero sempre abitato nel quartiere di Bloomsbury, al numero quattordici." Wendy ha sempre sentito strane storie, sulle donne della sua famiglia, soprattutto sulla sua famosa trisavola...