6 S I X

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Penso troppo anche per cose che sono già chiare






Passai i restanti due giorni a crogiolarmi in camera mia, uscendo solo per mangiare ma certe volte nemmeno quello.

Avevo la testa in subbuglio, miriadi di emozioni che mi stavano uccidendo pian piano ed io non riuscivo a sopraffare tutto quello che stava succedendo nella mia testa.

Non riuscivo a pronunciare una frase di senso compiuto quando ero con Charlie e forse non ne avevo nemmeno voglia, e forse, non sapevo nemmeno io il perchè di quel comportamento, mi sentivo più sicura così.

Mi maledicevo per essere così avventata nella cose, per buttarmi così di pancia in tutto quello che mi capitava davanti, volevo veramente avere una relazione pacifica con quel ragazzo e allora perchè mi sentivo così a disagio? Come se mancasse un pezzo a tutto questa situazione?

Charlie era un tipo misterioso, sapevo che quello che mi aveva detto non era tutta la verità e sapevo anche che non mi dovevo fidare di lui, ma era così difficile per il mio corpo non essere attratta da lui.

Era come una calamita, ovunque lui fosse io non riuscivo a stargli lontana, e lo avevo capito dal primo momento in cui mi aveva stretto tra le braccia su quelle scale.

Se lui era nella stanza insieme a me, i miei occhi rincorrevano i suoi, talmente belli che mi apparivano ance in sonno.

Chiusi gli occhi e mi coprii il volto con le mani –Perchè a me?- mugolai girandomi tra le coperte e affondando la faccia nel cuscino.

-Perchè cosa?- un voce mi fece trasalire.

Charlie era appoggiato allo stipite della porta con una giacca fucsia così come le scarpe che indossava, così improbabili a parere mio, e i jeans scuri che gli si appoggiavano sui fianchi come se fossero cuciti su di lui.

-Che ci fai?- mi misi a sedere sul letto rendendomi conto solo dopo essermi liberata delle coperte che avevo solo un top sportivo e dei pantaloncini alquanto succinti addosso.

-Ehm- abbassò lo sguardo alquanto imbarazzato –Sono rientrato da poco, ho sentito che ti lamentavi, pensavo avessi bisogno di qualcosa- il suo sguardo tornò su di me, e questa volta era pieno di desiderio.

La mia faccia era paonazza quando mi alzai sotto il suo sguardo e mi nascosi dietro l'anta dell'armadio, cercando di sbrigarmi a trovare qualcosa di più appropriato da indossare.

-Sto bene- balbettai, non sapevo davvero come spiegare come mi sentivo, il panico che provavo ogni volta che la sua voce arrivava all'orecchio e il fuoco che, quando il suo sguardo mi sfiorava la pelle, accendeva qualcosa che forse non avevo mai provato prima.

Ma forse mi spaventava proprio questa attrazione spropositata per un ragazzo che conoscevo nemmeno da due settimane.

-Nick ti sta chiamando- Charlie si era avvicinato al mio letto e fissava il mio iPhone vibrare a vuoto –Aspetta Nick, quel Nick che penso?- fece una smorfia nominando quel nome, poi tornò a guardarmi mentre sgusciavo fuori dal mio improvvisato nascondiglio.

-Non è niente di importante Charlie, mi ha solo chiesto di andare alla raccolta fondi o quello che è, lunedì- dissi acchiappando il telefono e indirizzare la chiamata alla segreteria –Comunque come vedi sto bene, che vuoi?- lasciai le spalle incurvarsi un po'.

-Lo vedo che stai bene- fece un passo indietro, come se qualcosa che avessi detto lo avesse ferito –Richiama il tuo fidanzato, non vorrei mai che si preoccupasse- uscì dalla stanza, ma io lo tallonai.

 Friend With Benefits (only 'cause we share the apt)! - Bars and Melody FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora