L'ultimo abbraccio?

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Ero a ben cinque minuti da casa.

Ancora mi chiedevo dove potesse essere il mio ragazzo.
Se solo avessi avuto il cellulare...

BIIIIPP BIIIIP

Il clacson di una macchina mi fece sobbalzare.
Mi voltai lentamente terrorizzata, a Parigi di sera non girava bella gente.

Il bodyguard di Adrien era nella Station Wagon di ultima generazione.

Mi guardava dritto negli occhi con la solita espressione neutra.

<<S-salve!>> feci un cenno con la mano.

In cambio lui mi indicò con il capo i sedili posteriori.

<<Devi salire Mari->> sussurrò Tikki nella mia borsetta.

<<Ah!>> mi avvicinai alla macchina elegantemente, aprii lo sportello e mi sedetti su quei comodi sedili di pelle.

<<Come mi ha trovata?>> chiesi all'uomo

Mi rispose con un alzata di spalle.

Non era di molte parole.

<<E- e Adrien?>> chiesi nuovamente

<<Il signorino Agreste è nella villa, la cercava.>> concluse con una voce profonda.

Che brividi-

"Adrien è a casa? Ma perchè non è venuto a prendermi lui allora?"

Pensai a molti pro e contro di incontrare il signor Agreste, di nuovo.

Arrivammo di fronte alla grande villa.

Era da mesi che non la vedevo.

<<Prego scenda>> mi ordinò il bodyguard.

Annuii scendendo dal veicolo

Il cancello si aprì lasciandomi nel viale della casa circondato di magnifici fiori.

<<Questi non c'erano prima->> sussurrai guardandomi intorno.

Fiori fantastici e cespugli ben tenuti facevano parte della villa.

Salii i gradini del portico e bussai alla grande porta di legno.

<<Sì? Chi è?>> la voce di Nathalie risuonava da due piccole casse poste ai lati del portico, vicino due telecamere.

<<Sono io- Uh M-Marinette!>> gridai alla telecamera.

Riuscivo ad immaginare che espressione stupida potessi avere in quel momento.

La porta si aprì e il mio sguardo incontrò quello di Adrien.

<<Adrien->> sussurrai tra me e me.

Non fece un passo. Rimase a guardarmi.

<<Adrien!>> gridai correndo tra le sue braccia.

Al contatto con il suo corpo delle vibrazioni attraversarono la mia spina dorsale.

Adrien ricambiò l'abbraccio. Non era un abbraccio il suo, mi teneva semplicemente.

Mi staccai dal suo corpo cercando il suo sguardo.

<<Che ti prende?>> chiesi.

Il suo sguardo era colmo di emozioni: tristezza, rabbia, compassione.

<<Adrien?>>

Sembrava solo un pupazzo. Non si muoveva era inespressivo.

Delle lacrime passeggiarono sulle mie guance, lente e dolorose.

•La Ragazza & Il Gatto Nero• ||Marichat|| 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora