6. Niall wrote it.

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-NIALL JAMES HORAN.- tutti i ragazzi nel corridoio si voltarono confusi verso Louis, che fissava l'amico in lontananza.
-IO TI SCANNO VIVO.-

-NO, NO LOUIS TI AMO IO TI A...- si fermò di colpo, vedendo che il più grande iniziava ad accelerare i passi verso di lui.
Si mise le braccia davanti a se per potersi proteggere in qualche modo, chiudendo gli occhi.
Dopo qualche secondo divenne confuso, notando che non era ancora arrivatò. Aprì gli occhi e scoppio in una risata che riecheggiò per tutto il corridoio.
Liam stava tenendo Louis dalla maglia, mentre cercava di dimenarsi per poter saltare addosso al biondo tinto.
-Che ha fatto sta volta?-
Cosa poteva rispondere? Non poteva di certo dire qualcosa tipo 'Non lo so Liam, ha solo preso il diario blu con cui mi scrivo con un certo Edward (ah si, sai? Sono gay) e ha risposto al posto mio perché gli avevo detto che volevo abbandonare questo stupido gioco'.
-In poche parole ha preso qualcosa di mio.- lo lasciò andare, e lui si trattenne da non ammazzarlo. -Ridammelo.-
L'irlandese sorrise.
-Troppo tardi, Tommo.-
Sgranò gli occhi.
-No, Niall ti prego dimmi che stai scherzando.- si fece serio.
Cosa ci aveva scritto? Aveva detto qualcosa che lo portasse a far capire che fosse lui? E come si era permesso di darlo già a Gemma?
-Dai, Lou...- mormorò, ma il castano era già andato via sotto lo sguardo di tutti.
Aprì velocemente le porte della biblioteca e vide Gemma.

-Ragazza, ti prego non dirmi che l'hai già dato.- parlò, notando che non c'era nessuno. Si voltò verso di lui confusa. -Il diario.- specificò.
-Il tuo amico mi ha detto che non c'eri e l'ha portato lui... Si che l'ho già dato.-
-L'ha scritto Niall, non sono stato io. Non ho idea di cosa ci sia scritto, ma se vedi il ragazzo digli di portarmelo al più presto.- non le lasciò tempo di dire qualcosa, che lui era già sparito.
Quando si sedette in classe pensò solo a farsi infinite domande, troppo ansioso.
Immaginava quell'Edward che leggeva pian piano la pagina scritta e rimaneva shockato perché era Louis Tomlinson, oppure si inquietava per le puttanate che c'erano scritte e decideva di lasciar perdere... Ma Louis non doveva interessarsene, giusto? Aveva detto che non lo sopportava, quindi doveva lasciar perdere, no? Semplice.

-Okay.- sussurrò, e annuì tra sé e sé, convincendosi che fosse così.
-Che fai Tomlinson parli da solo?- strinse i pugni, mentre si voltava dietro di lui trattenendo un sorriso.
-Si, hai qualche problema?-
-No ma tu di certo lo hai, prima urli arrivando a scuola e ora parli da solo.- il riccio rise leggermente.
-Ma perché cerchi di attaccarmi quando finalmente ti ignoro? Dovresti esserne felice.- protestò, cercando seriamente di non uccidere nessuno.
-Perchè? Non posso infastidirti?- fece per rispondere, ma un libro venne sbattuto sulla cattedra, facendo velocemente girare il liscio.
-Styles e Tomlinson, state di nuovo litigando?- non era la prima volta che la professoressa di matematica fermava quei due dal litigare.
L'unica cosa che Louis odiava del fatto di essere stato bocciato era che quell'anno si era trovato in molti corsi con Harry, ed era dall'inizio dell'anno che c'erano battibecchi infiniti trai due.
-Senta, questo mi ha chiamato. Non c'entro.-
-Potevi non girarti allora.- Harry gli lanciò un sorriso.
-Sta zitto.-
-N...-
-Ragazzi!- li richiamò l'insegnante. -Basta interrompere la lezione, uscite fuori e andate direttamente nell'ufficio della preside, ora. Tomlinson, vuoi per caso essere bocciato per la seconda volta?-
I compagni risero, ma lui roteò gli occhi, dando mentalmente dell'idiota alla prof.

-Quindi, in quasi cinque mesi di scuola quante volte al giorno venite rimproverati esattamente?-
-Al giorno? Forse due alla settimana, è fortunata che non abbia tutte le ore con lui.- il liscio si trovò a rispondere alla preside, mentre il riccio si infastidiva per ogni sua risposta.
-E vi infastidite per ogni singola cosa?- un sorrisetto parve sul volto della dirigente che fece confondere i ragazzi.
-Si, possiamo andare ora?-
-No, Harry, non potete andarvene. Dovrete rimanere a scuola il pomeriggio. Louis tu lavori alla biblioteca qui, quindi Harry ti darà una mano. Questa giornata non sarà pagata.-
Louis sgranò gli occhi.
-No, no mi servono quei sol...-
-Non si discute, aspettate qui fuori insieme finché non suona e poi andate.-
-Ma ho una visita medica...- insistette Louis, ricordandosi l'appuntamento con il dottore.
La preside scosse la testa.
-L'avrai un altro giorno.-
Indicò la porta, e i due si sedettero fuori, a distanza di almeno tre sedie.

-Coglione.- il più grande poggiò la testa al muro.
-Senti, visto che mia madre farà da baby-sitter alle tue sorelle, non si prende molti soldi, okay? Sta zitto e accontentati del mio aiuto.-
Si spostò con tutto il corpo verso di lui e lo guardò storto.
-Gemma me l'ha detto, tu che hai fatto?-
-Ho accettato.-
Decise di non rispondere, ignorandolo fino al suono della campanella.

Louis mangiò più veloce che potesse, così da dirigersi prima da Gemma per avere il diario e non imbattersi subito in Harry.
-Controlla se arriva tuo fratello, dovrebbe essere qui a breve.- la avvisò, prima di aprire e leggere ciò che Niall aveva scritto prima di quello di Edward.
La calligrafia era completamente diversa. Diede dello stupido all'irlandese e lesse tutto.

A me Louis sembra simpatico! Come mai non lo sopporti? Mi dispiace che abbia pianto onestamente, nessuno merita di essere triste.

Sorrise. In fondo Niall era carino, ma molto in fondo.

Passando ad altro... Si suono il piano e la chitarra, ma non sono bravissimo. Altri hobby? Calcio, ma di solito passo le giornate con la mia famiglia o i miei amici. Canto un po', niente di ché. E tu?
Per la tua idea... Non so. Ci penso. Se era questa la tua sfida, penso dovrà aspettare.
Tu invece, crea un profilo Instagram anonimo e convinci gente della scuola a vestirsi di un solo colore per un giorno :)
E se vorrai contattarmi, sarò @williamousx (fantasioso vero?)
Vorrei poter parlare di più con te, e spero ti vada bene in questo modo.

Louis corrugò la fronte. Niall aveva appena dato ad Edward un nome di Instagram dove avrebbe potuto contattarlo? Doveva parlare con lui al più presto.

Girò la pagina per poter leggere la sua risposta.

The blue diary; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora