Step 1,2,3 and 1,2,3 Let's go [Wooyoung x reader]

Chapter 11

Il giorno successivo mi svegliai molto di buon umore, ciò che successe la scorsa sera mi rallegrò particolarmente, finalmente io e Woo ci eravamo confessati e, da parte mia, un peso in meno sovraccaricava il nostro cuore; il solo pensarci faceva colorare istantaneamente le mie gote e faceva nascere un sorriso imbarazzato sul mio viso. Fui la prima ad alzarmi e, di conseguenza, mi diressi in cucina per preparare la colazione per l'intero battaglione, ma mi dimenticai di portare con me una felpa.

Ero alle prese con la colazione, sia salata che dolce da buona italiana quale sono, almeno di origini, quando iniziai a percepire un vento freddo soffiare sulle mie spalle provocandomi la pelle d'oca e brividi lungo tutto il corpo; inaspettatamente la mia figura cominciò piano piano a tremare a causa del gelo che avvertiva, maledetta me che mi sono dimenticata di portare una felpa con me. Sentii dei passi alle mie spalle ma non ci diedi troppo peso, credevo fosse la mia immaginazione in quanto il team era ancora nel mondo dei sogni; in quel momento avvertii qualcosa, simile a un capo d'abbigliamento, sulle mie spalle a coprire loro e la schiena, producendo un flebile calore che gradualmente si propagava per tutto il mio corpo. Lanciai un occhio alla zona interessata ed effettivamente notai una felpa grigia, troppo grande per essere una delle mie; sorrisi in un attimo e una voce proveniente da dietro di me asserì:

«Non posso mica permettere alla mia ragazza di morire di freddo.»

Rimasi spiazzata da ciò che disse, mi aveva seriamente definito la sua ragazza? Tuttavia non me lo aveva ancora chiesto, quindi possiamo dire che non dovremmo essere ancora una coppia a tutti gli effetti; erano le otto del mattino e la mia mente stava lavorando decisamente troppo, misi da parte i miei pensieri e risposi al mio cavaliere interlocutore con un pizzico di sarcasmo nella voce:

«Ma quanto è dolce e premuroso il mio ragazzo.»

Probabilmente non colse la nota ironica dell'affermazione oppure la ignorò a priori, si scostò dal tavolo al quale era appoggiato e mi venne incontro, posizionò le sue braccia attorno alla mia vita in un abbraccio da dietro, appoggiando il suo viso nell'incavo del mio collo. Ci lasciava di tanto in tanto qualche bacio, strofinando la zona sensibile con la punta del naso che la accarezzava goffamente; il calore che mi pervadeva aumentò drasticamente e i brividi si fecero più intensi, sentivo una sensazione piacevole al basso ventre che andava piano piano pervadendo la mia intera figura. Quel ragazzo era davvero il diavolo per me, il tentatore per eccellenza; stava esplorando la mia spalla con le sue labbra e io mi stavo eccitando come se mi stesse toccando.

«Farei questo ed altro per te. Comunque ti sta davvero molto bene.»

Riuscii a calmare quelle scosse di piacere che inebriavano il mio corpo, volsi il viso verso di lui perdendomi a fissarlo per qualche minuto, le nostre labbra si sfiorarono e si cercarono come fossero pezzi complementare dello stesso puzzle; aumentò la stretta sui miei fianchi mentre approfondiva il bacio, nel quale oramai mi stava divorando le labbra quasi fossero la sua colazione. Ci staccammo e rimanemmo a fissarci l'un l'altro per un po' di tempo, osservai il suo volto e mi fissai nella mente ogni minimo dettaglio, dagli occhi colore del cioccolato ai capelli colore dei glicine, dalla pelle chiara di porcellana alle labbra rosee colore danubrite rosa, tutto. Ci sorridemmo come degli stupidi fino al momento in cui altri passi giunsero alla soglia della cucina e il più cucciolo dei due esordì:

«Finalmente cane e gatto hanno trovato un buono compromesso per convivere, questo vuol dire niente più liti che fanno crollare questo posto; anche se non pensavo che sarebbero diventati così amici per convivere.»

Il nanetto, il più schietto della coppia, affermò con una calma spiazzata e la voce impastata ancora dal sonno:

«Infatti, probabilmente faranno tremare questo posto per altri motivi.»