A toccare il fuoco ci si scotta

2 0 0
                                    


"Allora perché ti serve Drift per combattere? Non hai i tuoi poteri o roba del genere?" chiesi ed evidentemente avevo toccato un nervo scoperto.

"E secondo te tutte le divinità sono così fortunate da avere tutto il potere che vogliono? No caro, ci sono altre come la sotto scritta che hanno un tot di potere e basta. E a noi ci è posta una scelta o domare un'arma come quella che tu maneggi con tanta leggerezza oppure rimanere nell'anonimato per sempre e rischiare la cancellazione per ogni minimo errore" Questo era un chiaro esempio di gerarchia che emarginava gli inadatti ed i deboli. Io in un certo senso mi rivedevo i quella "ragazza" che oramai con le lacrime agli occhi mi stava chiedendo indietro la sua arma.

"E se ci fosse un modo per aiutarti?" dissi dopo 20 secondi eterni di un imbarazzante silenzio.

"E come l'unico modo sarebbe ottenere i soldi per la creazione di un nucleo. E per farlo dovrei uccidere Fenix. Cosa impossibile dato che ho usato quasi tutto il mio potere per lanciare la falce che ti ha colpito..." Anche lei ci era arrivata evidentemente.

"E se io lo sconfiggessi per te?" Chiesi ingenuamente.

"no, non puoi. Non sei un controllore dimensionale, non hai fatto il Log" disse lei. Una lampadina mi si accese in testa. Io avevo fatto un log in

"E se io lo avessi fatto?" chiesi ancora una volta come se non sapessi nulla.

"In via teorica potresti utilizzare il potere che hai assorbito dal mio attacco e quindi Drift..." Ancora una volta si fermò e realizzò prima di dire

"Tu hai già fatto il log vero?" Disse mostrando una piastrina che aveva attorno al collo.

"Controlla nella tasca" disse Io non capivo e con una faccia perplessa mi misi una mano in tasca e lì trovai una targhetta come quelle che avevano i militari con sopra scritti: Nome, cognome, Data di nascita, Razza e Grado; solo l'ultima casella era vuota di queste. Mi misi la targhetta al collo. Genesis a quel punto disse

"Benvenuto a bordo novellino, tu sei quello che mi assicurerà una promozione. Nonché quello che sconfiggerà Fenix oppure preparati ad una morte atroce" Disse queste ultime parole con un sorriso inquietante che quasi mi aveva fatto perdere la voglia di picchiarmi con un mostro che per hobby uccideva divinità.

"Ora parliamo una cosa; Io cosa ci guadagno?" La dea si era già girata verso la porta quando si rigirò e come se stupita dalla mia richiesta.

"Scusa? Che hai detto" chiese come se una mia richiesta fosse inconcepibile per lei.

"Io rischio la pelle, io mi faccio male, io fatico e se tutto va bene tu hai una promozione? Non mi pare giusto non ti sembra?"

"Cosa vuoi in cambio?" chiese esasperata la dea.

"Divenire un controllore dimensionale" La mia domanda era sicuramente inaspettata per lei. La quale sembrava alquanto stupita dalla mia domanda.

"Non so se sia possibile, non sei un dio e poi non saresti pronto alla competitività delle divinità per scalare la classifica. Lascia perdere" La mia emozione in un attimo si smontò.

"Merda" Allora diedi un colpo sul tavolo dove prima era poggiata Drift. Lo stesso fu come se divenisse più morbido per fare lasciare al mio pugno un'impronta. Appena mi resi conto di quello che avevo fatto dapprima fui tipo "Cazzo ho rotto il tavolo" e poi realizzai.

"Che ne dici di questo?" dissi indicando il tavolo d'acciaio che ora vantava un calco del mio pugno realizzato in maniera assolutamente perfetta.

"T-tu puoi usare il potere senza essere un Dio. E senza un nucleo..." Sembrò svenire quasi per un momento. La dovetti reggere dal battere la testa, poi quando si riprese chiesi.

"Tutto bene? Dalla tua reazione capisco che non è una cosa che dovrebbe succedere molto spesso" La presi e la misi su di una sedia. Sembrava ancora scossa ma sembrava capace di rispondere.

"Non dovrebbe essere possibile per un mortale. I mortali a contatto col potere Divino dovrebbero andare in pezzi. Nel tuo caso non solo non sei andato cancellato ma hai assorbito quel potere e sei capace di utilizzarlo. Questa caratteristica non solo è anormale ma anzi è stata riscontrata solo un'altra volta" In quel momento mi sentii speciale, felice e spaventato. Tutto insieme.

"E chi era l'altro mortale in cui avete trovato questa qualità?" Chiesi oramai curiosissimo di sapere.

"In quello che fu il più grande guerriero dimensionale della storia. Seth. Egli era In grado di tenere testa alle Divinità maggiori, I suoi colpi erano capaci di far collassare una dimensione. In tutto il suo operato ha fallito solo 1 volta. Quella volta fu solamente perché una dimensione trappola gli crollò addosso" raccontava quella storia con nostalgia come se stesse ricordando un vecchio amico o simile. La cosa che mi risultò più strana fu il fatto che fosse un mio omonimo.

"Tu lo conoscevi vero?" la domanda mi scappò ma ero troppo curioso. La dea fece una smorfia di dolore come se avessi nuovamente toccato un tasto dolente. Abbassò la testa e poi rispose.

"Era il mio migliore amico. Mi era stato affiancato dopo una mia rinascita, lui era un novellino all'epoca. A stento riusciva a non piangere. Era molto emotivo, soffrì tantissimo durante la sua vita. Prima trattato come una cavia da laboratorio, poi come un giocattolo. Ma nonostante ciò non disse mai nulla di negativo, non rifiutò mai un incarico. Salvò sempre tutti anche nelle situazioni più disperate. Fece la gavetta con le divinità migliori aiutandole e sostenendole nonostante non lo vedessero come un pari. Alla fine quando stava per essere riconosciuto come un dio dopo aver dimostrato di essere superiore al Fior Fiore dell'élite è scomparso. Nessuno sa che fine abbia fatto, mi ha lasciata sola e non solo sono tornata al mio precedente grado ma mi è stata data la colpa di averlo perso" Una lacrima rigò la faccia della dea che da spavalda e spocchiosa era divenuta emotiva e triste.

"Mi dispiace" dissi mettendole una mano sulla spalla. Lei in quel momento realizzò di essersi aperta con me. Era stata come una molla, come se nessuno le avesse mai chiesto cosa fosse realmente successo dal suo punto di vista.

"Non potevi saperlo. D'altronde non capirai mai cosa si prova ad essere abbandonati" Disse asciugandosi una lacrima con la manica della felpa.

In tanto una luce illuminò la stanza. Era come essere accecati dagli abbagliati di una macchina.

"Che sta succe..." Nemmeno il tempo di finire la frase che il muro della mia camera che dava verso l'esterno si sciolse. Una figura di fiamme con una maschera che raffigurava un uccello piombò nella mia stanza. Mi afferrò per il collo e mi lanciò all'esterno come se fossi un fuscello. 

0 to HeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora