17.Bulli

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Addison pov's
Mi alzai dal mio morbido e caldo letto, lasciando che l'aria fredda dell'inverno circondate il mio corpo, facendolo rabbrividire.
Presi il mio cellulare e lo accesi solo per controllare l'orario.
"06:45" dissi mentalmente e a passo lento mi avvicinai verso l'armadio, spalancando successivamente le due ante.
Mi stroppiciai gli occhi e iniziai ad esaminare i miei capi.
Dopo varie prove, decisi di mettere una felpa nera con al centro una grande scritta bianca: "off", dei jeans neri strappati sulle ginocchia e delle converse dello stesso colore.
Prima di uscire dalla stanza presi i miei occhiali rotondi e li indossai per poi recarmi in bagno.
Passai indeterminabili minuti a guardarmi allo specchio, immobile, finché non ci poggiai una mano sopra e sospirai pesantemente.
Senza perdere tempo, ripresi a preparami per la scuola, lavandomi i denti, il viso e pettinando i miei lunghi e morbidi capelli biondi.
Scesi al piano di sotto silenziosa come un felino.
Presi il mio zaino già pronto e lentamente mi avvicinai alla porta della cucina, entrai, presi un biscotto al volo e uscii di casa chiudendo silenziosamente la porta.
Camminavo a testa bassa, con gli auricolari nelle orecchie.
Ascoltavo una delle mie canzoni preferite: "Train Wreck" di James Arthur.
Dopo circa cinque minuti, arrivai davanti il cancello della scuola, dove c'erano alcuni gruppi di studenti che parlavano dei compiti eccessivi avuti per casa, delle interrogazioni andate male e dei prossimi compiti in classe.
Attraversai quel mare di gente con difficoltà, ma ad un certo punto venni afferrata dal cappuccio e mi sentii sbattere su un muro.
Appena aprii gli occhi, chiusi precedentemente per lo spavento, mi ritrovai a pochi centimetri dal mio viso l'odiosa faccia di una dei miei bulli: Jack Hamilton, circondato dal suo patetico gruppo del quarto anno.
Di solito venivo sempre presa di mira, soprattutto dai più grandi a causa della mia corporatura minuta.
<<Allora mocciosetta...hai fatto i nostri compiti?>>
Chiese fissandomi con disprezzo
<<N-no...c-cioè, sì...p-però non...sono riuscita a...fi-finirli tutti...>>
Risposi tremando dalla paura
<<Oh...male, Easterling, andiamo malissimo>>
Disse prendendomi dalla felpa, sollevandomi da terra.
<<Che dite ragazzi, gli diamo una lezione? Per colpa sua prenderemo delle insufficienze...>>
Gli altri iniziarono a ridere ed annuire, mentre iniziai a dimenarmi, tirando anche dei deboli pugni sulla mano di Jack, volendo interrompere quel contatto al più presto.
Quest'ultimo si preparò per scagliarmi un pugno in piena faccia, ma venne interrotto dal suono della campanella.
<<Tsk...sei stata fortunata,Easterling Addison>>
Disse per poi scaraventarmi sul muro.
<<Andiamo ragazzi. Con te ci vediamo fuori scuola...ci divertiremo molto, mocciosa>>
E se ne andarono, lasciandomi in uno stato di shock.
"Per un pelo...La campanella mi ha salvata"
Pensai e scossi la testa per poi riprendermi.
Ripresi il mio zaino, caduto durante lo scontro con la bulla ed entrai nell'istituto scolastico, recandomi nella mia classe.
Mi sedetti al mio banco, ignorando gli sguardi degli altri e sistemai le mie cose, preparandomi per la prima ora.
Non ci sarebbero state le lezioni di tik tok perché i professori e le professoresse hanno un tour e mancheranno per 2 mesi.
Passai le mie solite 6 ore a fare lezione, rispondendo correttamente alle domande dei professori, ricevendo voti alti alle varie interrogazioni e ai compiti svolti per casa, che corresse tutta la classe insieme, alla lavagna.
Appena suonò la campanella che simboleggiava la fine delle lezioni, preparai il mio zaino e senza nemmeno salutare gli altri mi avviai verso il cancello d'uscita.
"Devo fare presto...non voglio che mi vedano" pensai, camminando con passo svelto, ma purtroppo, il gruppetto dei bulli era stato più veloce di me e mi stavano già aspettando.
Infatti appena uscii di scuola, venni afferrata nuovamente dal cappuccio.
<<Eccoci qui, ora nessuno potrà darci fastidio>>
E il primo pugno venne scagliato sul mio viso, facendo cadere i miei occhiali rotondi.
Mi buttarono violentemente per terra, facendomi sbattere la testa e iniziarono a prendermi a calci.
<<Per colpa tua la prof mi abbasserà la media!>>
Mi diedero un calcio sulle gambe.
<<Sarò costretta a studiare tutta l'estate per il debito!>>
Un altro calcio nello stomaco.
<<È colpa tua se ho preso un quattro. Muori!>>
Calci, calci e altri calci ricevette il mio debole e indifeso corpo.
Cercai di rannicchiarmi su me stessa, per evitare che mi colpissero nuovamente lo stomaco, ma fu tutto inutile.
Iniziai a tossire il mio stesso sangue mentre la mia mente veniva riempita di insulti e minacce di morte.
All'improvviso però sentii un altra voce.
Era diversa, profonda, roca.
Non l'avevo mai sentita in vita mia.
<<Oi ma che diavolo state facendo! Allontanatevi tutti!>>
Scansò le bulle e si avvicinò al mio corpo.
<<Oh oh...altrimenti? Ne vuoi anche tu?>>
<<Tsk...ma i vostri genitori non vi hanno insegnato il rispetto per i più grandi?
Se non ve ne andrete in questo preciso istante, ve ne farò pentire amaramente>>
Disse il ragazzo con la voce profonda, fulminando tutti gli altri con lo sguardo, che scapparono impauriti.
Intanto stavo cercando di rialzarmi, invano dato che ricaddi per terra ad ogni tentativo.
<<Hey, piccola...aish, come ti hanno ridotta...>>
Si avvicinò lentamente, allungando una mano verso di me.
<<N-non to-toccarmi! T-Ti prego, non farmi del male!>>
Lo implorai con voce spezzata e appena alzai i miei occhi colmi di lacrime per guardarlo, rimasi quasi paralizzata.
Quel ragazzo era di una bellezza eterea.
Capelli grigi, occhi di ghiaccio, lineamenti perfetti e delle labbra sottili, ma perfette come lui.
<<Non ti farei mai del male...non aver paura di me>>
Disse con la sua voce così calda e profonda.
Lentamente posò la sua mano sulla mia guancia, mentre strizzai gli occhi per la paura.
Iniziò ad accarezzare la mia guancia delicatamente, con estrema dolcezza, asciugando le lacrime che rigavano sul mio viso.
<<Come ti chiami?>>
<<A-Addison...Easterling Addison...e tu?>>
<<Mi chiamo Choi Beomgyu>>
Mi sorrise dolcemente.
È bellissimo.
<<Ti fa tanto male?>>
Annuii e continuai a guardarlo, mentre raccoglieva i miei occhiali da terra e me li rimise delicatamente, sfiorando subito dopo il mio piccolo nasino con il suo dito.
<<Sei davvero carina lo sai? Sembri una piccola cerbiattina>>
Disse prendendomi in braccio.
Arrossii talmente tanto che avrei potuto vincere uno gara di rossore contro un pomodoro.
Era la prima volta che mi lasciavo toccare così facilmente da uno sconosciuto, ma per qualche strano motivo avevo la sensazione di potermi fidare di lui.
Mi trasmetteva una sensazione che non provavo da un sacco di tempo: la sicurezza.
<<Dimmi dove dobbiamo andare, ti riporto a casa>>
A quelle parole persi dei battiti.
L'ultima cosa che volevo era ritornare a casa. I miei genitori erano ormai svegli e mi stavano sicuramente aspettando.
<<C-Casa? Io...n-non voglio tornare lì!>>
<<Come mai? Ci sono i tuoi genitori che ti stanno aspettando, saranno in pensiero>>
L'altro giorno ho scoperto da una lettera che Monty Lopez e Nicole Easterling non sono davvero i miei genitori, mi hanno adottata, i miei veri genitori sono a casa e ora mi stanno aspettando.
Sinceramente preferisco e considero come veri genitori quelli adottivi, loro mi trattano bene, quelli biologici mi trattano malissimo e mi picchiano da quando sono piccola.
Non era affatto vero che adesso sono in pensiero per me.
Loro non tenevano e non tengono alla propria figlia.
La usano come se fosse un giocattolo,
e la curano solo perché se fossi morto, non avrebbero più avuto uno strumento di sfogo.
<<Non è vero...io...io li odio! Li odio tantissimo!>>
Beomgyu sbarrò gli occhi a quelle parole.
Non avrebbe mai pensato di sentirle da qualcuno rivolte verso i propri genitori.
Ma intelligente com'era, capì che c'era qualcosa sotto.
<<Allora facciamo una cosa...ora ti porto a casa mia, mh?>>
<<S-sì...per favore...>>
Jaden iniziò a camminare verso casa, tenendomi in braccio.
<<Beomgyu...quanti anni hai?>>
<<Ventidue e mezzo. E tu?>>
<<Wow sei così grande! Io ne ho solo diciassette...>>
<<Aww piccoletta>>
Le mie guance andarono completamente a fuoco dopo il suo commento.
<<Uhm...B-beomgyu...vai all'università quindi???>>
<<Esattamente. Sto studiando lingue all'Orientale>>
<<Davvero? E quali?>>
<<Inglese, francese e spagnolo. Sai queste lingue mi serviranno parecchio per il lavoro dei miei sogni>>
<<Qual è Beomgyu?>>
<<Vorrei diventare un cantante. È il mio sogno da quando ero piccolo>>
<<Che figo...sei davvero un figo!>>
Beomgyu a quelle parole e vedendo il mio sguardo sognante puntato su di lui, ridacchiò imbarazzato.
<<Su su, non esagerare. Invece tu? Hai un sogno nel cassetto?>>
Annuii.
<<Vorrei diventare un'attrice ma anche una persona che mi accettasse per quello che sono...>>
<<Ohw...piccola, perché non dovrebbero accettarti? Sei così dolce>>
<<T-Tu...lo pensi davvero?>>
<<Certamente, Addi>>
Dopo un quarto d'ora arriviamo a casa sua. È abbastanza piccola e già dall'esterno si capisce che è curata davvero bene. Ha un tetto triangolare composto da tegole blu scuro e due camini, le pareti bianche con due finestre sulla destra, mentre a sinistra c'è un'incavatura quadrata: l'ingresso dove si trova una porta anch'essa bianca con ai lati due piante e davanti un tappetino marrone. La casa è circondata da un giardino ben curato, con dei fiori bellissimi.
Il tutto è protetto da una recinzione bianca.
<<Che bella!>> Esclamai appena mi entrati. <<Ma vivi da solo?>> Chiesi successivamente, sporgendo il labbro inferiore in un modo assai tenero che fece intenerire Beomgyu.
<<Grazie e, sì, vivo qui da solo>>
<<Posso...posso vedere la casa?>>
Chiesi curiosa.
<<Adesso è meglio di no, potresti farti male. Ora vado a prendere del ghiaccio e dei vestiti puliti. Tu aspettami qui e non muoverti, okay?>>
Disse posandomi delicatamente sul divano.
<<Uhm...va bene...>>
Mi fece un sorriso e scomparve dietro al muro.
Intanto avevo appoggiato il mio pesante zaino ai piedi del divano e iniziai a giocherellare con le dita nervosamente, finché non arrivò Jaden con del disinfettante, ovatta, bende, una felpa enorme e una bustina di ghiaccio.
<<Rieccomi qui>>
Poggiò la felpa sul divano e gli oggetti medici sul tavolino in vetro che vi era davanti ad esso.
Si avvicinò a me togliendomi gli occhiali e poggiandoli sul tavolino.
<<Addi, ora dovresti toglierti la felp->>
<<N-No! Non se ne parla!>>
Mi strinsi tra le mie braccia e indietreggiai, sprofondando nello schienale del divano.
Da quella reazione, Beomgyu iniziò a pensare che avessi paura di lui.
Così si avvicinò pian piano a me e iniziò ad accarezzarmi dolcemente.
<<Hey...non devi avere paura, voglio solo che tu stia bene. Non ti farò del male per nessun motivo, mh? Quindi non aver timore di me>>
<<Vuoi che te la tolga io?>>
Chiese con la voce profonda e rassicurante.
Annuii senza esitazione e lasciai che le sue grandi mani mi sfilassero la felpa, lasciandomi mezza nuda davanti ai suoi occhi.
Per poco non cadde a terra, dopo aver visto il mio piccolo corpo pieno di lividi, segni di morsi e tagli sulle braccia.
<<Addison...perché odi i tuoi genitori?>>
Intanto iniziò a disinfettare quei tagli così numerosi e profondi con estrema delicatezza, facendomi però strizzare un occhio.
<<Pe-perchè lo-loro...n-non fanno altro che...a-abusare di m-me...f-fin da quando ero p-piccola...>>
Confessai, a volte mordendomi il labbro inferiore per il bruciore.
Si rattristì sentendo quelle parole.
Finì di disinfettare le braccia e i morsi e mi infilò la sua felpa enorme che mi coprì fino a sopra le ginocchia.
Iniziò a fasciare con le bende le mie ferite sulle gambe.
<<Addison...che ne dici di rimanere qui? Mi occuperò io di te>>
<<Beomgyu...c-cosa...perché stai dicendo questo?>>
<<Perché sei così piccola, e aish...non voglio che ti facciano più del male. Ti proteggerò io>>
Quasi quasi non scoppiai a piangere.
Mi fiondai tra le sue braccia e mi strinsi a lui come se fosse la mia ancora, che effettivamente era diventato.
Mi prese in braccio e mi fece sedere tra le sue gambe subito dopo avermi rimesso gli occhiali.
<<Che ne dici di guardare un film?>>
<<Si! Cosa metti?>>
Chiesi euforica, facendolo ridacchiare.
<<Che ne dici di vedere...uhm...Iron Man? È un film del 2008>>
<<Beomgyu! Ma è per vecchietti allora!>>
Scoppiò a ridere.
<<Non giudicare prima di vederlo. Fidati ti farà impazzire!>>
<<Uhm...eh va bene. Mi fido di te>>
Durante il film, entrambi pranzammo con due grandi ciotole di ramen caldo, ridendo e scherzando insieme, come se ci conoscessimo da una vita.
Appena finì il film, spense la televisione, poggiando successivamente il telecomando sul divano.
<<Allora ti è piaciuto questo "film per vecchietti"?>>
Chiese scherzosamente.
<<È stato...stratosferico! Tony è un gran figo, è diventato il mio preferito!>>
Risposi con tanta eccitazione e ammirazione nel mio tono.
<<Ma se hai visto solo questo! Come fai a dire che Iron Man sia il tuo preferito?>>
<<Uhm...intuito!>>
Dissi per poi sorridere.
Afferrò le mie guance tra il pollice e l'indice, iniziando a tirarle lievemente.
<<Sei così tenera!>>
A quelle parole arrossii tantissimo.
<<N-non sono tenera! E...non t-trattarmi come una bambina!>>
<<Per me lo sei eccome. Ricorda che abbiamo sei anni di differenza!>>
Sbuffai e mi zittii, non sapendo come controbattere. Beomgyu ridacchiò di gusto e si alzò dal divano, cosa che feci anch'io, afferrando la manica della sua maglia.
<<Beom...dove stai andando?>>
Gli chiesi con un tono quasi triste, ma con un espressione assai curiosa.
<<Devo studiare, piccina. Che ne dici se prendi anche tu i tuoi compiti e studiamo insieme?>>
Annuii e presi il mio zaino, seguendolo in cucina.
Prese i suoi libri, lasciati precedentemente sul top della cucina, affianco ad una piccola piantina. Poggiò tutto l'occorrente sul tavolo sotto il mio sguardo curioso.
C'erano vari dizionari, quaderni e libri che avrei voluto sfogliare, ma non lo feci.
Non volevo disturbare Beomgyu.
Passarono così le ore sui libri, nel più completo silenzio, finché non lo interruppi, sbuffando e allontanandomi con la sedia dal tavolo.
<<Cosa c'è?>> Chiese dolcemente, vedendomi con le braccia conserte e con il broncio.
<<Non riesco a trovarmi! Ho fatto quest'equazione cinque volte, non capisco dove stia sbagliando!>> Piagnucolai.
<<Vuoi che ti aiuti?>>
<<B-Beom...non vorrei darti fastidio...>>
<<Macchè, tranquilla! Allora, fammi vedere un po'...>>
Controllò l'esercizio e lo rifecimo insieme, spiegandomi passo per passo ogni procedimento corretto e facendomi capire i miei errori.
Rimasi incantata dal suo modo di spiegare.
Riuscivo a capirlo perfettamente, senza nessuna difficoltà.
Dopo averlo ringraziato, ritornò a studiare fin quando non interruppi di nuovo quel silenzio tombale.
<<Beomgyu...>>
<<Dimmi>>
<<Non voglio più andare a scuola>>
Beomgyu a quelle parole si immobilizzò per qualche secondo. Dopodiché punto il suo sguardo sul mio.
<<Addison, la scuola è importante. Non devi trascurar->>
<<Ti prego, insegnami tu tutto quello che sai! Non voglio ritornare in quel posto...>>
Sospirò, ricordandosi dei miei bulli e di quello che mi facevano.
<<Eh va bene, Addi. Ma devi promettermi che studierai sempre, mh?>>
<<Si, Beom! Grazie, grazie, grazie mille!>>
Mi tuffai tra le sue braccia, strusciando dolcemente la mia testa sul suo petto.
Beomgyu ridacchiò, ricambiando quell'abbraccio improvviso.
<<Ti adoro!>> Dissi sorridendogli a trentadue denti.
<<Anch'io ti adoro, piccoletta>>
Rispose accarezzandomi i capelli.
<<Aish, abbiamo passato tutto il pomeriggio a studiare. Domani giocheremo di più insieme, mh?>>
<<Mhmh. Non preoccuparti Beom, mi sono divertita lo stesso. È bello stare con te>>
Si alzò dirigendosi vicino al frigo.
<<Hai qualche preferenza per il menù della cena?>>
<<Jjajangmyeon!>>
Esclamai con un tono di entusiasmo nella mia voce.
<<Va bene, va bene>>
Prese tutti gli ingredienti, la pentola e inizio a cucinare, mentre io volendogli dare una mano, misi a posto i libri sia miei che i suoi, sistemai il mio zaino e apparecchiai la tavola con due tovagliette, tovaglioli, bacchette, due bicchieri e una bottiglia di acqua fredda appena cacciata dal frigorifero.
Beomgyu portò i piatti a tavola e aspettò che iniziai a mangiare, cosa che accadde qualche secondo dopo.
<<Mmhh che buono! Non ho mai mangiato niente di simile! Beom, sei davvero incredibile!>>
<<Mi fa piacere che ti piaccia>>
Dopo aver cenato e lavato i piatti, Beomgyu mi mostrò il resto della casa, tra cui la mia nuova stanza ancora da aggiustare e arredare, dato che era solo una camera per gli ospiti.
<<Bene, ora vado a prendere i tuoi vestiti così potrò metterli a lavare. Intanto, non so, se vuoi potresti fare una doccia, in caso usa il mio accappatoio senza problemi, mh? Comunque non ho pigiami da darti, purtroppo. Quindi dovrai dormire con quei vestiti...aish, spero tu non stia scomoda.
Domani andrò in giro a comprare qualcosa per te, promesso>> Disse accarezzandomi i capelli mentre io arrossii.
"I-Il suo accappatoio? E...potrei usare il suo bagnoschiuma...avrei il suo stesso odore...e poi, si sta preoccupando per...me?" Pensai per poi rispondere con un semplice cenno del capo e scappai in bagno, imbarazzata più che mai.
Pian piano però, mi ripresi e azionai il getto d'acqua della doccia, per poi spogliarmi lentamente, lasciando che l'aria gelida della sera avvolgesse il mio corpo.
Tolsi le bende che mi aveva applicato prima Beomgyu e mi catapultai nella doccia, riscaldandomi con l'acqua calda.
Afferrai il bagnoschiuma e ne presi un po' in mano, per poi annusarlo.
"Lavanda..." dissi tra me e me, cominciando ad insaponare delicatamente il mio corpo, mi sciacquai ed uscii, indossai subito dopo l'accappatoio di Beom, stringendomi in quel caldo tessuto.
Lentamente, mi asciugai e rimisi i vestiti di Beomgyu, recandomi nuovamente nella mia nuova stanza.
Mi buttai a peso morto sul letto e abbracciai il cuscino, chiudendo gli occhi.
"E quindi...adesso dovrei essere salvo...niente più bulli, niente più lividi, niente più genitori...tutto grazie a Beomgyu...è il mio eroe"
Continuai a girarmi e rigirarmi nel letto, senza riuscire a prendere sonno.
Voglio stare ancora con il mio Beom.
Così mi alzai, uscii dalla stanza, raggiungendo poi quella di Beomgyu e aprii lentamente la porta.
Fortunatamente era ancora sveglio, stava scrivendo qualcosa al cellulare.
<<Uhm...B-Beom...>>
<<Addison? Cosa ci fai ancora sveglia?>>
<<I-Io...non riesco a...dormire...>>
<<Vieni qui, piccola>>
Disse sorridendo
Chiusi la porta e mi avvicinai al suo letto per poi infilarmi sotto le coperte accanto al mio Beom, che mi circondò con le sue forti braccia in un dolce abbraccio.
<<Beom...>> Sussurrai avvicinandomi sempre di più al suo viso.
<<Si?>>
Gli diedi un piccolo bacio sulla guancia.
<<Grazie>>
Sussurrai.
Beomgyu sorrise per il mio gesto e per le mie guance arrossate.
<<Non devi ringraziarmi, Addi. Voglio solo il meglio per te, meriti di essere felice>>
<<Beomgyu...>>
<<Si Addi?>>
<<Tu...mi renderai felice?>>
<<Farò del mio meglio per riuscirci>>
<<P-Promesso?>>
Gli porsi il mignolino
<<Promesso>>
Disse facendo intrecciare il mio mignolo con il suo, per poi fare combaciare i nostri pollici.



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