"Continuerai ad ignorare l'ovvio?" Chiese Peter mentre mi sdraiavo di fianco a lui, sbuffai non volendo affrontare quel discorso a mezzanotte.
"L'ovvio è il rischio di essere beccati, ho dovuto pregare con Steve per poter mettere del sonnifero nella sua acqua santa senza che se ne accorgesse." Mormorai trovando una posizione comoda, cioè sdraiarmi sopra Peter mentre lui mi abbracciava. "Pfft, il mio ragazzo viene a vivere a casa mia e lui pensa davvero che rimarrò in camera mia." Ridacchiai.
Lui rilasciò un sospiro. "È solo preoccupato, probabilmente pensa che rimarrai incinta continuando a fare "atti impuri" col sottoscritto." Scherzò e alzai gli occhi al cielo.
"Sembra il plot twist di una di quelle storielle scritte da qualche quattordicenne nel 2016." Commentai per poi rannicchiarmi contro il suo petto. "E poi non scopiamo da tempo." (Frecciatina alle mie vecchie storie del 2016? Oh yeah)
"Eviterei di parlarne, soprattutto quando Steve dorme nella stanza accanto." Sospirò Peter accarezzandomi la testa. "E per quanto riguarda le ovvie minacce che continui a ricevere?"
"Peter." Sbuffai. "Sono quasi finita sotto un autobus, casualità. Mi hanno rifilato del sushi avvelenato, casualità? No, quello probabilmente era pensato, ma sono una persona rilevante quindi non me ne preoccupo troppo. Pensi che le celebrità non ricevano minacce di morte ogni tanto?" Domandai cercando di fargli capire il mio punto di vista. "Papà riceve delle lettere minatorie almeno 3 volte al giorno."
"Non penso gli abbiano mai avvelenato il sushi." Replicò.
"Questo perché mangi solo roba cucinata da Clint o dal suo chef personale." Mormorai irritata, per quanto ancora doveva continuare con quest'argomento? Da quando ero tornata in vita erano tutti diventati iperprotettivi nei miei confronti. "Possiamo cambiare discorso?"
"Voglio solo tenerti al sicuro." Bisbigliò lasciando un bacio sulla mia fronte. "Vorrei tu la smettessi di essere così imprudente." La sua voce era più roca del solito, aveva un velo di tristezza che era difficile da ignorare anche per me.
Sospirai. "Pete, non fare così." Sussurrai sentendomi in colpa, come poteva pretendere che tornassi a vivere sotto una campana di vetro come ai vecchi tempi, quando anche solo lasciare casa sembrava troppo pericoloso. "Ascoltami, io sto bene, noi stiamo bene."
"È la stessa cosa che mi avevi detto prima di morire, ricordi? Tutto andrà bene. Puoi semplicemente renderti conto che a volte le cose non vanno come vuoi tu?" Chiese con fare scocciato.
Alzai gli occhi al cielo. "Cosa posso dire? Sono una ragazza molto positiva."
Lui ridacchiò a bassa voce. "Sei tutto il contrario, non penso di aver mai incontrato una ragazza più lunatica di te." Scherzò e gli diedi una leggera pacca sulla spalla. "Cosa? È vero."
"Dimmelo in faccia." Sussurrai punzecchiandolo.
"Te lo sto dicendo in faccia."
"Ah sì? Che coraggio Parker."
"Perché stiamo sussurrando?" Chiese Steve e, sia io che Peter, sobbalzammo presi di sorpresa. "Ah! Pensavate di poter fare atti impuri?"
"Steve." Mi alzai e misi seduta sul letto a gambe incrociate, lui stava lì con le braccia incrociate mentre ci guardava divertito. "Come diamine-"
Lui scosse la testa. "Non mi chiedi mai di pregare con te, ho avuto i miei dubbi." Mi prese in giro per poi mandare un'occhiataccia a Peter che cercò di coprirsi con la coperta. "Per essere una ragazza intelligente, ti sei dimenticata che sono un super soldato e sostanze come l'alcol e i sonniferi non mi fanno niente."
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Lover of Mine
Fanfiction*SEQUEL DI JUST MYSELF* "Farò tutto ciò che posso, Peter." Mi rassicurò il sig. Stark prendendo l'anello. "Se c'è qualcuno che può riportare la mia bimba, quello sono io."