Unica eccezione su dodici nipoti, sette figli, cinque generi e un marito, la piccolina di Ronald si era guadagnata il titolo di Degna Erede della Cucina alla veneranda età di due anni e mezzo, quando rifiutava di staccarsi dalla veste di Molly per più di cinque minuti. Inizialmente la nonna non era stata entusiasta di tutte quelle attenzioni. Temeva che la nipotina avrebbe potuto farsi male, o che, peggio, avrebbe potuto distrarla durante la preparazione di uno dei suoi eccezionali pasticci di carne, inficiandone la buona riuscita. Finì che la testardaggine epocale della nipote vinse quella altrettanto memorabile della nonna. Rose ottenne un posto in prima fila sulle sedie scheggiate del tavolo di noce, e battendo le manine paffute sedeva felice accanto a Molly, osservando rapita ogni suo gesto. Di lì il passo era stato breve.
"Nonna, posso aiutarti a fare l'inpasto?" Domandava, i grandi occhi nocciola sgranati in un'espressione adorante. Molly, morbida come burro tra le mani di quell'angelo, non poteva di certo lasciare che il suo visino pieno di efelidi si riempisse di lacrime. E così si lasciava aiutare. Ogni volta.
Rosie si rivelò subito assolutamente portata per la materia e sia Hermione che Ron accolsero con gioia la passione della bimba, che a cinque anni e mezzo sfornava torte degne della vetrina di Mielandia. Ron, cuoco quasi altrettanto capace, guadagnò una valida aiutante e con buona pace di tutti Hermione fu bandita definitivamente dalla cucina di casa Weasley-Granger.
Senza smettere di sorridere, Rose afferrò al volo la scodella. Versò l'impasto nello stampo imburrato e lo ripose nel forno. A quel punto controllò l'ora sul raffinato orologio che portava al polso, ricevuto in occasione del suo sedicesimo compleanno. Il piccolo quadrante dalle finiture dorate segnava le cinque e mezza. Aveva tutto il tempo di farsi una doccia corroborante prima di cena: una volta cotto il ciambellone andavano solo infornati il pasticcio di agnello e le patate al burro, e a quello ci avrebbe pensato la nonna. Soddisfatta, si accinse a slacciare il grembiule.
"Aspetta, ti aiuto io" la voce pastosa di James, ingolfata dai grossi bocconi di un non meglio identificato alimento, giunse alle orecchie di Rose.
"Sì, grazie" squittì lei, sentendo il sangue affluire alle gote. Le dita affusolate di James sbrigarono in fretta il nodo, e Rose tolse il grembiule facendoselo passare da sopra la testa. Espirò un po' nel farlo, rendendosi conto solo allora di aver trattenuto il respiro. Si voltò di scatto, un sorriso forzato dipinto sul volto.
James le stava davanti, stringendo un panino alla marmellata in una mano e masticandone un pezzo enorme. La bocca mezza aperta era piegata in un sorriso sghembo. Rose notò che i capelli neri tagliati a spazzola stavano già crescendo, ricadendo in piccole ciocche disordinate sulla fronte abbronzata.
"Allora, Rosie, cosa avete preparato di buono tu e la nonna oggi?" Il sorriso si fece ancora più largo e, se possibile, ancora più sghembo.
"Pasticcio di agnello, patate al burro, ciambella alle mele" rispose lei pronta, rossa come un papavero. Il sorriso affabile che si stava costringendo a mantenere le fece dolere le guance.
"E brave le nostre Weasley!" Esclamò James, annuendo e avvicinandosi alla nonna. Molly sollevò un sopracciglio, e si ritrasse leggermente. Fred e George avevano fatto sì che la loro povera madre assumesse un atteggiamento esageratamente circospetto ad ogni ora del giorno e della notte.
"James Sirius Potter, cosa vuoi?" Domandò inquisitoria, stringendo gli occhi.
James assunse un'espressione teatralmente ferita. "Merlino, donna! Non ci si può più nemmeno avvicinare? Volevo solo darti un bacio, amore mio" disse, e calò come un falco sulla nonna. Le schioccò un bacio sulla guancia, stringendole le spalle con il braccio. Rose ridacchiò, e si congedò scuotendo la testa. "Vado a lavarmi, sono sporca di burro e farina fino ai gomiti."
"A dopo, Rosie" fece James, e senza toglierle gli occhi di dosso strappò un morso al suo panino. "Cerca di fare in fretta. Sono affamato." Ammiccò.
Rose divenne ancora più rossa. Stava diventando decisamente difficile distinguere l'attaccatura dei capelli dalla faccia. Borbottò qualcosa, ed uscì.
James sorrise, divertito.
"Non ci pensare nemmeno." Puntualizzò Molly, continuando a sferruzzare senza sosta.
"Cosa?" James si girò a guardare la nonna, improvvisamente interessato.
"Niente. Lascia stare. Passami la matassa verde smeraldo, per favore."
Il ragazzo rimestò nel cesto contenente la lana e ne estrasse la matassa richiesta. Nel darla alla nonna si accorse che i suoi occhi castani -della stessa sfumatura di quelli di Rose- lo stavano osservando, diffidenti ed interrogativi.
"Stai cercando di scrutarmi l'anima?" Ironizzò James.
"Esattamente." Molly aveva un'espressione tremendamente seria, e a James morì il riso sulle labbra. Si chinò a baciarla ancora, questa volta sulla fronte.
"Rilassati, sono finiti i tempi delle marachelle. Sono diventato un ragazzo serio. Ho smesso di metterti le caccabombe sotto la sedia" disse, e tornò al salotto.
La sua enorme, chiassosa famiglia stava prendendo il consueto tè delle cinque. Si stravaccò sul divano, accanto alla zia Hermione, così immersa nella lettura di un grosso tomo che non si accorse nemmeno che James le stava passando il braccio attorno alle spalle. Appoggiò la guancia sulla cespugliosa testa della zia -era già molto più alto di lei- e terminò il suo panino. Dalla cucina, intanto, la nonna non smetteva di fissarlo. Imbarazzato, distolse lo sguardo.
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Ain't No Rest For The Wicked
FanfictionNon c'è riposo per i malvagi. Rose Weasley lo sa bene, dato che sono settimane che non chiude occhio. Le coperte le pesano sul petto, i morsi della coscienza impediscono che il sonno la trascini verso acque più calme. Rose coglie tutta la bellezza d...