Rose schiuse le labbra, soprappensiero. Le capitava spesso quando si metteva il mascara. "Peni invisibili" mormorò Dominique, ironica, intenta a stendere il gloss alla fragola di Roxanne sulle sue labbra rosate."Idiota" replicò Rose, guardandola nel riflesso dello specchio.
"Lily, per favore, non carbonizzarmi i capelli" implorò, rivolta alla cugina che le stava lisciando la folta chioma color mogano. I suoi capelli avevano l'orrenda abitudine di incresparsi se lasciati asciugare all'aria, una spiacevole caratteristica che aveva ereditato da sua madre.
"Tranquilla..." rispose Lily, che intanto aveva preso a ficcarle delle forcine marroni ai lati della testa. In quel momento, un urlo disumano fece tremare le fondamenta della casa. Ginny le stava chiamando a cena. Roxanne, che si stava mettendo lo smalto sul piede sinistro e stava seduta in bilico sulla tavoletta del cesso, quasi cadde all'indietro per lo spavento. "Merlino!"
Rose, ancora in mutande e reggiseno, afferrò il vestitino verde scuro che Dominique aveva selezionato appositamente per lei dalla sua collezione di vestiti "da discoteca". Definirli da escort sarebbe stato più adatto, ma del resto Rose aveva lasciato a casa i suoi. Non sapeva che nello sperduto paese vicino la Tana si fosse aperto un locale. Se ne fosse stata a conoscenza, avrebbe fornito la sua valigia dell'occorrente adatto a simili serate, perizomi compresi, che invece giacevano inutilizzati nel cassetto della sua camera, a Londra. Infilò il vestito attillato che le fasciava il corpo morbido, accarezzandole la delicata curva della vita e...
"Domi, non sarà troppo?" Chiese, indicandosi il seno. La bionda sgranò gli occhi, e cominciò a ridere sguaiatamente. Il seno di Rose era cresciuto parecchio nell'ultimo anno, arrivando a riempire una terza abbondante. Non osava verificare, ma credeva di portare una quarta. Il vestito, dalla scollatura dritta e le spalline sottili, non copriva come avrebbe dovuto il petto voluttuoso della ragazza. Ginny urlò di nuovo, e Lily e Roxanne filarono dabbasso.
Dominique si fece seria. "Levati il reggiseno."
"Cosa?"
"Levatelo, stupida. Così sei eccessiva, e poi si vedono le spalline, fa schifo" precisò, spiccia. Rose fece come le veniva detto. "Oh, così è perfetto."
Si guardò allo specchio. Aveva un seno alto e tondo, per cui nell'insieme l'effetto risultava gradevole.
"A tuo padre verrà un colpo" ridacchiò Domi.
"Ma vaffanculo" borbottò la rossa, allacciando il cinturino dei sandali marroni con il tacco che aveva deciso di indossare.
Mentre correvano giù per le scale, Rose si passò un generoso strato di gloss alla fragola sulle labbra piene. Sorrise tra sé. L'avrebbe fatto crepare.
*
"Amen" esultò Ginny nel momento in cui le due misero piede nella cucina. "Anche voi vestite da battone, vedo. Brave" sussurrò, in tono di approvazione. "Menomale che ti sei liberamente ispirata a me e non a quella sciattona di tua madre, Rosie" concluse, pizzicando la nipote sul sedere e mettendole in mano una teglia enorme di pasticcio. Dominique si era già dileguata. "Si mangia in giardino. Portala al tuo lato del tavolo, per favore. Oh, Louis, ci siamo degnati di scendere. Comincia a servire le patate, su."
Louis, fresco di doccia, aveva ancora la camicia mezza sbottonata e i capelli umidi. Alzando gli occhi al cielo, afferrò il tegame contenente le patate e seguì Rose in giardino.
"Rose, stiamo andando in un locale, non sulla statale. Lo sai, vero?" Disse ridendo.
"Il vestito è di tua sorella."
"Non che la cosa mi stupisca, ovviamente. Sarà divertente vedere la faccia di tuo pa-"
Rose si girò di scatto, furiosa. "Non so cosa mi stia trattenendo dal buttarti il pasticcio addosso, Lou. È ancora fumante, per tua informazione."
Louis rise e la superò; trattenendo una serie di insulti, Rose si mantenne dietro di lui. Appena misero piede fuori, furono investiti da un'umidità soffocante. "Ma non stava diluviando fino a un'ora fa?" Domandò Louis. Rose lo ignorò completamente, avanzando a fatica nell'erba. L'erba bagnata le pungeva i piedi. Dannati tacchi. Suo malgrado, si ritrovò a pregare in tutte le lingue a lei conosciute che suo padre non la vedesse, o che quantomeno non proferisse parola. Se qualcuno l'avesse distratto con del cibo, forse sarebbe riuscita a scamparla.
Louis, che era fondamentalmente buono ma sopratutto impaziente, sapeva riconoscere un'opportunità quando ne vedeva una: si rendeva conto che se lo zio Ron avesse visto Rose vestita così non l'avrebbe più finita di urlare, con il risultato che l'intera famiglia avrebbe dovuto sorbirsi almeno mezz'ora di lite furiosa prima di poter mangiare. Conseguentemente, sarebbero arrivati tardi al locale, ammesso e non concesso che fossero riusciti ad oltrepassare il confine della Tana. Decise che la cosa migliore da fare era pararsi davanti a Ron, nella speranza che Rose cogliesse l'antifona. Sfoderò la sua miglior faccia da poker e si affrettò ad avvicinarsi allo zio, seduto a capotavola.
"Zio!" Esclamò quando fu abbastanza vicino da ottenere che si girasse quel tanto da vedere lui ma non Rose. Ron, intento a masticare del pane, gli sorrise. "Vedo che porti prelibatezze, Louis" commentò bonario, già concentrato sulle patate al burro che il nipote gli aveva saggiamente messo sotto gli occhi. Rose, approfittando del momento di distrazione del padre e benedicendo suo cugino, sgattaiolò in tutta fretta dall'altro capo del tavolo. Notando con sommo piacere che sarebbe stata seduta davanti a James, finse totale noncuranza e posò il pasticcio davanti allo zio Bill, che occupava il posto accanto al suo.
"Buonasera, famiglia" disse, rivolgendosi a coloro che la circondavano. Lasciva, fece scivolare lo sguardo su James. Sentì le guance imporporarsi. Era un automatismo, non poteva farci niente. Lui le restituì lo sguardo, e la salutò con un cenno del capo. Rose, ben conscia di quello che stava per fare, raccolse i lunghi capelli che portava sciolti sul petto, a coprire la scollatura, e li spostò sulla schiena, senza mai staccare gli occhi da quelli di James. Lo vide deglutire, e spostare gli occhi prima sul suo seno e poi sulle sue labbra, provvidenzialmente tese in una smorfia maliziosa.
"Ciao, Jamie."
"Ciao, Rosie" rispose lui, la voce profonda un po' roca.
James le servì l'acqua, e con un movimento rapido vi aggiunse del liquido trasparente da una boccetta che teneva nascosta nel palmo. Poi fece lo stesso con il suo bicchiere."Alla bella serata che ci aspetta" disse, e alzò il bicchiere.
"Alla bella serata", fece eco lei, e non potè fare a meno di notare che la camicia di lino, che lui portava leggermente aperta sul petto abbronzato, non celava del tutto il sudore leggero che imperlava la sua pelle. Mordendosi il labbro inferiore, rifletté. Sarebbe stata una serata bollente, ne era sicura. Quell'umidità, del resto, non lasciava molte alternative.
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Ain't No Rest For The Wicked
FanfictionNon c'è riposo per i malvagi. Rose Weasley lo sa bene, dato che sono settimane che non chiude occhio. Le coperte le pesano sul petto, i morsi della coscienza impediscono che il sonno la trascini verso acque più calme. Rose coglie tutta la bellezza d...