-Vorrei che la signorina Misfits mi seguisse.- espose il preside della scuola interrompendo la lezione di Trasfigurazione.
La professoressa McGonagall annuì e Amber si diresse fuori dalla classe, prendendo sotto braccio i suoi libri.
Seguì a fatica il preside, che camminava con passi lunghi, fino al suo ufficio.
Si accomodò su una delle poltrone turchesi davanti al tavolo traboccante di fogli e libri.
-Immagino tu sappia già il motivo per cui ti ho chiamato- esclamò con voce profonda Silente, tirandosi su gli occhiali a mezzaluna.
-Beh professore in realtà no, ma posso immaginare...- sospirò -si tratta dei miei poteri, non è così?-
-Esattamente Amber, ma quest'anno sarà più dura.- si soffermò a guardare la ragazza seduta davanti a lui con aria sconsolata.
-Come saprai, purtroppo anche a tue spese, Voldemort è tornato. E non avrà intenzione di farsi sconfiggere come l'ultima volta. Cercherà di mettere insieme insieme un esercito più potente.- il suo sguardo si posò su quello della giovane, che sembrava confusa.
-Amber, ascoltami bene- disse con tono talmente serio da inquietarle l'animo -una volta che avrai imparato ad usare i tuoi poteri, la tua vita non sarà più normale.-
Amber lo guardò fisso negli occhi, pronta a dire che la sua vita non era mai stata normale, ma lui la precedette.
-Non sto parlando dei poteri in se, ma di te.- sospirò -Ti vorrà Amber, vorrà i tuoi poteri e la tua forza.-
Il respiro le si bloccò e la sua carnagione assunse un colorito biancastro, il solo pensiero che Voldemort la volesse con se per distruggere il mondo magico e uccidere stirpi di maghi non purosangue le dava la nausea.
Ma Amber sapeva di doverlo fare, demonizzare la sua potenza non l'avrebbe portata a niente, e si sarebbe odiata per tutta la vita se non avesse nemmeno provato a raggiungere l'apice del suo potere.
Le era stata inflitta una pena sin dalla più tenera età, era giunta l'ora di sfruttarla a proprio vantaggio.
Era terrorizzata, ma sapeva cosa sarebbe stato giusto fare.
Guardò fuori dalla finestra, in cerca di consolazione ma la pioggia che cadeva fitta non le fu di aiuto a rassettare il suo animo turbolento.
Il preside si alzò e si diresse verso un armadio di cristallo, in fondo al suo ufficio. Cercò con attenzione al suo interno, e tirò fuori una collana.
Aveva la catena in argento, piuttosto lunga, e da essa pendeva una pietra viola che aveva tutto l'aspetto di essere un'ametista.
La porse ad Amber -questa ti aiuterà- constatò.
-Una collana?- era sempre più confusa e mai come in quel momento aveva desiderato tornare in classe a seguire la lezione di Trasfigurazione.
-Questa non è una semplice collana. Prendila, coraggio!-
Amber afferrò titubante il ciondolo.
-Ecco, adesso stringilo nel palmo e desidera, per un solo momento, di non dover essere da sola nel dominio della natura.-
Non fece domande, era estremamente stanca e voleva andarsene il prima possibile da quella stanza, così fece quello che Silente le disse, senza domandare alcuno dei quesiti che le vorticavano per la testa.
Strinse la pietra, chiuse gli occhi e inspirò profondamente, poi espresse il desiderio.
In un attimo una folata di vento invase la stanza, e sentì il ciondolo muoversi nella mano. Il suo movimento era quasi impercettibile, ma più i secondi passavano, più la collana assumeva forza e vigore, tanto da costringere Amber a lasciare la presa.
La collana vorticò in aria, fermandosi poco sopra la sua testa.
Per un attimo tutto tacque.
Il silenzio fu seguito da un bagliore accecante e da un fastidioso sibilo. Poi la collana cadde a terra.
Amber la fissò, voleva assicurarsi che non facesse altri movimenti o suoni inaspettati.
-Puoi prenderla adesso.- esordì Silente, accarezzandosi la lunga barba bianca.
Amber non fece domande, ancora stranita prese la catenina. La pietra brillava e Amber giurò di aver visto al suo interno acqua, fuoco, terra e aria fondersi l'uno con l'altro con armonia.
Era strabiliata.
-Il Ciondolo della Potenza non ha niente a che vedere con i tuoi poteri, ma, come suggerisce il nome, ha a che fare con la forza. La tua forza. Tu, da sola, potresti fare molto ma la tua forza avrebbe un limite. Con questo Amber, non avrai alcun limite.- ci fu una breve pausa, poi il preside riprese a parlare.
-Tuttavia, non devi abusarne. Durante le nostre lezioni non lo userai, e non lo dovrai usare in nessuna situazione, a meno che quest'ultima sia di vita o di morte. Basterà pronunciare "potentia" e il ciondolo verrà in tuo soccorso, al contrario, pronunciando "nego potentia" il ciondolo cesserà di trasmetterti forza.-
Nella stanza calò il silenzio. Amber aveva ricevuto uno strumento tanto potente quanto distruttivo, ne riconosceva l'immenso valore ma al contempo era preoccupata. Quel monile era un'arma di distruzione, ed era nelle sue mani. Era nelle mani di un'adolescente ancora scossa dalla morte del ragazzo che amava e in cerca di vendetta.
-Professore non credo di essere la persona giusta a cui affidare tanto potere.- sentenziò, cosciente delle sue capacità e dei propri limiti.
-Amber, non esiste posto più sicuro per quel ciondolo.-
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Dominatrix of Nature||George Weasley
Fiksi Penggemar-Amber, ti prego alzati- la supplicò George ancora una volta. -Vattene- sussurrò, ma a quel sussurro seguì la rabbia -ANDATE VIA, TUTTI- Sentì le mani bruciare, non riusciva più a controllare l'ira e nella sua testa non c'era spazio per alcun pens...