COME TI CHIAMI?

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Khan viene continuamente disturbato dalle fan ma nonostante tutto acconsente a farle felici, sempre con un sorriso e una parola per tutte e poi torna dagli amici. Solo una cosa lo incuriosisce. Il barman, suo amico, appena arrivato, tra un discorso e l'altro, lo ha informato della ragazza italiana che da giorni trascorre tutta sola le sue serate aspettando il suo arrivo. Si volta verso il tavolino in questione e vede la vede, minuta dai lunghi capelli castani con un'aria timida intenta a leggere qualcosa. Un'altra fan, pensa, e fin qui niente di strano.

È passata più di un'ora dal suo arrivo nel locale ma quella ragazza non è ancora andata a chiedergli un selfie, un autografo, a fargli un saluto, niente, niente di niente. Eppure non fa altro che fissarlo con aria ingenua attorcigliandosi una ciocca di capelli e di tanto in tanto mordendosi il labbro inferiore. Non distoglie lo sguardo nemmeno quando lui, di tanto in tanto, si ritrova a guardarla incuriosito.
"Sicuramente il barman ha frainteso e sicuramente non sta guardando me, ma fissa un punto senza motivo, immersa nei suoi pensieri." Pensa Khan.

"Khan, Khan "oradasın? Kafan bu gece nerede? Sana söylediğimi duymadın mı? "
(Khan, Khan ci sei? Dove hai la testa stasera? Non hai sentito cosa ti ho detto?)
Chiede l'amico, ma Khan è lì con loro fisicamente ma non con la testa.

È quasi infastidito dall'indifferenza di quella ragazza, com'è possibile? Di scatto si alza, tituba sui due piedi, si passa una mano nei capelli e scusandosi con gli amici, decide di mettere fine a questo dubbio.

Fiamma vede Khan alzarsi e pensa che ormai quelli, siano gli ultimi istanti in cui può ammirarlo di persona.

"Domani sarà solo un ricordo."
Ripete tra sé e sé.

Khan si avvicina sempre di più e lei abbassa lo sguardo fingendo di leggere per non farsi beccare a fissarlo mentre supera il suo tavolo, quando sente una voce calda e profonda pronunciare due semplici parole in un italiano perfetto:

"Scusa, posso?" afferrando la sedia vicino alla sua.
Senza alzare lo sguardo, ingenuamente lei risponde: "Certo, prendila pure, non c'è nessuno".

Con un gesto veloce Khan fa girare la sedia e si siede a cavalcioni poggiando gli avambracci sullo schienale e passando una mano sulla barba sfregandosi il mento.
"Come ti chiami?"
In quell'istante lei alza il viso e non crede sia possibile, è proprio lui, a pochi centimetri di distanza. Esita un istante e poi pensando di non aver nulla da perdere scaccia l'imbarazzo affogando la propria timidezza e risponde:
"Fiamma."
"Fiamma." Ripete Khan.
"Come fai a sapere che sono italiana?"
Khan inclina leggermente la testa voltandosi verso il bancone e indica l'amico barman:
"Me lo ha detto lui."
Fiamma in un nano secondo ripensa a tutto ciò che può avergli raccontato di imbarazzante, ma non ricorda nulla di strano, e azzarda:

"Cos'altro ti ha detto? E soprattutto perché te lo ha detto?"
Khan sorride divertito. È bello da togliere il fiato, ha un corpo e un viso talmente perfetti da sembrare quasi finti.

"Mi ha informato che sei venuta qui per tre sere chiedendo di me. Sono qua adesso, chiedi pure"
"Si, è vero, ho chiesto se saresti passato. Sono in vacanza qui a Istanbul e volevo approfittarne per vederti di persona. Tutto qua."
"Spero di non aver deluso le tue aspettative."
"Direi proprio di no. Anzi a dire il vero sei ancora meglio dal vivo".
Fiamma arrossisce mentre lo dice ma non le importa.

Khan è abituato ai complimenti delle fan di solito, ma non sa il perché questa volta lo imbarazzi.

"Perché non sei venuta a chiedermi un selfie come tutte?"
"Perché di tue foto ne posso avere a migliaia scrivendo il tuo nome su Google, e poi non volevo disturbarti, so quanto tieni alla tua privacy, io non so come fai a sopportare tutte le richieste delle fan."
"Bella risposta. Perciò non ti interessava l'idea di potermi conoscere?"
"Se fossi venuta da te, in fila con tutte le altre, ti saresti comunque scordato il mio viso dopo meno di due minuti, non credi? Ho preferito starmene in disparte e guardarti senza dare nell'occhio."

Khan è sempre più convinto della particolarità di questa ragazza, e ammirato risponde:
"Hai ragione. Forse non sarei qui in questo momento. Per più di un'ora ti ho guardato chiedendomi quando saresti venuta da me, ma ho atteso invano e la cosa mi ha incuriosito."
"Guardavi me?"
Chiede incredula Fiamma.
Khan sorride impressionato da tanta ingenuità e decide di conoscere un po' di lei.
"Già, proprio così. Parlami un po' di te, con chi sei qui a Istanbul?"
"Da sola, in realtà dovevo venire con la mia migliore amica Eva, ma poi non ha più potuto partire e perciò... eccomi qui da sola, in una città sconosciuta e senza conoscere il turco. Direi un'impresa per me. Normalmente avrei rinunciato a venirci, non sono una ragazza intraprendente, di solito ho vergogna della mia ombra ed evito di parlare con "chiunque non conosca", odio persino andare a comprare il pane per paura di parlare con il panettiere, non so se intendo... Oh scusami sto parlando troppo!"
"No. No. Continua, evidentemente io non sono tra quelli che non conosci."
Risponde Khan sorridendo.

"Effettivamente conosco parecchie cose sul tuo conto, tutto ciò che ho potuto trovare su internet."
Fiamma si imbarazza della risposta, ma continua a raccontarsi.
Per fortuna Khan ha studiato in una scuola italiana e questo gli permette di chiacchierare del più e del meno ed il tempo passa senza che si accorgano, senza annoiarsi, ridendo e scherzando quasi si conoscessero da tempo.

Fiamma è felice come non lo è mai stata prima. Quello per cui è venuta a Istanbul si è avverato e anche di più, non solo ha visto Khan, ma sta pure parlando con lui. È una persona fantastica, umile, gentile, simpatica intelligente e soprattutto non se la tira per niente.
È un sogno, per forza! Come può esistere tanta bellezza e perfezione in un uomo?

"üzgünüm Khan, rahatsız ettiğim için üzgünüm ama kapatmak üzereyiz"
(Scusa Khan, mi dispiace disturbarti ma stiamo per chiudere)
informa l'amico barman.

"Zaten! Zamanın geçtiğini fark etmedik, şimdi gidelim sağol dostum."
(Di già! Non ci siamo accorti del passare del tempo, ora andiamo, grazie amico.)
Replica Khan.

"Dobbiamo andare, stanno chiudendo"
"È così tardi? Spero di trovare velocemente un taxi. Ho il numero, potresti chiamarmene uno tu per favore, te ne sarei grata, poi quando arriva gli faccio vedere l'indirizzo dell'hotel: ho fatto una foto"
"Certo, aspetto anche che arrivi. È tardi e di notte Istanbul non è sicurissima, soprattutto per una ragazza, non vorrei ti succedesse qualcosa."

Tra poco sarà tutto finito e inconsapevolmente un velo di tristezza invade Fiamma. Insieme escono dal locale, lei le passa il suo iPhone dopo aver cercato il numero per il taxi ma dall'altro lato della strada fortunatamente ce n'è già uno in sosta.

Khan alza il braccio e lo chiama, gli si avvicina e gli dice qualcosa in turco con aria seria, poi si rivolge a lei chiedendole di cercare la foto dell'indirizzo, lo legge e lo comunica al tassista. Subito dopo maneggia velocemente l'iPhone, salva un numero e poi fa partire la chiamata per chiuderla immediatamente. Alza lo sguardo verso Fiamma e si raccomanda:
"Tra venti minuti dovresti essere all' hotel. Ti ho salvato il mio numero e se ci sono problemi chiamami pure. Il tassista l'ho già messo in guardia, perciò stai tranquilla."
"Grazie ..." un attimo di silenzio, giusto il tempo di recuperare un respiro intrappolato nella ragnatela d'ansia che ha avvolto il suo cuore.

"Grazie di tutto, per la bella serata che mi hai dedicato, è il ricordo più bello che mi porterò a casa di questa vacanza."
"Felice di averti conosciuta."

Si sorridono, Khan le apre la portiera, sale in macchina. Il taxi si allontana e Fiamma finché la traiettoria e la visibilità lo permettono, lo guarda scomparire sussurrando tra sé e sé un addio. Nonostante tutto una lacrima di felicità solca il suo viso.

Khan rientra a casa, si infila sotto la doccia e prima di andare a letto si dirige in cucina con il solo asciugamano avvolto intorno ai fianchi, si prepara un tè turco bollente e fissa il suo telefono. Niente. Era convinto che l'avrebbe chiamato, o almeno mandato un messaggio. Quale altra ragazza non l'avrebbe fatto? Lei evidentemente non è come le altre.

È tardi, molto tardi. Khan va a letto e dopo molto tempo che non gli capitava, si addormenta col sorriso sulle labbra ripensando all'insolita serata ma soprattutto all'insolita ragazza.

Fiamma non riesce a prender sonno, è troppo euforica, felice, emozionata... innamorata di un ricordo indelebile impresso nel suo cuore e nella sua mente. Le cose belle arrivano a coloro che credono, le cose migliori arrivano a coloro che sono pazienti ma le cose straordinarie arrivano a coloro che non si arrendono, che azzardano e lei con questo viaggio ha azzardato molto.

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