La mia valigia era quasi pronta, mancavano le ultime cose.
Taehyung era in totale crisi, quando si parlava di viaggi aveva il costante terrore di dimenticare qualcosa.
"JIMIN! hai finito?"
Lo vidi spuntare dalla porta con le braccia incrociate
"si, mancano le ultime cose."
"vediamo se abbiamo preso tutto" sbuffai alla sua affermazione
"oh no, non di nuovo. Abbiamo ripetuto la lista delle cose da portare più di dieci volte, l'ho imparata a memoria"
"non è mai abbastanza" mi rimproverò
"la facciamo domani mattina"
"va bene"
Sorrisi vittorioso, avevo sonno e necessitavo di dormire.Erano le undici di sera e io stavo ancora aggiustando la valigia.
Mi misi al letto e nel mentre pensai che fosse incredibile aver ricevuto la borsa di studio per lo scambio culturale, insomma, avevamo aspettato questo giorno da due anni ormai, sembrava un sogno.Io e Taehyung eravamo nella stessa famiglia ospitante, la cosa mi tranquillizzava parecchio, stare da solo con degli sconosciuti non era il massimo.
Col tempo avrei imparato a conoscerli ma ero un ragazzo abbastanza timido a primo impatto.
L'America ci aspettava e con lei tutte le sue magnifiche sfumature.
Non vedevo l'ora di divertirmi con Tae, fare amicizia con i miei "fratelli e genitori" per poi passare del tempo con loro, divertirmi di sera, studiare e visitare il posto.
Sono sempre stato innamorato dell'America e Tae anche.
Dovevamo passare lì solo un anno, ma sicuramente saremmo tornati a fare visita alla nostra seconda famiglia, l'America era stupenda e noi non avremmo perso tempo nel visitarla anche negli anni a seguire. Stremato dalla giornata stressante che avevo trascorso a sopportare Tae, mi addormentai dopo dieci minuti passati a pensare a quello che sarebbe venuto dopo essere arrivato lì.[...]
Era ormai mattina, precisamente le cinque e mezza. Il mio migliore amico sarebbe arrivato a minuti e io mi stavo ancora vestendo, avevo deciso di non applicare nessun tipo di make up sul mio viso, durante il volo avrei sicuramente dormito come un ghiro e il pensiero di dormire truccato non mi entusiasmava.
Din don
Era arrivato Tae, andai ad aprire il portone e notai che, anche lui come me, aveva deciso di vestirsi in modo semplice e non truccarsi. La sua valigia -come ogni volta che facevamo un viaggio o robe simili- stava scoppiando, gli avevo detto chiaramente di non portare molte cose, lì avremmo comprato parecchi vestiti e sicuramente anche altro. Ovviamente non mi ascoltava mai.
"Jiminie spero che tu sia pronto, è già tardi."
" Si, sono pronto quindi non perdiamo altro tempo."
Presi le ultime cose e dopo aver chiuso la porta di casa ci fiondammo nel primo taxi per andare in aeroporto, il tragitto durò più del previsto per colpa del traffico. Dovevamo sperare solo in un ritardo del volo.
Così fu fortunatamente, il volo durava più o meno quattordici ore e una ventina di minuti, quindi ci impiegavamo un po' ad arrivare. Di corsa salimmo sull'aereo e ci accomodammo sui nostri posti. Spesso qualche hostess passava di fianco a noi e come ogni volta io e Tae commentavamo le loro divise da lavoro, la loro pettinatura e robe varie. Mi persi a guardare fuori da quel piccolo vetro che lasciava una vista mozzafiato della nostra città dall'alto.
Senza rendermene conto mi ero addormentato e al mio risveglio mancavano solo poche ore per arrivare alla nostra meta. Nelle settimane precedenti al volo, ci mettemmo in contatto con la nostra famiglia ospitante. Ci scambiavamo messaggi, chiamate per conoscerci meglio e in fine ci organizzammo per vederci in aeroporto, avevano insistito per venire a prenderci lì. Fino a quel momento avevamo sentito solo i nostri "genitori", dei fratelli neanche l'ombra. Erano una famiglia coreana che si era trasferita da molti anni, quindi parlavano il coreano almeno i genitori, da quello che c'è stato detto i due fratelli lo parlavano pochissimo. Però per imparare -motivo per il quale era stato fatto questo scambio culturale- dovevamo parlare la lingua del posto.
"Jimin, sono troppo elettrizzato all'idea di conoscere nuove persone e di vivere in un'altra casa qui a New York"
"io sono nervoso, i nostri futuri fratelli non si sono fatti sentire e di conseguenza ho il terrore di farci odiare. E se fosse già così? "
"Jiminie, come potrebbero odiarci? In fondo non abbiamo fatto nulla per suscitare il loro nervosismo, neanche li conosciamo? "
" Lo so Tae, mi sto facendo prendere dall'ansia, ma non voglio rovinare questa esperienza"
"Ben detto, andiamo a cercare la signora Kim, sbrighiamoci."
Dopo aver recuperato le nostre valigie uscimmo dall'aeroporto per cercare nostra "madre", dalle foto cercammo di scovare il suo volto in mezzo a quello di migliaia di persone. Dopo cinque minuti passati a cercare, fu lei a trovarci e a venirci in contro.
"Oh tesori, come siete belli"
io e Tae ci guardammo per un istante negli occhi e sorridemmo al complimento che ci fu offerto.
"La ringrazio signora Min, lei anche è magnifica"
"Oh tesorino grazie, ma chiamatemi Yoson o anche mamma"
Tae è sempre il solito leccaculo di turno, ma non potevo assolutamente dargli torto. Indossava un jeans bianco con sopra un maglioncino color caffè che si abbinava perfettamente alle scarpe bianche, a coprire il tutto c'era un cappotto dello stesso colore del maglioncino. Noi a confronto sembravamo dei bambini appena svegli. Il fatto di non avere neanche un filo di trucco, metteva in mostra i nostri tratti facciali bambineschi.
Soprattutto il mio.Dopo avere chiacchierato un po' ed aver parlato dell'assenza del signor Min per via del lavoro, ci recammo nella nostra nuova casa. Era arredata con mobili moderni sul tono del bianco e del grigio chiaro, era piena di vitalità e risultava a primo impatto accogliente. In questo caso se la signora Min non avesse capito il coreano, Tae già avrebbe detto di tutto e di più su quello che gli piaceva e quello che invece non era di suo gradimento. Ma dalla sua faccia stupita, aveva costatato che avevano buon gusto su molte cose.
"Yoson, possiamo vedere le nostre camere? Così posiamo i bagagli e diamo una mano a fare qualcosa"
"Certo che potete, facciamo un giro della casa completo. Non badate al disordine nelle stanze dei ragazzi, sono sempre molto disordinati quei mostriciattoli. Datemi solo un secondo e vi porto a fare il giro"
"Certo, faccia con calma"
Andò in quella che credevo fosse la cucina e intanto mi girai verso Tae, ci guardammo sorridendo e nel mentre aspettavamo iniziammo a parlare e ad osservare varie foto messe qua e là.
"Certo che non è per niente come me lo aspettavo, insomma, questa casa è enorme e nostra madre è così gentile"
disse Tae osservando un quadro di famiglia appeso al muro, io non ci feci caso e continuai nell'esplorazione di vari oggetti posti su un mobile di fianco al divano.
"Neanche io immaginavo una famiglia così, ma sono felice di dover restare qui con queste persone per un anno, sicuramente anche il signor Min sarà una persona fantastica."
Tae non mi rispondeva, così mi girai per vedere cosa fosse successo e lo trovai ancora a fissare quel quadro
"Che c'è in quel quadro che ti ha colpito coì tanto da non staccare più gli occhi da esso?"
mi guardò a bocca aperta e con gli occhi spalancati mi disse di avvicinarmi a lui
"Si può sapere che c'è"
mi misi al suo fianco e quello che vidi mi mozzò il fiato.Se quelli erano i nostri fratelli eravamo fottuti, guardai Tae con la sua stessa espressione in volto e scoppiammo a ridere come due coglioni.
"Merda Chim, sono mozzafiato."
"Tae placa i tuoi ormoni, da oggi saranno i nostri fratelli "
"Piccolo bastardo, so che anche tu stai sbavando internamente per la bellezza di questi due ragazzi, ammettilo"prima che potessi rispondere Yoson apparì alle nostre spalle
"Oh, che sbadata. Questi sono i vostri fratelli Yoongi e Jungkook"
disse indicando il quadro
"a quest'ora sono a scuola ma credo che tra una mezz'ora potrete fare la loro conoscenza. "
annuimmo come due plebei che non sapevano assolutamente come comportarsi.______________
ANGOLO AUTRICE
Gente, ecco il primo capitolo di questa storia.
Comunque i nomi dei genitori di Tae e Jimin sono completamente inventati, scusate la poca originalità ma non avevo molte idee.MADRE= JEON YOSON
PADRE= MIN JUNGOO
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ᴄᴜʟᴛᴜʀᴀʟ ᴇxᴄʜᴀɴɢᴇ -ᴊɪᴋᴏᴏᴋ-
RomanceJimin decide di fare una nuova esperienza con il suo migliore amico, uno scambio culturale dove andranno in America per un anno. Al loro arrivo in una famiglia coreana, che si era trasferita lì ormai da sedici anni, incontreranno delle nueve person...