La luna si sente colpevole, stanotte. La sua luce di latte produce le ombre, forme proiettate ovunque. Lei l'ha creato e non può distruggerlo. Può occultarlo per qualche giorno al mese, ridurre la sua energia. Ma lui è ovunque, ormai. È il passo del gatto nero; l'oggetto introvabile; è leggero come uno spirito e pesante come una pietra. Può essere tutti i numeri e contemporaneamente lo zero, il principio e la fine. Non può essere afferrato, eppure è sotto gli occhi di tutti. Appartiene agli oggetti e agli uomini. È la perfezione di un gioco sbagliato, il cromosoma malato, il genio ribelle. Lui è un'Ombra. Porta con sé il peccato, la tristezza, il dolore, la tentazione, l'errore. È colui che canta la ninnananna più dolce ai bambini che stanno morendo dopo aver vissuto pochi giorni. È l'anima e l'amico del suicida; dello sportivo infortunato; il medico delle doglie; il padre del tossico; la tenerezza dell'assassino.