3•Su un'altra dimensione

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Raggiungo Giulio in aula per l'ora di chimica

«Eri sparito, non ti ho più trovato e non hai risposto ai miei messaggi» lo guardo con aria sospettosa

«E tu non hai risposto alla mia chiamata. Ho solo cercato un bagno e poi mi sono imbattuto in una discussione entusiasmante con Valerio.»
«Chi è Valerio?» chiedo, mentre sento vibrare il mio cellulare.

«Un ragazzo simpaticissimo del secondo anno, dovresti conoscerlo, un tipo molto singolare ma allo stesso tempo intrigante, mi ha mostrato le foto che ha scattato quest'estate  in Africa durante il safari»
con lo sguardo elettrizzato, continua a raccontare del suo incontro ed io mi sforzo di ascoltarlo, mentre prendo il telefono e sullo schermo leggo "Damiano".

Avverto un scossa che m'invade tutto il corpo, ed anche un leggero imbarazzo come se ancora fossi seduta davanti a lui e sentissi i suoi occhi poggiati su di me.
"Che impegni hai per domani sera?"

Fisso lo schermo e rileggo almeno per altre quattro volte.
Un appuntamento? Ci conosciamo da poco più di  trenta minuti e mi chiede che impegni ho per domani sera. 
Che impegni ho? In realtà nessuno, a parte vedermi in webcam  con mia sorella  e sorbirmi tutto il suo stress per il matrimonio. 
Oppure ordinare del sushi e mangiarlo sul letto davanti ad un film strappa lacrime.
O magari potrei evitare queste scuse e rispondere semplicemente "Non ho impegni" .
Nel dubbio poso il telefono come se potessi far finta di non aver ricevuto alcun messaggio.

«Ha inoltre assaggiato una cavalletta e ha detto che sa esattamente come le patatine, dovremmo provarla almeno una volta» Giulio interrompe il suo discorso e mi guarda, poi aggiunge:

«Hai afferrato anche una sola parola di quello che ho detto? Sei strana!»

Tra di noi non ci sono mai stati segreti, lui sa leggermi dentro e con un solo sguardo percepisce le mie paure e insicurezze. Sa quando qualcosa mi turba e mi confonde e sa quando invece sono felice fino alle lacrime o quando sono entusiasta come una bambina. Non ho mai avuto motivo di mentirli, e sono certa che saprebbe consigliarmi ma qualcosa mi dice di tenere tutto questo per me. Forse sarebbe giusto parlargli di ciò che mi è successo oggi, il problema è che non lo so nemmeno io. Cosa mi è successo? Non so dare una definizione a quest'incontro, mi ha scatenato qualcosa dentro, facendomi provare qualcosa che in diciannove anni non ho mai provato.
Per la prima volta voglio che sia una cosa solo mia.

«Strana? Sono solo un po sbalordita, voglio dire, quante altre volte ti è mai capitato di conoscere qualcuno che mangia cavallette spacciandole per patatine?» scoppiamo a ridere, e tiro un sospiro di sollievo, gli parlerò la prossima volta.
Senza pensarci troppo rispondo al messaggio
"Non ne ho ancora preso nessuno"

E la mia mente naviga su di un'altra dimensione.

| Martedì, 5 settembre|
Caro diario, o forse sarebbe giusto, Cara nonna. Mi hai detto di scrivere pensando di parlare con te e oggi più che mai ho bisogno di sentirti vicina.
Mi trovo in una città che non conosco, in una casa forse troppo piccola, con una stanza che adesso racchiude parte delle mie cose. Ho attaccato alla parete del letto le foto dei nostri momenti felici, quell'insieme con papà e Gaia il giorno della sua laurea, e quella insieme con te abbracciate nel divano prima di guardare il nostro film preferito.
Mi mancano tante cose, ma più di tutto mi manca la nostra quotidianità. Svegliarmi e sentire te che canti le canzoni di Mina, prepararci e andare la domenica tutt'insieme a fare una passeggiata in centro. Mi manca indossare di nascosto i vestiti di Gaia e sentirla poi gridare per tutto il corridoio. È proprio vero che non diamo importanza alle cose quando le abbiamo davanti agli occhi, ma ci accorgiamo del loro valore solo quando non possiamo più stringerle tra le mani. Sono via solo da due settimane e a me sembra passato molto di più. Devo dire però che qui le cose procedono bene, Giulio ed io insieme siamo un'ottima squadra e credo che non c'è l'avrei fatta senza di lui. Ho anche conosciuto un ragazzo che mi ha invitata a uscire domani sera, ed io sono in ansia già dal giorno prima. Tu mi conosci bene e sai quanto divento paranoica e stupida quando c'è di mezzo un ragazzo. Non preoccuparti, come dici sempre tu, l'importante è tenere i piedi saldi per terra e non perdere per strada la testa. Cercherò di tenere i tuoi preziosi consigli in mente.
A domani.
Ti voglio bene.

Sono sdraiata nel letto mentre scrivo questa prima pagina di diario. Sono circa le 23:30 e Giulio già dorme. Questo pomeriggio abbiamo fatto un giro per negozi e poi siamo andati a cena in un locale all'angolo della piazza principale. Firenze è una bellissima città, da piccola ho passato cinque giorni qui in vacanza con papà, mamma e Gaia prima che loro si separassero ed ero così piccola che non mi ricordavo quanto fascino avesse. Oggi mentre camminavo, ho cercato di rivivere il momento come se fossi ancora con loro, mano nella mano con mamma, quando ancora eravamo una famiglia unita e felice. La verità è che i momenti più belli durano troppo poco, e a volte si sgretolano al nostro tocco come polvere ammucchiata in un angolo. Ed io sono allergica alla polvere.
Prendo il cellulare e rileggo i messaggi che ho scambiato per tutta la sera con Damiano, sorrido in particolare a uno che ho salvato nei preferiti:

"Sono impaziente di rivederti domani, ho voglia di conoscere tutto di te!"

Ho bisogno di dormire, spengo tutto e lascio il mio corpo e la mia testa sprofondare. Ci penserò domani, o magari ancora per tutta la notte.

Trovarti di nuovo domaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora