Roma si è svegliata, il sole timido inizia a prendere posto nel cielo azzurro e a scaldare questa nuova mattina di ottobre. Sono le 7 e la giornata comincia a prendere vita, le sveglie a suonare e le strade a popolarsi di macchine e del solito traffico cittadino.
Angelica si stava truccando, si infilò un paio di jeans neri, una camicetta bordeaux e le sue Air Force 1 bianche ed era pronta per uscire. Prima di raggiungere l'università e le sue amiche, avrebbe accompagnato Azzurra a scuola, ormai stava diventando un'abitudine e questo comportava che lei si alzasse prima, ma in fondo era una persona buona e dolce e quindi le faceva questo favore praticamente tutte le mattine.
La solita routine era partita, caffè, musica a palla, un po' per svegliarsi, un po' per soffocare le solite ansie giornaliere e lasciata la sorella, occhi alla strada e mani sul volante raggiungeva San Lorenzo e la sua sede di lingue.Non amavo molto le lezioni, soprattutto quando il professore si limitava a leggere il libro come spiegazione. Ecco questo proprio non lo sopportavo, se deve leggere sono in grado di farlo anche da sola. E così, la maggior parte delle volte, finiva che uscivo dall'aula, e mi mettevo a studiare ai tavoli lungo il corridoio in compagnia di una buona dose di caffeina. Non fraintendetemi, mi piace quello che studio e so che per raggiungere i miei obiettivi devo impegnarmi, amo le lingue e quello che trasmettono, ma non sono molto brava a starmene seduta dietro a un banco ad ascoltare spiegazioni praticamente inutili, che non aggiungono nulla a ciò che posso fare da sola.
Vivo come su una lunga corda sottile, e cerco di camminare mantenendo l'equilibrio, tra studio e vita sociale, un equilibrio che per molti può essere sbagliato ma che a me permette di vivere liberamente, senza troppi pesi addosso, anche perché mi basta già tutto quello che ho vissuto e vivo.
Se vuoi una cosa devi lottare per ottenerla, ma senza mai dimenticarti di vivere e cercare di essere felice. Nessuno prende le decisioni al nostro posto, e allora ogni successo come ogni sconfitta, dipende da noi. È una sorta di mega altalena, si vola alto e alle volte si precipita giù, bisogna trovare la forza di reagire, di inseguire i nostri sogni, con la consapevolezza che l'unica persona su cui possiamo davvero contare siamo noi stessi.
Scusate, scusate la mia poca fiducia nel mondo e nelle persone, ma la vita mi ha portata qui... preferisco tutelarmi che rimanere ferita ancora. Però nei sogni ci credo, e fidatevi fate di tutto per trasformali in realtà, è la cosa più bella per la quale lottare ogni giorno.Qualche goccia di profumo e Lorenzo era finalmente pronto. Non ci metteva troppo a vestirsi, ma non era nemmeno il tipo di ragazzo che si infilava la prima cosa che pescava dall'armadio, ci teneva al suo look. Si guardava allo specchio, si piaceva, sapeva di essere bello e forse considerava questa cosa come una delle sue poche "armi".
Prese le chiavi della sua 500 cabrio, di uno splendido nero lucido e scintillante, e accesa la musica, sua fedele compagna di ogni giorno, si avviò in università.<<Ciao ragazze>> Angelica si sedette al tavolo con Sara e Miriam
<<Ei bellezza come va?>>
<<La vedi? La leggi nei miei occhi la voglia di partecipare a quella cavolo di conferenza?>>
<<Ahahah la vedo chiaramente>> rise Sara
Dovevamo seguire delle conferenze per dei crediti di cui avevamo bisogno e il brutto era che noi 3 eravamo finite in gruppi diversi. Quindi, non solo mi sarei annoiata a morte, ma avrei dovuto farlo da sola, senza poter scoppiare a ridere con loro con un solo scambio di sguardi.
<<Credo che mi addormenterò ad ascoltare tutte quelle parole con cui ci riempiranno la testa>>
<<Oh e le domande poi>> disse Miriam <<Non so perché ma alla gente non bastano le ore passate seduti ad ascoltare, no devono anche fare migliaia di domande e tu sei costretto a rimanere lì, a fare presenza ma con il cervello spento! Vi giuro mi viene voglia di ucciderli i geni delle domande>>
Scoppiammo a ridere. Aveva davvero ragione. Già sopportavo poco le lezioni, ma le conferenze poi, proprio non mi andavano giù.
Ci prendemmo il nostro caffè e poi ce ne andammo in città universitaria, ognuna nell'aula dove avrebbe dovuto seguire la propria conferenza.
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La follia di amare
RomanceAngelica e Lorenzo, due anime che s'incontrano in una giornata qualunque, in una semplice aula magna dell'Università. Le loro vite si sono incrociate per caso, una delle tante fatalità giornaliere e per qualche motivo proseguono intrecciandosi. Appe...