23.Bamgyu stai bene?

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Addison pov's
Quelle parole continuarono a risuonare nella mia testa, nonostante fosse una semplicissima domanda.
Mi aveva solo dato la possibilità di potermi sfogare, ma avevo paura di farlo.
Paura di poter essere giudicata dal mio amato Bamgyu per tutti quei pensieri così orribili e rivoltanti.
<<Allora piccina?>> chiese più preoccupato di prima, vedendo la mia espressione completamente priva di sentimenti, accompagnata da uno sguardo vuoto e spento, proprio come il mio cuore.
<<Non ne posso più, Beomgyu...>> sussurrai con un filo di voce.
<<Addison...>> disse con un velo di tristezza nel suo tono ed intrecciò le sue mani con le mie che erano fredde, feci un sospiro profondo, cercando di decidere se dovevo sfogarmi o meno.
<<Ti prego, piccola...puoi dirmi tutto, okay? Sai perfettamente che non ti giudicherei mai e che voglio solo il tuo bene...quindi ti supplico, non tenere tutto dentro>> aggiunse quando vide che non proferii parola.
<<Io...non faccio altro che pensare a quando ero piccola...a quanto potessero essere diverse le cose da quanto lo sono adesso...mi mancano così tanto i miei genitori...ma non quelli che ho lasciato lì in quella casa, quelli non sono loro...sono solo dei mostri. A me manca papà che mi coccolava, mi raccontava tante storie, mi faceva ridere facendo delle smorfie quando ero giù...c-che giocava insieme a me con il pallone nel cortile di casa e che si prendeva sempre le sgridate di mamma quando rompevamo qualcosa...ricordo ancora quando per sbaglio tirò troppo forte la palla e ruppe la finestra della vicina che iniziò ad urlare, povera vecchietta...>>
Feci una piccola risatina ricordandomi di quell'anziana signora.
<<E poi, mi manca mamma che mi dava i baci della buonanotte, diceva ogni giorno di volermi sempre più bene, mi portava al parco, mi aiutava a mangiare dato che ero un imbranata già da piccola e sporcavo sempre le magliette che indossavo...>>
Alzai lo sguardo puntandolo in quello di Beomgyu, notando subito i suoi occhi lucidi.
Stava palesemente trattendo le lacrime, era tremendamente triste.
<<Bamgyu...perché non ho potuto avere anch'io una vita normale? Sai una volta mi ero iscritta da piccola ad una scuola-calcio perché mi piaceva tantissimo e mio padre mi aveva insegnato a giocare...e-erano tutti m-m-maschi e iniziarono a p-prendermi in giro di-dicendomi che n-non p-potevo stare lì e che d-dovevo g-g-giocare c-con le bambole...i-io ci ri-rimasi m-male e appena mio padre v-venne a prendermi io a-andai da lui e sco-scoppiai a p-pi-piangere tra le sue b-braccia, lui f-furioso si a-avvicinò a quei ba-bambini e gli f-fece capire che anch'io pot-evo st-stare lì e che n-non dovevano p-prendermi in giro...ai 10 anni c'erano d-delle bam-bine della sc-scuola ginnastica-artistica che mi in-sulta-vano dice-dicendo che e-ero b-brutta e grassa...ai 12 anni in-iniziarono a bulizzarmi a s-scuola...ai 14 anni diventai una ba-ballerina e tiktoker q-quindi un personaggio fa-famoso e le p-persone sui s-s-social com-cominciavano a prendermi in g-giro di-dicendo nei c-com-menti che ero una b-balena e c-che d-dovevo sparire d-d-dalla terra...io i-iniziai a ta-tagliarmi e pia-pian-piangevo t-tutte le n-notti...i miei ge-genitori s-se ne f-fregavano s-sempre, mi->>
Mi interruppi singhiozzando fortissimo e asciugando le lacrime che continuavano a rigare sulle mie guance.
<<Ti? Cosa facevano Addi?>>
Chiese con gli occhi lucidi e stringendomi le sue mani con le mie.
<<M-Mi pi-pic-picchiavano B-Beomgyu...>>
Dissi tremando
<<Oh Addi...>>
<<Avevo u-una mi-migliore a-amica che una v-volta mi a-aveva difeso dai b-bulli...ma a-adesso lei è in I-Italia e n-non ci sentiamo più...>>
Mi abbracciò stringendomi a sé, affondò la testa nell'incavo del mio collo.
Rimasi immobile, finché non ricambiai timidamente l'abbraccio, accorgendomi di quanto potesse essere accellerato il respiro di Beomgyu rispetto al mio.
<<Bamgyu...stai piangendo?>>
Beomgyu pov's
<<No piccola...è tutto okay...>> mentii.
Non volevo farla soffrire ulteriormente, dicendogli di quanto mi sentivo in colpa.
Sapevo perfettamente che se lo avessi fatto, il cuore di Addison si sarebbe distrutto.
Mi spostai da lei dopo essermi asciugato le lacrime con la mano che tenevo sulla schiena della mia piccola e gli feci un lieve sorriso, accarezzandogli i capelli per poi dirgli un dolcissimo "ti voglio bene" e lasciargli sulla guancia lievemente arrossata un affettuoso bacio.
Come risposta mi sorrise, mostrandomi i suoi adorabili dentini.
<<Se vuoi puoi ritornare in camera, piccina e scusa se ti ho interrotta mentre disegnavi>>
<<Oh va bene...aspetta che?!>> sbarrò gli occhi mordendosi il labbro per la preoccupazione.
<<Lo hai visto?>>
chiese preoccupata.
<<Il tuo disegno? No, non ci avevo per niente fatto caso, solo che avevo notato le varie matite colorate sparse per la camera>>
ridacchiai facendo arrossire per l'imbarazzo la mia piccina.
<<Scusa Bamgyu! Vado in mettere in ordine tutto quanto!>>
esclamò scendendo dal bordo della vasca e correndo via dal bagno per dirigersi in camera sua, rimanendo da solo continuai a guardarla con un sorriso finché non potei più vederla.
Sorridevo perché era veramente adorabile ai miei occhi quella ragazza ed ero felice quando la vedevo così energetico e spensierato.
L'ultima cosa che volevo era vederla star male, essere triste, sola e affamata.
Beh era ora di cena ormai e non avevo preparato nulla, quindi mi rimboccai le maniche e scesi in cucina, pensando a cosa potrei cucinare.
Peccato che ho la testa da tutt'altra parte.
Per aiutarmi aprii il frigo per esaminare i vari alimenti e non solo, frugai anche in dispensa e nei cassetti, vidi addirittura delle ricette su internet ma nulla mi ispirava.
Magari perché ero ancora scosso da quello che mi aveva detto Addison in bagno, oppure perché ero talmente pigro che il mio cervello in quel momento era andato in stand-by.
Alla fine optai per del cibo d'asporto, non fa male se qualche volta si mangia qualcosa di non sano no?
Ordinai due cheeseburger con tanto di patatine fritte, salse e due bicchieri di
coca-cola.
Ero sicuro che Addison ne sarebbe tanto felice, dato che le poche volte che la facevo mangiare cose del genere era sempre al settimo cielo.
Fortunatamente il cibo non tardò ad arrivare e dopo aver apparecchiato la tavola e aver messo un film, andai a chiamare la piccola Addi.
Entrai con un grande sorriso ed informai Addi da cosa era composta la cena quella sera.
Iniziò a saltare ovunque e corse giù insieme a me con un grande sorriso stampato sul viso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 24, 2021 ⏰

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