Mi ero sempre chiesta cosa si provasse ad essere la delusione della famiglia, personalmente avevo sempre pensato che quella persona fosse Clint visto che si era ritrovato con una moglie e tre figli, perché imporsi dei limiti quando potevo sognare di diventare la dittatrice del mondo. In quel momento, tuttavia, dovevo ammettere di sentirmi abbastanza in imbarazzo. "Ancora non ci credo." Papà continuava a ripetere mentre scuoteva la testa, stava facendo avanti e indietro davanti al divano su cui eravamo seduti io, Vanessa e Peter. "Ripetimi, com'è successo?"
"Beh-" Peter provò a rispondere ma venne interrotto da Tony che gli gesticolò di stare zitto. "Ma io-"
"No, non sto parlando con te." Rispose mio padre, se gli sguardi avessero potuto uccidere, a Peter sarebbe servito un miracolo per tornare in vita. "Sono davvero deluso, ti avevo dato un'altra occasione perché so quanto Renata ti ami, ma sei riuscito a perderla... un'altra volta!" Sbottò e lo guardai male, per chi mi aveva presa? Potevo benissimo cavarmela da sola.
"È stata colpa mia." Intervenni e papà corrugò le sopracciglia. "Sono stata io ad accettare l'alcol di Thor, sono stata io a chiedere a Peter di dormire come scusa e, una volta accertata che fosse davvero addormentato, sono scappata in giro per la città." Mentii, in parte. Non sapevo Thor mi avesse offerto quel suo strano alcol e non ricordavo niente della notte prima, ma non potevo lasciare che Peter si prendesse tutta la colpa, era il mio fidanzato non la mia balia. "Ed è lì che ho incontrato Vanessa, una ragazza molto simpatica e con dei bei capelli." La presentai.
Papà Stark sembrò accorgersi di lei solo in quel momento e le fece un breve cenno. "Piacere, e grazie per aver fatto sì che mia figlia non finisse in qualche guai."
"Si figuri." Vanessa mormorò in imbarazzo, probabilmente non sapeva come spiegargli che dopo avermi trovata eravamo finite a bere ancora di più. "Mi sono divertita comunque, anche se avrei preferito dormire su un letto." Borbottò toccandosi la schiena dolorante, in effetti la capivo, faceva male anche a me dalla notte passata sulla terra fredda e dura.
"Dove avete dormito?" Chiese allora mio padre e sbuffai poggiando la testa sulla spalla di Peter, che era rimasto fermo fino ad allora con la testa bassa. "Non sbuffare! Sono preoccupato per la tua vita! Forse non ti rendi conto del fatto che non posso perderti di nuovo, non possiamo resuscitarti per sempre, è ora che inizi a prendere le tue responsabilità e smetti di dare per scontato che tutti quelli intorno a te si dimenticheranno di te." Mi urlò contro e corrugai la fronte.
Mi sentivo come se stessi vivendo una specie di deja-vu. "Non do per scontato niente." Replicai offesa. "E pensavo avessi capito che riesco a cavarmela benissimo da sola, quella volta sono morta perché l'ho voluto io, devo ricordarti a chi stava mirando Dottor Destino?" Chiesi alzandomi in piedi, lui rimase in silenzio non sapendo come rispondere. "Smettila di dare la colpa agli altri per ciò che faccio e smettila di parlarmi come se avessi 12 anni, sono prossima ai 18." Incrociai le braccia al petto.
"Questo non cambia il fatto che sei mia figlia." Scosse la testa. "Vuoi fare per conto tuo? Va bene, non farò come l'ultima volta." Forzò un sorriso, ma riuscivo a sentire l'irritazione trapelare dalle sue parole. "Fai come vuoi, hai il mio permesso per fare ciò che vuoi, io non ti fermerò." Alzò le mani in aria in segno di resa. "Non voglio più litigare, non voglio spingerti a disubbidirmi perché alla fine finisce che fai sempre e comunque quello che vuoi."
Sbattei le palpebre confusa da questo suo discorso improvviso. "È un attacco personale o qualcosa?"
Lui alzò gli occhi al cielo. "È tempo che tu cresca, io sarò qui se avrai bisogno del mio aiuto. Ma ricorda che non avrai più papà a pensare per te." Sbottò infine allontanandosi.
Pressai le labbra in una linea, l'avevo davvero deluso per essere riuscita a buttarlo giù così. Ci fu un silenzio imbarazzante per qualche minuto, finché non decisi di rompere il ghiaccio. "Beh, ora siamo liberi di andare in città." Ironizzai guardano gli altri due che stavano ancora seduti. "Perché quei musi lunghi?"
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Lover of Mine
Fanfiction*SEQUEL DI JUST MYSELF* "Farò tutto ciò che posso, Peter." Mi rassicurò il sig. Stark prendendo l'anello. "Se c'è qualcuno che può riportare la mia bimba, quello sono io."