Passo dopo passo, con gli occhi un po' assorti e la camminata delicata, si stava inoltrando nel sentiero.
Fuori era freddo: l'aria frizzante le accarezzava la pelle, facendole provare un po' di quella felicità che ella aveva riposto, fino a quel momento, fin dentro al petto.
Gli alberi intorno a lei cominciavano a tingersi d'argento, e la neve, che violentemente scendeva sopra sua testa, si posava poi dolce prima sui rami, e poi, piano piano, anche per terra.
Nonostante fosse dicembre inoltrato, si poteva comunque respirare il profumo d'autunno, e le foglie cadute che per terra tracciavano la strada verso l'ignoto, venivano lentamente ricoperte da uno strato soffice e bianco.
Ella guardava tutto mutare aspetto, e dentro sé era arrivata a pensare che probabilmente anche lei non sarebbe potuta scappare al tempo che passa, o almeno, che anche lei sarebbe poi stata, per forza di cose, ricoperta di neve.
⁃ "Ah, le foglie: cadono e poi ricadono, senza mai fermarsi. Passa il tempo, loro ricrescono, e poi eccole di nuovo lì, appese speranzose ad un filo, nell'eterna attesa che tutto possa ripetersi, ancora e poi ancora"
Gli sembrava davvero pazzesca la similitudine fra l'uomo e la natura, poiché si vedeva anche lei sempre appesa ad un filo, e si sentiva cadere spesso, e spesso si era dovuta modificare, rinnovare e migliorare.
Ma allora perché solo li, davanti a quel manto vivo di neve fresca, si sentiva finalmente in pace?
Pensò che le foglie, quando terminano la loro vita, per un breve lasso di tempo, volano librandosi nel cielo, e scendono danzanti fino ad assopirsi a terra.
Volare: quel sentimento di libertà che provava vedendo davanti a sé l'inverno presentarsi per la prima volta, le stava dando alla testa.
La natura era il suo modo di alleggerirsi, di prendere quota.
Le sue spalle, che si stavano ricoprendo lentamente di una patina chiara, avevano portato fin troppo peso, e lei, ora, sentiva il bisogno di spiccare il volo.
La neve, scendendo ora veloce, sembrava fermare il tempo, dettando un nuovo ordine al tutto, e scandendo impetuosa il ticchettio dei battiti del suo cuore.
Anche la gravità stessa, sembrava perdere importanza, poiché i fiocchi, se fissati attentamente, a volte sembravano salire al cielo, e con loro le foglie mai dome che trasportate da un vento invernale, prolungavano il loro balletto, che sembrava così non finire più.
Si era inoltrata nel bosco per cercare un rifugio, per allontanarsi da una vita che scorrendo frenetica, investe un po' tutto: era arrivata alla fine di un viaggio, di un percorso che per lei era stato importante, anche se poi le si era rivelato sbagliato.
Non si pentiva però di nulla, poiché come le foglie appese speranzose al ramo, anch'ella sperava di poter finalmente tornare a volare.
Molti le avevano detto che il tempo avrebbe curato ogni ferita, ma dentro sé sapeva benissimo che solo sapendo reagire, le cose si sarebbero sistemate davvero.
In quel momento però, aveva solo voglia di essere leggera e di farsi cullare dalla brezza che stava iniziando a sferzarle le guance arrossate dal freddo, mentre con il suo naso, coperto quasi del tutto da una sciarpa color cielo, stava continuando a godersi il profumo del bosco che la circondava.
- "Questo mutare che ci porta poi sempre a ritornare noi stessi è l'unica lezione che voglio imparare, e il suono della natura che si veste da sera, l'unica canzone che voglio ballare"
Dicendo questo, ella iniziava il suo ballo, danzando tra la neve e foglie colorate di un rosso sbiadito, nel valzer infinito chiamato vita, autunno ed inverno, caduta e rinascita, ed infine, saper volare.
(Disegno a cura di Francesca Canova)
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Parole Nomadi
Short StoryParole Nomadi è un progetto nato nella quarantena 2020, il cui motto recita: dall'arte nasce arte. Così, Lorenzo, aspirante scrittore e giornalista, prende in prestito da amici e conoscenti loro opere d'arte (che possono essere fotografie, disegni o...