La voce profonda e quasi rauca del professore
Zanetti penetra dentro le orecchie
«Spero sia stato chiaro, ci vediamo mercoledì.» Si alza, trascinando la sedia, provocando un rumore che si propaga in tutta l'aula; in fretta raccoglie le sue cose da sopra la cattedra e se ne va.Bene la prima ora è passata, solo adesso mi accorgo di non avere più Giulio seduto alla mia destra, probabilmente avrà trovato qualcuno cui poter tirare il filo per tutto l'anno. Ne approfitto di quest'apparente solitudine per prendere una boccata d'aria fresca e ambientarmi un po'.
La mia pancia brontola, difatti questa mattina ho pensato a tutto tranne che a buttare giù qualcosa, forse è arrivato il momento di mangiare.
Mando un messaggio a Giulio:
"Ho fame ci vediamo al bar del cortile?"
Nessuna risposta.
"Dove ti sei cacciato?" Riprovo nuovamente ma anche questa volta invano.
Vorrà dire che mangerò da sola, del resto non è mica la prima volta.«Un toast alla nutella e un caffè macchiato, grazie.»
«Sono tre euro e cinquanta centesimi, grazie a lei signorina.» Dietro al bancone c'è una ragazza che gentilmente mi porge lo scontrino in attesa del pagamento.
Prendo il portafoglio cercando le monete e con tempismo perfetto ecco che squilla il telefono "Dannazione" sempre nei momenti meno opportuni, cerco di prenderlo con l'altra mano, disastro, le monete cadono a terra rotolando per tutta la stanza. Il panico e l'imbarazzo sono visibili sul mio viso. In fretta m'inginocchio cercando di raccogliere tutto, mi rialzo, pago e mi scuso per l'attesa e un po' anche per essere così sbadata.
«Ti sei dimenticata questi» sento una voce proveniente da dietro.
Mi giro quasi di scatto e mi ritrovo davanti a un ragazzo che mi porge due monete da cinquanta centesimi. Non so perché ma non riesco a dire niente, quasi fossi bloccata.
«Se vuoi, puoi tranquillamente offrirmi un caffè, accetterei volentieri» mi fissa senza sbattere le palpebre e subito dopo accenna una risata.
«Un caffè al tavolo della signorina, grazie» ordina ,fa un cenno con la mano e m'invita a seguirlo al tavolo.
"Ai suoi ordini" mi limito a non dire e la cosa buffa è che sto seguendo davvero un tizio sconosciuto che mi ha appena invitata a sedermi al suo tavolo, a bere un caffè che con molta nonchalance si è auto offerto, se così si può dire.Mi sposta la sedia e mi lascia sedere di fronte a lui. A questo punto forse dovrei dire qualcosa, o forse sarebbe giusto aspettare che sia lui a parlare, non mi capita tutti i giorni di stare seduta di fronte ad un ragazzo, eccetto Giulio, per di più anche molto bello. Fortuna che arrivano i due caffè e il mio toast a rompere momentaneamente i miei pensieri.
Il mio stomaco continua a brontolare e spero che lui non se ne accorga. Allungo la mano e bevo un sorso di caffè, i suoi occhi sono fissi su di me, lo percepisco nonostante il mio sguardo sia rivolto in basso sulla tazzina.«Non mi hai ancora detto come ti chiami» interrompe il silenzio.
Prendo una ciocca di capelli e inizio a girarla tra le dita "In realtà non me l'hai nemmeno chiesto" sarebbe la giusta risposta. «Mi chiamo Natalia»opto per qualcosa di più semplice alla fine.
Lui continua a guardarmi «Hai più la faccia da Monica o da Elisa , però gran bel nome Natalia» prende la mia mano cercando di spostarla dai miei capelli.
Oltre ad essere bello è anche molto spiritoso, non si fa mancare niente a quanto vedo.
«Natalia piace a mia mamma. Io preferisco Lia; oppure puoi chiamarmi Monica o Elisa se vuoi» dico con tono sarcastico alzando lo sguardo rivolgendolo verso di lui.Ride. «Lia è perfetto!»
Ha gli occhi grandi, non so definire bene il colore è un misto tra nocciola e caramello aggiungerei dire i miei gusti di gelato preferiti. Il suo sguardo entra dentro come il freddo a dicembre, i capelli sembrano abbastanza lisci di colore castano non molto scuro, ed ha un piccolo neo sulla guancia sinistra, le labbra sottili ma allo stesso tempo ben delineate. Non capisco l'età che potrebbe avere, ma di certo ha tutta l'aria di un uomo sicuro di se.
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Trovarti di nuovo domani
Chick-Lit***OPERA PROTETTA***NESSUNA POSSIBILITÀ DI PLAGIO*** Lia è una diciannovenne come tante, semplice e con la testa sulle spalle, molto attaccata alla sua famiglia e a nonna Ada, da sempre la sua più grande confidente. Non ha mai avuto un ragazzo fin...