Esercito di Silente, parte 2

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George sapeva come la pensava Amber riguardo certi complimenti che riceveva, e prima che potesse dire alcunché, continuò -e no, non sei solo quello, perché una persona non può essere glorificata solo per la sua bellezza, è avvilente e riduttivo, ma sei davvero bella Amber.-
Amber sorrise, era uno di quei sorrisi dolci colmi di gratitudine, e istintivamente abbracciò il ragazzo accanto a lei, diventato rosso dall'imbarazzo procuratogli dalle parole appena dette.
George la strinse a se e inspirò profondamente il profumo inconfondibile dei suoi capelli, vaniglia.
Desiderò che quell'abbraccio non terminasse più, ma Amber non riusciva a stare tra le braccia di qualcuno per più di pochi secondi.
-Bene, ora basta, sennò diventiamo sentimentali.- George rise alle sue parole, adorava il suo mancato affetto.
Inutile dire che il pomeriggio passò troppo rapidamente per i due, che ben presto si ritrovarono a correre per i corridoi, in ritardo per la cena.

Il mattino seguente la colazione si stendeva maestosa sul lungo tavolo della sala grande. Amber prese posto accanto a Blaise Zabini, che le fece un cenno per salutarla, lei ricambiò per poi fiondarsi sulle girelle alla cannella.
Mentre trangugiava il suo caffè arrivò la posta.
Un gufo planò verso di lei, lasciandole due lettere.
Riconobbe indubbiamente l'elegante grafia della nonna, e il suo tipico sigillo di cera lacca dorato. L'altra lettera non era considerabile tale, era un semplice foglietto ripiegato con su scritto in maniera disordinata "Per Amber".
Incuriosita Amber aprì il foglio. "Allora, ci sarai oggi pomeriggio? -FeG". Lanciò uno sguardo al tavolo dei Grifondoro e notò che Fred la stava guardando con uno sguardo impaziente.
Sospirò, poi fece cenno di sì con la testa, e il ragazzo al tavolo accanto al suo esultò, riferendolo poi subito al fratello e al terzetto di amici che aveva organizzato l'incontro.

Quel sabato pomeriggio i gemelli aspettarono Amber nel corridoio davanti la Sala Grande, di lì a pochi minuti sarebbero andati ad Hogsmeade tutti insieme.
-Eccoti finalmente, muoviti!- incalzò Fred appena la figura della ragazza uscì da un corridoio poco illuminato.
-Dobbiamo solo andare in un lurido locale, non c'era bisogno di agghindarsi così!- rise ancora una volta Fred, ma Amber aveva sempre la risposta pronta.
-Voi dovete SOLO andare in quel lurido locale, io ho un appuntamento dopo- affermò soddisfatta.
George si rabbuiò -Un appuntamento? E con chi?-
-Oh nessuno di importante, vi racconterò tutto non appena tornerò!- disse entusiasta.
La verità era che Amber non aveva alcun appuntamento, semplicemente le piaceva vestirsi bene e di certo non avrebbe permesso a Fred di prenderla in giro.
Che poi onestamente, non si era neanche agghindata.
Indossava un semplice paio di jeans neri con le estremità arrotolate, in modo che si lasciassero intravedere gli anfibi bianchi, e un soffice maglioncino color panna. Dal suo collo pendeva una lunga collana dorata con un ciondolo a forma di luna, che Fred riconobbe essere il primo regalo che le aveva fatto Cedric.

Raggiunsero lo squallido bar ed entrarono titubanti, era completamente vuoto. Un omuncolo sbucò dal bancone e fece loro cenno di andare al piano di sopra. E così fecero.
Erano già tutti lì a parlare animatamente, ma quando si accorsero della loro presenza piombò il silenzio.
-Venite, prendete posto!- disse euforica Hermione. Fred e George si sedettero vicini, ad Amber toccò il posto accanto a Neville Longbottom, che parve impaurito alla sola idea di averla accanto.
-Guarda che non mordo!- gli sussurrò Amber ridendo, nel tentativo di tranquillizzarlo. E in parte, ci riuscì.
Come suo solito Amber non ascoltò una sola parola dei monologhi di Harry ed Hermione. Sapeva che Voldemort era tornato e questo era sufficiente a spingerla ad entrare nel...com'è che l'avevano chiamato? Ah sì, Esercito di Silente.
L'unica cosa che frullava nella testa ad Amber era su chi avrebbe insegnato loro gli incantesimi e non si peritò a chiederlo.
Alzò la mano e quando Hermione le fece cenno di parlare disse:-Chi...- Neville sobbalzò appena iniziò a parlare, la ragazza gli lanciò uno sguardo stranito -Sono innocua eh!- lo rassicurò, poi continuò con la domanda -Dicevo...chi ci insegnerà a difenderci?-
-Harry!- rispose Ron entusiasta.
-E ne ha le capacità?-
-Oh ma certo, sa evocare un incanto patronus!-
Amber era ancora titubante, non sarebbe stata certo la scia luminosa di un animaletto a difenderli dai pericoli che incorrevano là fuori, ma tutto sarebbe stato sicuramente più utile delle lezioni della Umbridge.
Si ritrovò dunque ad imprimere il suo nome su una strana pergamena, e le venne consegnato un galeone. Un finto galeone, su cui appariva l'orario delle loro esercitazioni. Adesso dovevano solo trovare il luogo dove dar vita all'esercito, ma Amber era convinta che di lì a pochi giorni avrebbe saputo anche quello.

Dominatrix of Nature||George Weasley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora