CI PENSERÒ

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"Fiamma usciamo, ti voglio far vedere una cosa."

"Ok, cinque minuti, mi preparo e sono da te.  Jeans e sneakers?"

"Sì, sì comoda."

Prendono la macchina e si mettono in viaggio senza darle nessuna informazione, parcheggiano dopo venti minuti di strada circa e scendono.

"Khan, hai dimenticato il tuo cappello!"

"Non fa niente." Risponde senza battere ciglio e la prende anche per mano.

"Khan? Ci vedranno." Dice incredula Fiamma.

"Non mi importa, non ci nascondiamo più."

Fiamma scoppia dalla felicità, vorrebbe saltargli al collo ma non vuole esagerare, è già molto il cambiamento di comportamento assunto da Khan. Ha preso una decisione stanotte, forse è servito lo strazio subìto. Sorride soddisfatta.

"Siamo arrivati."

Khan si è fermato davanti alla scuola italiana che ha frequentato da ragazzo.

"Devo ringraziare il rettore per avermi assegnato un encomio, offrirò una borsa di studio per il miglior studente."

In realtà il mese prima ci era già stato. Ha chiesto se fosse possibile trovare qualche lavoro nell'amministrazione della scuola per il periodo estivo quando Fiamma verrà ad Istanbul. Più che altro per socializzare un po' mentre lui lavora.

Li aspetta il rettore, una donna turca di mezza età, una donna molto affascinante e solare, sembra molto aperta e accogliente.

Si salutano in modo molto amichevole, Khan sembra di casa, poi le presenta Fiamma.

"Lei è Fiamma, la mia fidanzata. Confido nella sua discrezione."

"Molto lieta." Dice Fiamma porgendole la mano in saluto.

"Piacere mio. Ho sempre stimato Khan sin dall'adolescenza e tutti i suoi amici sono ben accetti, soprattutto la fidanzata." Risponde la donna strizzando l'occhio a Khan.

Fiamma lo guarda e sorride, è felice.

"Fiamma è un'insegnante, ama molto i bambini e sa farsi amare da loro."

"Davvero? Intanto che noi discutiamo della borsa di studio se vuoi puoi seguire una nostra lezione, per vedere la differenza tra Italia e Turchia."

"Sarebbe fantastico." Le si illuminano gli occhi.

"Ti accompagno nell'aula."

"Buongiorno bambini, oggi abbiamo un ospite. Si chiama Fiamma e viene direttamente dall'Italia. Passerà un po' di tempo con voi, mi raccomando fatela sentire a proprio agio."

Stanno facendo matematica e Fiamma su consiglio dell'insegnante, anch'essa italiana, gira tra i banchi ad osservare i bambini.

Si sente tirare il maglione, è un bambino, sembrerebbe molto timido, che le indica il quaderno. Fiamma si avvicina, flette le gambe per essere all'altezza del banco. Gli fa una carezza sui capelli e un sorriso.

"Come ti chiami?"

Il bambino non risponde, lei sorride.

"Tu conosci il mio nome, adesso devi essere tu a dirmi il tuo. Scommetto che è un bellissimo nome."

Il bambino non apre bocca.

"Ok, non vuoi parlare? Mi siedo vicino a te e fisso il quaderno. Magari sarà lui a dirmi come ti chiami?" Dice Fiamma con fare spiritoso.

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