CAPITOLO 3

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"Tristano, che ci fai in giro nel castello alle 6:00? Solitamente sei sempre l'ultimo!"

Aveva una lettera in mano, gli tremavano le mani, era spaventato e i suoi occhi erano rossi...

"Isabella..."

Mi guarda ma non dice nulla...

"Isabella..."

"Tristano, cosa sta succedendo?"

"Isabella, la zia, tua madre, sta male..."

Mi tremano le gambe, rischio di svenire da un momento all'altro, la testa mira e la mia vista si appanna.

"Si è ammalata di tubercolosi, è grave. Mi dispiace Isabella"

Scoppio in un pianto isterico, non può abbandonarmi anche lei... Corro via da questa orrida situazione e me ne vado in giardino per stare da sola e pensare.

Dopo poco vedo Tristano arrivare, è preoccupato e ha il fiatone

"Isabella, ti ho cercato per tutto il castello, mi sono preoccupato tantissimo. Devi capire che ora bisogna essere più uniti che mai, la zia non vorrebbe un nostro distacco e sulla lettera ci ha fatto scrivere di continuare ad organizzare il ballo, non possiamo né posticiparlo né cancellarlo... è la regola!"

"Tristano, come posso pensare al ballo ora se ho mia madre stesa in un letto, ammalata e spero almeno non sul punto di morte?"

"Isabella, queste sono le regole e la fascia nobile le deve rispettare. Non si discute! Sai che dispiace tantissimo anche a me, mi ha cresciuto da quando sono poco più che un neonato."

Annuisco debolmente e ci incamminiamo nel castello per ultimare i preparativi per la cerimonia.

E' ora di pranzo ma non ho fame quindi decido di recarmi in stanza e scrivere una lettera a mia madre e in modo da spedirla il prima possibile.

"Cara mamma,

sai che non sono brava con le parole e sai anche che non amo la dolcezza, ho preso da te! Oggi ho deciso di fare uno sforzo, voglio sciogliermi e voglio dirti tutto quello che non ti ho mai detto. TI VOGLIO BENE! Agli occhi di tutti può sembrare una corbelleria ma te sai che per me non lo è assolutamente. te l'ho detto poche volte o, meglio, mai... Bhe, è arrivato il momento di farlo, ti voglio bene, te lo dico ora e te lo dirò per sempre! sei la mia forza, anzi, la nostra... Tristano sta giù, non lo vuole far vedere ma lo conosco troppo bene. Io sto bene, sembrerà strano ma è cosi. Sai perché? te lo dico subito! io sono sicura che ti rimetterai, non so quando ma so che succederà. Sei forte mamma, hai passato di peggio, la morte di papà, quella di nonna, quella degli zii, crescere da sola un altro bambino... Sei una combattente, lo sei sempre stata. Non ti abbattere ora, ti prego... Fallo per me, fallo per noi!"

Do il messaggio al personale e li incarico di farla spedire subito a Firenze a Palazzo De' Medici.

Salgo nuovamente in camera da letto, preparo i vestiti, mi lavo, mi vesto, acconcio i capelli ed esco a fare una camminata per il paesino.

Non me lo ricordavo così tranquillo, pieno di gente per bene, tutti si inchinano... Una bambina bionda, con occhi chiari come l'acqua e nasino in su corre verso di me e mi porge una rosa bianca.

"Grazie mille piccola, sei bellissima e gentilissima" le rivolgo un sorriso e le scocco un bacino sul viso

"E' pura come te, la rosa intendo"

La abbraccio con tutto l'affetto che ho e la rimetto a terra, lei mi saluta e corre via verso la mamma che sta lavorando. E' bellissimo quando succedono queste cose, ti riempiono il cuore di gioia, a volte fanno scendere una lacrima anche a me...!

Dopo due ore di visita del paese decido di rientrare, ancora ho il pensiero fisso su mia madre.

Chiedo al personale di mio cugino Tristano ma tutti mi dicono la stessa cosa: "Non so dove sia andato signorina, è uscito qualche ora fa."

Decido così di recarmi in sala per cenare, è tardi, non credo che Tristano torni per cena... Mangio delle verdure e della carne e mi metto subito al piano a suonare e cantare le canzoni che preferiva mia madre.

Verso le 23:00 mio cugino ancora non era tornato, mi stavo preoccupando e la solitudine mi stava logorando dentro. Lo vorrei andare a cercare ma non so da dove cominciare, sarebbe un caso perso... ma tentar non nuoce!

Esco dal castello senza dare nell'occhio, non voglio farmi sentire dal personale, una parola fuori posto in giro per il paese ed io sarò rovinata per sempre!

Comincio a camminare davanti a tutti i locali di Vignanello ma niente, non lo trovo...

Prendo la strada per il ritorno e lo vedo, sta uscendo da un locale, che strano! Non lo avevo visto. Lo chiamo e mi avvicino di corsa a lui, puzza! Puzza di alcool. E' ubriaco.

"Isabella, che ci fai qui a quest'ora? Lo sai che non è bello per una signorina che dovra debuttare fra pochi giorni."

"Tristano perché ti sei ridotto così? stai malissimo e puzzi!" 

"Non faccio che pensare a zia, non ne posso più! Sembra che il mondo ce l'abbia con noi.. A te non pare?"

"Tristano, ti prego... vieni a casa con me. Non puoi lasciarmi anche tu, la mamma ce la farà, per noi!"

Sento che più passano i secondi e più si butta di peso su di me, dopo poco non ce la faccio più e cadiamo a terra tutti e due... Mi fa male una caviglia, non ce la faccio ad alzarmi e mio cugino sembra sia entrato in coma ma in realtà dorme profondamente e a volte si lamenta. Non voglio passare la notte qui ma non so cosa fare fin quando un ragazzo si avvicina, alto, biondo, occhi scuri e....

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Ehy, cari lettori e care lettrici ci stiamo addentrando sempre di più nella storia, al ballo manca poco e succederà qualcosa che cambierà tutto. Cosa? Bhe, continuate a leggere.

Se vi sta piacendo, o no,  fate come sempre, votate e commentate!

Love you!

CI SONO CASCATA DUE VOLTE MA...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora