Oh Marinette

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Adrien// smut

La tenevo salda a me con una mano sotto il suo sedere mentre con l'altra giocherellavo con la sua intimità.
Il suo volto era nascosto sul mio collo,ma riuscivo a percepire il calore delle sue guance sulla mia pelle.
<<Ancora>> mugugnava spingendosi contro di me.
Premeva sui miei fianchi, freneticamente.
Sorrido accarezzandola delicatamente, imprimendo il ricordo nel cuore per non perderlo mai.

Entrato. Ero entrato con una sua spinta dei fianchi ma resto fermo, abituandomi alla quiete del momento, mentre il sangue batteva veloce nelle mie vene, i battiti nelle mie orecchie e il respiro caldo di Marinette sul mio collo. Mi spinge un po' fuori e poi di nuovo dentro. Lo fa e lo rifa, tenendosi salda a me con le unghie conficcate nelle mie scapole.
Entravo fino all'inguine e riuscivo quasi completamente, come se fossi un suo unico ingranaggio.
Estasiato decido di aiutarla appoggiandola con la schiena al freddo muro della doccia.
L'acqua continuava a scorrere sui nostri corpi bollenti.
Marinette mugugnava nel mio orecchio mentre i suoi fianchi si muovevano monotoni contro di me.
<<Piano piano>> sussurro con voce rotta accarezzandole i capelli.
Avevo veramente paura di urtarla gravemente di questo passo, seppure i suoi gemiti trasmettevano il contrario.
Mi mordo il labbro vaneggiando, con le restanti forze, qualche spinta più profonda.
Afferro delicatamente il suo seno nella mano, messaggiando delicatamente il capezzolo col pollice.
Tremava nelle mie mani. Era segno che stava per arrivare al culmine.
<<Adrien!>> dice quasi in un sospiro prima di rilassarsi completamente contro di me, lasciando la testa cadere nell'incavo del mio collo.
La fatidica ultima spinta mi permette di estrarmi e completare l'opera, stavolta all'esterno.
<<cavolo..>> sussurro cercando di levare quel che avevo rilasciato sul ventre di Marinette.
Lei ridacchia, tornando coi piedi per terra allontanandosi giusto di un centimetro, lo spazio necessario per guardarmi negli occhi.
Le sue labbra arrossate lo curvano in un sorriso, il più bello che io abbia mai visto.
<<Forza, laviamoci e usciamo da qui>> sussurra col respiro affannato, picchiettandomi il petto con le dita.

Dopo una lunga doccia decidiamo finalmente di tornare in camera e vestirci, con le ottime intenzioni sta volta.
<<Vestiti casual, insomma è mia madre alla fine>> le consiglio accarezzandole i capelli appena asciugati.
<<Appunto, è tua madre>> puntualizza frugando nei cassetti.
Afferra un vestito rosso, dal busto interamente di pizzo nero coprente con una lunga gonna, fin troppo elegante.
Lo indossa velocemente sistemandolo sulle spalle.
Mi lancia un'occhiata veloce indicando col pollice la zip sulla schiena.
Con un passo la raggiungo, afferrando con le dita la piccola cerniera. Sfioro la sua pelle tiepida coi polpastrelli, salendo lentamente. Quasi si irrigidisce.
Le sposto i capelli dalle spalle, permettendomi di vede il collo protetto dal pizzo del vestito.
Appoggio le labbra sulla stoffa, lasciando dei baci leggeri su questa. Lei ridacchia e con la mano mi arruffa i capelli ancora umidi.
<<Preparati>> mi suggerisce prima di ritornare in bagno a truccarsi.

Sospiro sedendomi goffamente sul letto, mi sdraio ancora perso tra alcuni pensieri.
In realtà quello non pronto a conoscere mia madre, ero proprio io.
Non avevo la minima idea di chi fosse la donna che dormiva sul divano di casa mia, la stessa scomparsa tanti anni fa, la causa dei miei traumi.
Mi arrotolo nelle lenzuola osservando le mura della stanza che mi circondava.
Arruffo ancora i capelli come per scacciare quei pensieri malinconici.
<<Adrien?>> Mi richiama la voce di Marinette.
Mi volto nella direzione del bagno, cercando il suo bel faccino.
Mi scrutava appoggiata allo stipite della porta.
<<Che succede?>> mi chiede con quello sguardo attento puntato su di me.
Scuoto la testa, saltando a sedere sul materasso.
<<Bugiardo>> incrocia le braccia al petto mentre si avvicina lentamente. Mi permetto di osservare come i suoi fianchi ondeggiassero a ogni passo, sempre più vicina.
Mi accarezza la testa, sprofondando le dita nei ricci biondi che si erano formati con l'umidità.
<<Vuoi parlarne?>> mi chiede sedendosi accanto a me, aveva una postura completamente rilassata.
Io le sorrido, cercando di non farle notare la tempesta nella mia testa.
Scuoto nuovamente la testa.

<<Va bene>> sospira continuando a muovere la mano tra le ciocche.
<<Vuoi un abbraccio?>> mi propone sorridente.
Annuisco energicamente.
Lei salta velocemente sulle mie cosce, portando le mani sulle guance.
<<Il gatto ti ha mangiato la lingua, minou?>> ridacchia accarezzandomi.
<<Quando mai>> obbietto avvicinando il viso al suo.
Con le mani le afferro i fianchi, stringendola a me.
La stoffa del vestito era ingombrante, non mi permetteva di sentire la sua pelle sulla mia.
<<Ho capito le tue intenzioni gattino, non mi sembra il caso>> dice dandomi un pizzicotto sul naso.
<<Mi stai rifiutando?>> le chiedo con tono giocoso stendendomi sul letto.
Lei annuisce continuando a sorridere.
Ed ecco che i pensieri si erano completamente persi  in quel sorriso.

Resta seduta su di me, con quei profondi occhi celesti puntati su di me.
<<Ho solo i boxer quindi facciamo ancora in temp->>
<<Adrien!>> Mi interrompe coprendosi la faccia con le mani.
Riuscivo a percepire le sue guance arrossate anche con le dita di mezzo.
Rido di gusto accarezzandole i fianchi, coi pollici disegno come dei cerchi su quella stoffa rossa che iniziavo ad odiare.
<<Odio questo vestito>> sussurro osservandolo.
<<Perché?>> Mi chiede stupita.
<<Perché ti preferisco senza>>
Lei porta le sue mani fredde sulla mia bocca, premendole contro le labbra.
<<Zitto>> i capelli le coprivano leggermente il volto, ma Dio, come amo quell'espressione imbarazzata.

Lecco il palmo della mano, che ritira subito.
<<Adesso ho intenzione di vestirmi, va bene?>>
Marinette si alza velocemente, dirigendosi in silenzio verso il bagno.
La guardo andare via.
<<Sai la tua schiena non è niente male, ma la preferisco su di me>> le dico mentre abbandono, finalmente, il letto.
La sento soffocare una risata per poi dire un inaudibile "stai zitto".
Frugo nel cassetto, decido di prendere le cose più comode; jeans skinny nero e una maglietta leggera grigia.

Raggiungo Marinette in bagno, deja-vù.
Si pettina le ciglia con quell'affare nero, per colorarle o allungarle, mai compreso.
Prendo il primo asciugamano a portata di mano, iniziando a massaggiare i capelli umidicci.
<<Usa l'asciugacapelli>> dice indicando il cassetto al suo fianco.
Sbuffo aprendolo controvoglia.
<<Non vorrai prendere un brutto raffreddore vero?>>mi sorride strafottente.
<<Ah ah>>

Accendo l'affare, l'aria calda e violenta mi rilassava completamente.

Spazio autore

Mi dispiace veramente per l'assenza! Ma sono stato molto demotivat riguardo a questa storia, ma ultimamente ho notato che sta avendo molto successo e tanti di voi l'hanno salvata anche nella biblioteca!
Aggiornerò i capitoli più spesso, ditemi cosa ne pensate a riguardo 💕

•La Ragazza & Il Gatto Nero• ||Marichat|| 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora