Prologo: ricominciare

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Kyoko
Il tempo aveva cambiato tante cose. Aveva avvolto sei adolescenti e li aveva presi con sé, modellandoli come si fa con l'argilla per creare un vaso. E poi li aveva lasciati andare, liberandoli nella loro nuova vita come gabbiani che si librano nel cielo.
Un cielo vasto e azzurro, azzurro come gli occhi di Kyoko, che avevano visto così tanto in quegli anni.
Occhi che avevano visto bellezza, tristezza, paura, amore, dolcezza, libertà. Che avevano pianto, versando lacrime di tristezza quanto di commozione.
E quegli occhi avevano visto il tempo scorrere e il cambiamento delle persone intorno a lei. Anche lei era cambiata, ovviamente, ed era cresciuta.
Aveva mantenuto il taglio a caschetto, ormai un simbolo di ciò che era. Ma ora non era più una ragazzina, ma una donna adulta. Alta e sempre snella, con un viso più maturo e pronta al proprio futuro.
Era uscita dal liceo a pieni voti, per poi iniziare subito l'università. Aveva sorpreso un po' tutti quando aveva deciso di iscriversi in Storia e Filosofia.
Per anni sono cresciuta in un mondo di cui non so nulla. Ora posso studiarlo a fondo, sapere chi c'è stato prima di me.
Eppure tutti l'avevano supportata. La sua grande famiglia, umana e ghoul c'era sempre per lei.
Anche se l'Anteiku non esisteva più, era sorto al suo posto il Re, il nuovo locale di Touka, che racchiudeva lo stesso profumo di caffè e carta, ma sapeva anche di nuovo, di gioia, di speranza.

<<Sempre in anticipo.>> una voce allegra distolse Kyoko dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo e sorrise alla giovane donna appena arrivata. Un po' più bassa di lei, con lunghi capelli neri raccolti in uno chignon, dal quale spuntavano alcuni ciuffi.
Sayu si sedette di fronte all'amica, mentre Yomo si avvicinava con due tazze di caffè bollente.
<<Allora?>> disse Kyoko contenta dopo averla salutata. <<Hai già iniziato il tirocinio?>>
Sayu arrossì imbarazzata. <<Non ho ancora chiamato.>>
<<Cosa?>> Kyoko le mise il proprio cellulare davanti, minacciosa.
<<Fallo. Ora.>>
La mora scosse la testa. <<Non so, magari non c'è nessuno.>>
<<C'è sempre qualcuno al...>> Kyoko si guardò intorno prima di sussurrare <<CCG.>>
Sayu sospirò. Stava per terminare i suoi tre anni di università in psicologia e le veniva offerto un tirocinio. Aveva scelto di coronare il sogno di una vita: lavorare al CCG, per aiutare altri orfani come lei. Kyoko, seppur consapevole che stava per lavorare per il suo nemico, non aveva smesso di sostenerla.
<<Coraggio.>>
L'altra obbedì stancamente e compose il numero, finché una voce femminile non le rispose.
<<S-salve, sono Sayu Saotome, ho chiamato per il tirocinio.>> dopo qualche minuto e una breve chiacchierata, chiuse la chiamata.
<<Allora?>>
<<Ho il colloquio la settimana prossima.>>
Kyoko si alzò contenta, abbracciando l'amica. Continuarono a parlare allegre, finché una figura non le interruppe poggiando un piattino di plastica coperto da un tovagliolo.
Le due alzarono lo sguardo per ritrovarsi davanti un ragazzo alto, che le guardava con i suoi occhi nocciola. Si sistemò i biondi capelli, dai quali sprizzavano castani ciuffi di ricrescita e sorrise.
<<Ryuga!>> Kyoko si alzò per stringerlo in un abbraccio.
La relazione tra loro era continuata negli anni, senza mai smettere di amarsi l'un l'altra.
<<Hai portato un altro esperimento?>> chiese scherzosa Sayu. Ryuga aveva il desiderio di diventare un cuoco e aprire il proprio ristorante, infatti non faceva altro che cucinare piatti diversi per farli poi assaggiare ai suoi amici.
Sollevò il tovagliolo con un gesto teatrale, rivelando uno sformato di riso con una colorata salsa sopra.
<<Tortino di riso cotto nel miele con salsa di frutta e due gocce d'aceto.>>
Si sedette insieme a loro per mangiare insieme quella delizia, mista di dolce e salato, con la giusta punta di acidità.
<<È fantastico!>> commentò Kyoko allegra, ricevendo un sorriso di ringraziamento.
Ryuga si rivolse poi a Sayu <<Kaito arriverà tra poco. Non vede l'ora di vederti.> lei arrossì, pensando al suo fidanzato. Lavorava insieme a Ryuga e lo aiutava nel suo progetto di ristorazione, senza interrompere mai la loro amicizia.
Kyoko guardò l'orario sul telefono, sospirando.
Mancava ancora qualcuno all'appello.

Shiro
Posò lentamente l'ago e rimase a ammirare la sua opera. Il muso di un drago lo guardava fiero, circondato dal rossore della pelle sulla quale aveva appena lavorato.
L'uomo davanti a lui si fissò il braccio ammirato.
<<È fighissimo!>>
Shiro annuì soddisfatto. Quel negozio di tatuaggi era la realizzazione di un sogno. Aveva messo tutto se stesso nel costruirlo e ora era il tatuatore preferito nel quartiere.
Il cliente se ne andò contento e un'altra persona entrò, interrompendo il silenzio con la sua voce allegra.
<<Ho portato il pranzo!>>
Il ragazzo sorrise. <<Ciao Yume.>>
Era proprio lei, che in quegli anni era continuamente rimasta con lui. I suoi capelli castani erano cresciuti e lei con essi, ma non aveva perso quello sguardo da ragazzina che lui tanto amava.
Lei si sedette sulle sue gambe posando sulla scrivania due contenitori di noodles.
<<Più tardi hai appuntamenti?>> chiese poi.
<<No, sono libero. Tu dopo lavori?>>
Yume scosse la testa. Lavorava da ormai un anno in un rifugio per animali, occupandosene come se fossero tutti suoi figli.
Si misero a mangiare in silenzio, mentre lei si guardava intorno. Posò poi il suo cibo e guardò negli occhi Shiro. <<È venuto oggi?>>
Lui sospirò e scosse la testa. Sapeva benissimo che parlava di Uta, che spesso andava nel suo negozio con la scusa di comprare crema per i suoi tatuaggi e invece lo invitava a una delle sue cacce.
Non solo Uta, ma anche altri ghoul si erano recati da lui, convinti che avrebbe continuato la vita di violenza di un ghoul. Lui rifiutava sempre, ma per i suoi simili era difficile credere che fosse passato da essere uno dei ghoul più temuti a un semplice tatuatore. Cercava di non far sapere di Yume per proteggerla e spesso ci era riuscito.
Lei gli accarezzò con un dito la guancia. <<Beh, tanto se pensa di convincerti a fare qualcosa si sbaglia.>>
Sorrise <<Sei super testardo.>>
Lui sorrise a sua volta e appoggiò la testa sulla spalla di lei. <<Più tardi andiamo da Kyoko. Mi manca.>>
Yume annuì e poi gli prese il viso tra le mani. <<Più tardi. Ora sei tutto mio.>>

Rimasero soli nel negozio, incuranti di qualsiasi preoccupazione esterna, come sempre quando erano insieme.

Spazio autrice:
Sì sono un clown. Avevo detto che non ci sarebbe stato un sequel e invece eccoci qui. In mia difesa, ho riletto il manga di Tokyo Ghoul e ho avuto un impulso di scrivere.
Vi avverto già da ora che questa non sarà una "storia" nel vero senso della parola, cioè non c'è una storyline capitolo per capitolo, ma solo determinati momenti.
Spero che nonostante tutto vi piacerà, buona lettura!

Hybrid: re-startDove le storie prendono vita. Scoprilo ora