Una voce gelida e sibilante chiamò il suo nome.
-Amber Misfits.-
La ragazza si voltò di scatto, cercò un volto nel buio, da associare a quella voce, ma non vide niente.
Scrutò più a fondo, cercando di mettere a fuoco le tante forme che annegavano nell'ombra. Fu in quel momento che si accorse che due occhi rossi con le pupille verticali la fissavano.
-Ti chiamano "la dominatrice della natura"- adesso gli occhi avanzavano nell'oscurità -la tua potenza supera di gran lunga quella di molti, dicono che potresti sconfiggere con un solo schiocco di dita il Signore Oscuro.-
Amber era terrorizzata, deglutì rumorosamente, come per far scendere quel groppo che le si era creato in gola, ma fu inutile.
-Non posso permettere che ci sia qualcuno considerato più forte di me, tu lo capisci, vero?- il tono estremamente calmo inquietava e impauriva Amber, che indietreggiò, facendo scontrare la schiena contro il parapetto. Voleva scappare, ma la scarsa illuminazione non le era d'aiuto.
La figura uscì dalle tenebre , il suo volto venne illuminato da un flebile raggio di luna. Ciò che si palesò di fronte alla ragazza era un uomo, alto e piuttosto esile, ma il suo volto era ossuto e aveva due fessure al posto del naso.
Amber ne fu disgustata. E mentre quella creatura si avvicinava con aria di sfida, si accorse di non avere la sua bacchetta.
Cercò di evocare il fuoco, ma venne interrotta.
-Misfits, non lo posso permettere...Avada Kedavra!-Amber si svegliò nel suo letto, madida di sudore, con il petto dolorante.
Era solo un sogno. E questo la sollevò, ma il terrore scorreva ancora nelle sue vene.
Quello che aveva visto, e che l'aveva uccisa, era Voldemort?
Le era difficile persino respirare, quello che aveva visto sembrava troppo reale, la sua mente non poteva aver plasmato una figura così spaventosa e reale.
Era come se qualcuno le fosse entrato nella mente, e per un secondo passò nella sua testa la folle idea che quello fosse un avvertimento.
Doveva riferire tutto a Silente, e doveva farlo il prima possibile.Si alzò tremante dal letto e si vestì, cercando di non svegliare nessuno nella stanza.
Non aveva idea di che ora fosse, ma fuori era ancora buio e riusciva a sentire le civette e i gufi che stridevano e bubolavano in lontananza.
Sentenziò che fosse ancora notte, o magari, le prime ore del mattino.
La strada verso l'ufficio di Silente non sarebbe stata facile con Gazza e il suo gatto tra i piedi, ma doveva tentare.
Uscì in fretta dalla sua camera, e poi dalla sala comune dei Serpeverde. Camminò cauta per corridoi e scale, fino a giungere al piano più alto del castello. Probabilmente il custode si era addormentato, era stato fin troppo semplice attraversare da fondo a cima l'intero castello.
Giunta di fronte ai gargoyle che sorvegliavano l'ufficio pronunció la parola d'ordine, sperando che non fosse stata nuovamente cambiata.
-Scarafaggi a grappolo.- sussurrò, e la statua del gargoyle roteò su se stessa, fino a consentirle di entrare.
È buffo come Amber si sia preoccupata solo in quel momento del fatto che il preside potesse essere a letto, a dormire, e non nel suo studio a lavorare.
Si preparò ad essere delusa e a dover tornare nei sotterranei, ma con sua grande sorpresa, Silente ergeva dalla poltrona dietro al grande tavolo, intento a firmare con la sua piuma d'oca pergamene del Ministero della Magia.
-Salve Amber, a cosa devo questa sua visita notturna?- domandò guardandola da sopra gli occhiali a mezzaluna.
-Professore, scusi per l'orario, ma ritengo di estrema importanza doverle riferire quanto mi è appena successo.-
E fu così che Amber incalzò a raccontare il suo sogno e le sue perplessità sul controllo della mente.Inutile dire che uscì dall'ufficio di Silente più confusa di prima. In ogni caso avrebbe dovuto riferirgli ogni stranezza le accadesse, in qualunque momento le accadesse.
-Amber, quasi dimenticavo! Buon compleanno!- fu così che Silente la salutò, facendole ricordare che era il suo compleanno.
In realtà non lo aveva mai dimenticato, tutt'altro, lo aspettava a gloria. Ma quel sogno l'aveva turbata a punto da farle dimenticare che era il 23 Novembre.
Per quanto i suoi compleanni fossero sempre stati tristi e poveri di festeggiamenti, aspettava sempre con ansia quel giorno. Chissà, magari sarebbe stato migliore dell'anno precedente.
Quando ebbero finito la discussione era ormai mattina, e Amber si diresse nella Sala Grande per fare colazione.
Incontrò Fred e George, ma le parlarono solo di quanto fossero incredibili i loro prodotti. Incontrò Harry e Ron, che la salutarono semplicemente. E poi incontrò Draco, che le sorrise malizioso.
La pervase un senso di vuoto e per poco non pianse. Rimpianse, ancora una volta, Cedric.
L'ultimo compleanno che aveva festeggiato era stato con lui. L'aveva portata al lago e le aveva preso una torta al cioccolato con glassa allo zucchero piena di candeline. Le aveva regalato un libro sull'astrologia e una collana con una mezzaluna, che non aveva mai tolto.
Cedric le mancava infinitamente. E in quel giorno desiderò talmente forte che fosse lì con lei, che lo vide. Seduto accanto a lei, sorriderle. Le sussurrò all'orecchio "tanti auguri" e le baciò dolcemente la fronte.
Ma poi aprì gli occhi, e la Sala Grande brulicava di persone. Le bruciavano gli occhi e la gola, doveva andare via da quella stanza.
Uscì senza toccare cibo e scoppiò in un singhiozzo disperato appena mise piede nel cortile. Il cielo pianse con lei, ma Amber si ricompose in pochi minuti e come se niente l'avesse ferita andò nell'aula di Pozioni.Erano ormai le cinque di pomeriggio, le lezioni erano finite, e nessuno si era ricordato del suo compleanno. A parte Silente, ovviamente.
Neanche i suoi nonni le avevano spedito nulla, il che le sembrò particolarmente strano, considerando che la riempivano di pasticcini e lettere di auguri.
Era stata pervasa, per l'intera giornata, da un assordante solitudine e il senso di vuoto aveva oramai preso possesso del suo corpo, desiderava solo che il giorno volgesse al termine e che il suo compleanno diventasse solo un vago ricordo.-Amber! Devi venire con me, ho una cosa da mostrarti!-
Alzó gli occhi dal libro che stava facendo finta di leggere e guardò George per qualche secondo, era euforico, e le avrebbe sicuramente fatto vedere qualche altra sua invenzione.
Per quanto non ne avesse alcuna voglia, lo seguì.
Non disse niente, era arrabbiata, delusa e infinitamente stanca. Avrebbe guardato con finta meraviglia la sua nuova creazione e poi sarebbe andata a letto.
-Sai, so bene cosa tu abbia pensato fino ad ora...- il ragazzo si fermò davanti ad una porta che Amber non aveva mai notato prima.
-"Nessuno si ricorda del mio compleanno"- gracchiò cercando di imitare la voce della ragazza di fianco a lui, sul cui viso tondo nacque un piccolo sorriso.
-Per cui, buon compleanno Amber!- disse aprendo la porta.
La stanza era piena di addobbi viola, di dolci e di persone che, tra un boccone e l'altro, le urlarono "buon compleanno!"
Guardò George quasi commossa e istintivamente lo abbracciò.
-Ti voglio bene- sussurrò il ragazzo, stringendola a se.
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Dominatrix of Nature||George Weasley
Fanfiction-Amber, ti prego alzati- la supplicò George ancora una volta. -Vattene- sussurrò, ma a quel sussurro seguì la rabbia -ANDATE VIA, TUTTI- Sentì le mani bruciare, non riusciva più a controllare l'ira e nella sua testa non c'era spazio per alcun pens...