- "Penso a quanto sia più facile essere sereni in un giorno soleggiato. Non è una regola scritta, in quanto siamo costretti, costantemente, ad essere in balia delle nostre emozioni, belle o brutte che esse siano, e non ci sono giorni in cui siano ben definite, poiché non ci sono giornate in cui o si è dannatamente felici, o si è maledettamente tristi. Così, migliaia di dannate sfumature ci rendono le giornate movimentate: abbiamo al nostro interno una moltitudine che può cambiare repentinamente di facciata senza che uno se ne accorga completamente e soprattutto senza che lo si voglia davvero. Tutto ci rende poco canonici e non ci uniformizza a nessun'altra cosa presente al mondo.
Questo universo, come dicevo, pieno di sfumature diverse, fa sentire la sua essenza dentro di noi come se fosse un moto perpetuo che ha la sua azione tra il cuore ed il cervello. Alcune di queste sfumature, ad esempio, stringono il cuore in una morsa dorata, lasciandoci una sensazione di serenità. Avendo però il moto perpetuo azione contemporaneamente sul nostro cervello, a cui viene ordinato di diffidare dalla banalità, viene a crearsi, dentro di noi, un cinismo indesiderato, che ci allontana dalla perfezione delle sfumature positive, e ci avvicina sempre di più alla razionalità e alla diffidenza.
Razionalità e diffidenza non vengono mai per nuocere, ma ci avvertono dei pericoli, e, a volte, nostro malgrado, ne individuano alcuni fallati: questi non sono altro che possibilità non sfruttate completamente, poiché individuate erroneamente dal nostro raziocinio come possibilmente dannose. Perciò, quando ci avviciniamo alla serenità, qualcosa di insito nel nostro carattere ci allontana quel tanto che basta da non farcela toccare. Noi e le sfumature positive, per dirlo in termini matematici, siamo come l'asintoto e la sua funzione, destinati a correre per sempre l'uno vicino all'altro, senza potersi mai incontrare davvero. Questo moto perpetuo, allo stesso tempo però, ci permette di non soffrire per decisioni sbagliate, di non cadere nei pericoli offerti dalla fragilità del nostro cuore.
Siamo diffidenti e cinici quel tanto che basta, quel tanto che serve a renderci umani".
D'improvviso il ragazzo si interruppe e alzò lo sguardo al cielo per osservare attentamente, come se in quel momento nessun discorso fosse stato davvero più importante della realtà, una rondine che stava volteggiando leggiadra sopra di lui: essa sembrava danzare libera, priva di ogni regola naturale e slegata dal pesante raziocinio che sadicamente aveva confinato gli uomini al suolo terrestre. Poi, scendendo con cerchi concentrici perfetti, la rondine arrivò a posarsi sul vecchio ciliegio che ormai da tanti anni vegliava sulla casa di campagna in cui il ragazzo era abituato a rifugiarsi d'estate per scappare lontano dall'afa della città.
Il sole era ormai pronto a far visita all'altro estremo del mondo, e perciò tutto si stava tingendo di un rosso vivo che intensamente, rendeva poetico qualsiasi scorcio di natura su cui l'occhio si potesse posare. Inoltre, trasportato dall'aria, era forte l'odore aspro e pungente dei campi appena lavorati, e proprio grazie questo odore, il ragazzo poteva sentirsi al sicuro come non fosse davvero lontano a casa.
Seduto com'era, prese la mano della sua amata rimasta in silenzio fino ad allora, impegnata ad osservarlo con l'intento di coglierne ogni piccolo movimento dell'anima: lei sapeva che tutto quello che le era appena stato detto, era in realtà solo figlio della necessità insita in ogni uomo di trovare una spiegazione per le correnti irrazionali che ci trasportano nel viaggio che ci porta a conoscersi davvero.
Così, il ragazzo iniziò a studiare ciò che delicatamente custodiva fra le mani: prima, dolcemente, fece tanti piccoli movimenti concentrici sul dorso della mano, come a voler disegnare qualcosa di meraviglioso, con la speranza che quasi quelle carezze potessero cancellare ogni turbamento dal cuore di lei. Poi, iniziò a osservare le linee del palmo, anche se non aveva mai capito quali significassero cosa, o viceversa.
Tutto quello che sapeva, era che non avrebbe mai davvero voluto lasciare andare la presa, poiché sentiva che solo mano nella mano con la persona che si ama, i rischi e i pericoli diventano accettabili, azzerando qualsiasi forma di cinismo, a favore di sogni vissuti intensamente ad occhi aperti.
Allora, inevitabilmente, tutto quel discorso pretenzioso che aveva appena fatto, perdeva consistenza, si faceva di fumo, ma questo il ragazzo non lo disse ad alta voce, perché troppo orgoglioso per ammettere che, a volte, la sua tendenza a estendere tutto a semplice raziocinio, non teneva il passo con la vita e la sua imprevedibilità fatta di emozioni, sensazioni, lacrime e risate.
Sopra il ciliegio, la rondine continuava a fare loro compagnia dall'alto, quasi volesse godersi quello spettacolo umano che è l'amore: nel mondo animale, tutto si riduce in istinto, tutto è naturale, quasi meccanico, e segue il corso che ha sempre seguito, annullando le eccezioni.
Ed invece, l'amore è eccezione: è pericolo e allo stesso tempo sicurezza, è arbitrario ma inevitabile, è rassicurante ed è anche caotico. Esso non segue quindi alcuno schema, e spesso sfugge da ogni comprensione, da ogni ragionamento, da ogni tentativo di fissarlo a terra, condannandolo ad una staticità che non potrà mai essere sua, poiché egli muta aspetto continuamente, rendendolo adatto ad ogni persona che sente di desiderarlo intensamente.
- "Forse è vero che essere cinici ci rende umani, come dicevo prima.
Ma in questo momento sento di dover levare l'ancora che mi tiene legato, che pesantemente mi condanna con i piedi per terra: più penso, più le cose si fanno concrete, ma non tutto è schematizzabile, non tutto può essere catturato con la mente.
Perciò, solo liberandomi della mia diffidenza, potrò provare ad inseguire l'Amore per potertelo portare qui, in mezzo a tutta questa natura vestita di sera, finché esso non avrà deciso di cambiare nuovamente forma, trasformandosi ed evolvendosi in qualcosa di inaspettato che non vedo l'ora di inseguire, nel tentativo di poterlo toccare ancora ed ancora: se chiudo gli occhi, e stringo la tua mano con la mia, già mi sembra di essere più leggero, di prendere quota.
Allora forse, sei già qui con noi, Amore".
Così, tutto d'un tratto, iniziarono a volare insieme alla loro amica rondine, creando insieme traiettorie che avrebbero potuto ricordare i cieli di Van Gogh.
Improvvisamente, i due innamorati sentirono sulla pelle la libertà e la serenità, come mai prima di quel momento. Poi, tra le nuvole che nel frattempo avevano coperto la vecchia casa di campagna, sparirono mano nella mano, senza più voltarsi indietro.
(Disegno a cura di Andrea Bianchi)
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Parole Nomadi
Short StoryParole Nomadi è un progetto nato nella quarantena 2020, il cui motto recita: dall'arte nasce arte. Così, Lorenzo, aspirante scrittore e giornalista, prende in prestito da amici e conoscenti loro opere d'arte (che possono essere fotografie, disegni o...