1. Io sono Nathan

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"Ally, trenta minuti e sarà qua. Ho l'ansia a mille!" Esclamo facendo avanti e indietro per la camera.
"Calmati! Non è niente di che" risponde dall'altro lato del telefono.
"Beh non proprio." Rispondo secca, quasi infastidita.
"Sai uno sconosciuto, nonché il mio fratellastro passerà l'intera estate a casa mia! Io non l'ho mai visto!"
È vero. Non l'ho mai conosciuto e fino a poco tempo fa non sapevo neanche l'esistenza.
Tutto questo mi sembra un po' forzato, nessuno ha chiesto cosa ne pensassi e in caso, avrei dovuto dire una bugia per non 'peggiorare la situazione'. Fantastico, no?
"Sì, ha ragione, ma io da qua non posso farti nulla." Commenta e sento una porta sbattere dall'altro lato.
"Molto d'aiuto eh?" Rispondo accennando una risata.
"Lo so" dice ridendo.

Si apre la porta della mia camera, mia madre fa capolino con la testa e metto il muto alla chiamata.
Alzo la testa per porle la mia attenzione e accenno un sorriso forzato.
"Sta arrivando ."
Wow, che meraviglia.
"Smettila di parlare al telefono e cambiati. Sbrigati"
La guardo uscire dalla stanza e poi passo lo sguardo su di me. Cosa c'è di male in un pantalone della tuta e è una maglietta sportiva? Bah, io non capisco.

Apro svogliatamente l'armadio e cerco qualcosa adatto alla presenza del nostro ospite.
Prendo un jeans bianco, un body nero e infilo le scarpe.
Chissà, forse mi sono vestita troppo attillata. Alla fine, è pur sempre un adolescente in piena crisi ormonale.
Dall'armadio e prendo una maglietta da mettere.
Apro la porta della mia camera e raggiungo il soggiorno.
Un odore di lavanda marcato mi avvolge, quasi da far venire la nausea.
Adesso però, pretendo che sia un figo assurdo, dopo tutti elogi. Figo da far invidia a Leonardo di Caprio.
Sinceramente non ci spero molto.

Quando mi madre mi vede, mi squadra da capo a piedi, mettendomi un po' in imbarazzo.
"Molto meglio così, no?" Domanda sorridendomi.
Come smette di parlare, sentiamo la porta aprirsi.
Mi madre mi viene vicina e mi accarezza la spalla.
"Stai tranquilla" sussurra.
Fosse facile. Penso.
"Eccoci! Questa è la casa, non è tanto grande ma confortevole"
Sento David pronunciare queste parole e l'ansia, pian piano sale sempre di più.
Mi siedo sul divano di pelle bianca, perché dovrei stare in piedi per lui?
Da dietro al muro che separa l'entrata e il soggiorno spunta il mio patrigno, dietro di lui c'è un ragazzo che trascina due vagile. Manco si fosse portato tutta casa.

"Ciao! " saluta lui.
Wow, pure molto ottimista.
Mia madre lo saluta, gli fa qualche domanda e poi l'attenzione si sposta su di me.
Merda...
Continua a fissarmi e contemporaneamente sorride.
Sento tutti gli occhi su di me, tutti sorridenti, poi ci sono io. Sono rimasta sul divano a fissare un po' il pavimento, un po' il ragazzo e a pensare cosa mettere stasera.
Alzo lo sguardo sul sottoscritto e noto che mi sta fissando. Esattamente cosa dovrei fare?
"Ciao" lo saluto accennando un sorriso leggero.
"Ciao" ripete lui continuando a sorridere.
"Piacere Nathan" continua. Si avvicina a me e mi porge la mano.
La guardo, guardo lui e guardo mia madre, ha ancora uno di quei sorrisi spiaccicati sulla faccia.
Mi alzo in piedi e stringo la sua mano e mi presento anche io "Sono Elyza".
"Bene, puoi sistemare la tua roba in camera di Elyza, dormirai in camera sua" annuncia Dave.
Alzo la testa di scatto, spalanco gli occhi e mi giro verso mia madre.
"Cosa?" Domando.
"Sì, tireremo il letto sotto al tuo" mi riferisce mia madre.
"Non potete aprire il divano letto?" Chiedo infastidita.
"Elyza..." mi richiama lei.
"Va bene, va bene!" Alzo le mani in segno di resa. Adesso non ho proprio voglia di litigare.
Mi giro di nuovo verso Nathan e dico: "Seguimi".
Mi segue fino in camera con le due valige.

"Aiutami a tirare il letto per favore" gli chiedo.
Lascia le valige e si mette dall'altra estremità del letto.
Dopo aver tirato il letto, apro l'armadio per prendere delle lenzuola.
Gliele lascio sul materasso e vado in cucina da mia madre, dobbiamo chiarire un paio di cose.

Sta dando da mangiare al gatto, la mia piccola palla di pelo.
"Era necessario?" Domando un po' incazzata.
"Dai non ti preoccupare, non essere agitata." Risponde.
Sbuffo. Bene è in casa mia da neanche mezz'ora e ci sono già casini. Perfetto.
"Vatti a cambiare e a farti una doccia, tra un po' si esce. Andiamo a cena fuori" mi avvisa spegnendo la tv.
"A che ora usciamo?" Chiedo guardando l'orologio, sono le 19.30.
"Alle 20.15, sbrigati." Mi dice e successivamente torno in camera mia.

"Vado a farmi una doccia, dopo potrai andare tu." Lo informo prendendo l'intimo pulito e scegliendo qualcosa dall'armadio.
"Guarda che non sono il tuo servo o uno straccio." Dice ridendo.
Continuo a guardare l'armadio e a scegliere cosa mettere.
Finalmente scelgo un vestito morbido nero con le spalline sottili, prendo una cintura e mi giro verso di lui.
"Io non l'ho mai detto" dico sorridendo e successivamente lascio la stanza.

Spazio autrice: ehi! Come vi sembra?
Un bacio
Azzu💙

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