ll lungo tavolo di noce era coperto da una tovaglia di cotone grezzo, ricamata grossolanamente sui lati; James riconobbe la mano di Rose nelle complicate figure floreali che decoravano gli orli del tessuto. Non erano disegni particolarmente precisi, ma erano molto belli. Scandagliò la stanza alla ricerca della cugina, senza successo. Doveva essere ancora di sopra. Individuò con facilità i due posti ancora liberi, lasciati provvidenzialmente vicini. Una volta scesa, Rose si sarebbe presa un bel colpo. Sorrise, machiavellico.
Mentre prendeva posto, si chiese perché stesse indugiando in un simile comportamento. I suoi tentativi di psicoanalizzarsi finivano sempre in un nulla di fatto, ma provava continuamente a capire cosa passasse nel suo cervello malato. Che senso aveva incoraggiare la cotta di Rose nei suoi confronti in quella maniera così meschina? Perché era così deciso a corrompere l'ingenuità di sua cugina?
Perché in realtà non è la sua cotta che stai incoraggiando. È la tua.
Ammutolì la voce della sua coscienza prima che quella potesse aggiungere altro. In parte era vero. Quell'estate... quell'estate era stata strana. Non era possibile definirla in altro modo.
Lui e Rose erano sempre stati molto legati, nonostante i caratteri diametralmente opposti. Lei era più grande di circa sei mesi di Al, ma era sempre stata molto più matura ed interessante di lui. James non aveva mai gradito particolarmente la compagnia del fratello, con cui sentiva di non avere proprio niente da spartire. Albus era timido, insicuro, maldestro.
James... era tutto il contrario. Maledettamente sicuro e pieno di sé, atletico e affascinante, il ragazzo era un mix letale dei due compianti Malandrini James Potter e Sirius Black, e il fatto che portasse i nomi di entrambi era solo una divertente conferma. O un'inquietante premonizione, come aveva detto una volta sua nonna. Fine di intelletto, James era anche il Cercatore migliore che Hogwarts avesse mai visto, cento volte migliore di suo padre. Cento volte più veloce, cento volte più furbo.
Le estati della sua infanzia erano state colorate e felici, piene di giochi e risate. Avere un sacco di cugini ti dà un vantaggio: non ti senti mai solo. Ed effettivamente, non lo sei mai. Una famiglia così larga e così unita significa tante cose, ma sopratutto significa che non c'è privato. Si fa tutto insieme, e quello che non si fa insieme viene comunicato "all'altra parte" nel tempo di un gufo. James era cresciuto cucito per la caviglia a Louis, Rose, Domi e Roxanne. Albus li seguiva incespicando, trotterellando incerto accanto alla sua beniamina, Rose. Con grande fastidio di James e Dominique, troppo pratici e maturi per il lento Al, Rose non lo lasciava solo un momento. Aveva grande cura di lui, e se ne occupava come di un fratellino. Durante gli anni dell'infanzia la banda di James ne aveva combinate di ogni, tormentando senza fine i cugini più piccoli, stupidotti come Hugo e Lily Luna. Era il loro modo di farla pagare segretamente a Teddy, Fred Jr e Victoire, che avevano a loro volta spaventato a morte i mezzani con racconti dell'orrore degni di un brutto sogno.
Crescendo, com'è naturale che accada durante la pubertà, quando ci si odia vicendevolmente di un odio viscerale ed innato, i maschi e le femmine si erano divisi. James e Louis sembravano essersi dimenticati dei vascelli fantasma conquistati insieme alle cugine, delle torte di fango e dei bagni di mezza estate nel lago, e passavano tutto il tempo a loro disposizione a tirare le trecce delle loro ex compagne di avventura. Albus faceva la spola tra i due gruppi, seguendo ora James, Louis e Hugo -già più furbo e capace nelle interazioni sociali di Al-, ora Rose, Domi, Roxanne e Lily. Louis riversava tutta la sua frustrazione di maschio in via di sviluppo sulla sorella minore e su Roxanne, che gli stava particolarmente antipatica per motivi ignoti a tutti, lui compreso; James, spalleggiato di tanto in tanto da Hugo (più per cameratismo che per altro) si concentrava solo su Rose, canzonandola ad ogni piè sospeso. Di Lily non si curava nessuno: troppo di lacrima facile, rendeva il rischio di sonore sculacciate da parte di Ginny un pericolo molto reale. E così, tra indigestioni di Api Frizzole, bagni di mezzanotte e partite di Quidditch infinite, gli otto cugini erano cresciuti sani e forti, approdando ad Hogwarts senza intoppi. Se la pubertà aveva iniziato il lavoro, nuovi amici e casate diverse pensarono a concluderlo: James e Louis, rispettivamente Cercatore e Battitore della squadra di Grifondoro, divennero ancor più inseparabili, Hugo andò per la sua strada in Corvonero, Albus si appiccicò senza alcun ritegno a Rose e quest'ultima si ritrovò presto a dividersi tra il suo cugino Serpeverde -ah, quante lacrime versate il giorno dello smistamento!- e le sue cugine, fiere grifone proprio come lei.
Gli otto continuavano a vedersi, sia chiaro: che fosse nella sala comune o il mercoledì a pranzo nella Sala Grande, alla capanna di Hagrid o nelle rispettive case per le feste comandate, i cugini restavano grandi amici. D'estate, inoltre, i loro genitori li parcheggiavano senza troppe cerimonie alla Tana per un mesetto o due, e ad un certo punto fu inevitabile che si creassero situazioni... divertenti. Quando Louie si era portato dietro la sua ex fidanzata Dawn, per esempio. O quando avevano beccato Roxanne a pomiciare con il figlio del panettiere, un pomeriggio che erano andati a prendere un gelato al villaggio vicino. Parliamo di adolescenti: i bollori e gli ormoni sono inclusi nel pacchetto, insieme ai brufoli sulla fronte e alle crisi isteriche. Niente di nuovo sotto il sole.
Ma quell'estate... quell'estate era stata diversa. E strana.
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Ain't No Rest For The Wicked
FanfictionNon c'è riposo per i malvagi. Rose Weasley lo sa bene, dato che sono settimane che non chiude occhio. Le coperte le pesano sul petto, i morsi della coscienza impediscono che il sonno la trascini verso acque più calme. Rose coglie tutta la bellezza d...