25. Don't make me fall asleep.

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Il giorno dopo Louis non andò a scuola, e neanche il giorno dopo ancora.
Insomma, per una settimana rimase rinchiuso in camera sua.
Niall aveva provato a mandargli messaggi ed era anche andato a casa sua, ma in entrambi i casi dal più grande non aveva avuto nessuna risposta.
Liam ed Harry non si erano fatti sentire, ma come biasimarli.
Cercava solo di ignorare anche il suo migliore amico.
Lui lo conosceva bene, sapeva che c'era qualcosa che non andava e non si arrendeva facilmente.
Anche oggi era a casa sua, bussando alla stanza del liscio senza ottenere buone risposte.

-Louis, giuro che oggi spacco la porta pur di entrare. È passata una settimana, perché non vieni a scuola?-
-Perché non voglio vedere nessuno.-
-Neanche me?-
-Già.-
-Non ti ho fatto nulla.-
-Ho rivalutato le mie amicizie.-
-Perdendole tutte?-
-Esatto.-

Sentì Niall sospirare.
-Senti, non mi interessa. Se stai male e non vuoi dirmelo o qualcosa del genere, ma perché dovresti allontanare tutti? Perché non mi permetti di aiutarti?-
-Harry ha provato ad aiutarmi, non è finita bene, quindi perché non te ne vai e non torni più?- gli urlò contro, alzando la testa dal cuscino solo per farsi sentire meglio.
-Harry? Neanche lui l'ho visto molto. So che gli hai detto che sei William, me l'ha detto Zayn. Ci è rimasto di merda, penso sia ancora incazzato con te.-
E questo dovrebbe aiutare Louis? Sapere che è ancora incazzato con lui? Certo, voleva davvero saperlo.
E da quando Niall e Zayn erano amici? Ma non doveva importarsene, ovviamente.
-Liam è solo preoccupato, non è arrabbiato con te.- disse invece, e a Louis si scaldò il cuore.
Gli dispiaceva davvero tanto, per questo non usciva di casa.
Non avrebbe avuto il coraggio di guardarli in faccia senza scoppiare a piangere probabilmente.
-Niall?- Lottie si era avvicinata alla porta.
-Hey! Tu sai cosa li prende?-
-Si, e mi dispiace che si comporti così. Non passa neanche tempo con noi.- la voce della sorella si spezzò, e Louis si sentì un completo stronzo.
-E non mi dirai cos'ha, vero?-
-No, e non penso lui lo farà.-
Certo che non lo farà.
Non l'avrebbe mai fatto.
-Niall, puoi farmi un favore e ascoltarmi per una volta?- Louis doveva essere ancora più stronzo per far allontanare Niall.
-Che c'è?- il biondino sembrava speranzoso.
-Puoi levarti dai coglioni per una cazzo di volta? Non voglio stare con nessuno di voi, cazzo!- esclamò, alzandosi dal letto frustrato.
-Okay, ma domani torno.-
-Non tornare!- gli urlò ancora.
-Lo farò.- e poi aveva sentito i passi dell'irlandese allontanarsi.
-Sei un coglione.- gli aveva mormorato la sorella mentre lui usciva dalla camera per poter prendere una boccata d'aria.

Di solito si sdraiava in giardino e fumava, ma ovviamente non poteva più farlo, quindi giocò un po' con il pallone da calcio, annoiato e pensieroso.
Non era sicuro che trattare tutti male fosse una buona idea, ma era la migliore che gli era venuta in mente (secondo lui era così, ma era decisamente l'idea peggiore).

-Hey Louis...- si voltò velocemente, sentendo la voce del riccio.
Era vicino al cancello con lo sguardo basso, cercando di non incontrare gli occhi del liscio.
-Cosa stai facendo qui?- Louis cercò di rimanere acido, ma era decisamente sorpreso e ansioso.
-Me l'hai detto per allontanare anche me?- mormorò, e il più grande alzò un sopracciglio, fermandosi con il palleggiare. -Che sei William.-
-Ma io sono William.-
-Lo so, ma l'hai detto in quel momento solo per allontanarti da me. Come hai fatto con tutti, no?- si avvicinò a lui, questa volta guardandolo negli occhi.
-Sono venuto fin qui ora voglio delle cazzo di risposte, Louis.- incrociò le braccia e il più grande non smise di giocare, cercando di essere indifferente.
-Perché mi stavi per baciare, non volevo che lo facessi.-
Avrebbe voluto dire 'non volevo che lo facessi senza prima saperlo', ma evitò.
Non sapeva neanche lui se lo voleva davvero o no quel bacio.
Il riccio si morse un labbro e annuì.

-Mi hai detto che ti mancherò, perché cazzo l'hai fatto?- gli prese il pallone, fermandolo per farsi guardare. -Perché tu avevi già in mente di allontanarmi, no?-
Continuò a non rispondere.
-Louis, cazzo.- sospirò. -Puoi almeno guardarmi in faccia?-
Gli prese il mento, obbligandolo a tenere gli occhi su di lui. Continuava a guardare di lato, con il viso rosso.

Perché si trovava in questa situazione?
Odiava essere intimorito dal più piccolo.

-Non volevo più essere tuo amico, no?- gli tremò la voce.
Sapeva di non riuscire a mentire, ma ci provava ugualmente.
Harry lo notò, roteando gli occhi.
-Non dire cazzate, porca puttana. Guardami negli occhi!- esclamò, Harry era arrabbiato e Louis era stanco.
Lo assecondò solo perché non aveva voglia di discutere.
-Senti, se c'è qualcosa che non va io e i tuoi amici siamo qui. Forse riesci ad allontanare loro, ma non me. Certo, sono un po' frustrato perché sei la stessa cazzo di persona di cui parlavo nel diario, ma questo non mi farà allontanare da te.-

Louis era stanco.
Molto.
Non voleva ascoltarlo, non ne aveva voglia.
Si spostò dalla sua presa e si sedette a terra, poggiando la testa tra le mani.
Era esausto.

-Che stai facendo?-
-Non mi va più di sentirti parlare.-
-Allora parla tu e spiegami qualcosa.- ribatté, mettendosi accanto a lui.
-No... Mi sento stanco.- parlò a bassa voce, cercando di non chiudere gli occhi.
-Louis?- lo richiamò dopo qualche secondo, confuso.
-Mh?-
-Stai bene?- si fece allarmato quando il più grande aveva poggiato la testa sulla sua spalla.

Imprecò in mente. Non riusciva ad essere arrabbiato, non poteva. Era solo preoccupato in quel momento, così decise di circondare il più grande con le sue braccia per poterlo abbracciare.
Louis sperava che questo lo facesse stare meglio, ma non fu così.

-Mi dispiace essere così...- sussurrò, decisamente stanco.
-Che hai, sei bipolare?- ironizzò, sorpreso di sentire delle scuse da parte del liscio.
Rise leggermente.
-Magari.-
-Come magari? Che hai?- gli accarezzò i capelli, cullandolo leggermente nelle sue braccia.
-Mi piace abbracciarti.- evitò la domanda, come suo solito fare.
-Davvero, un secondo fa volevi che me ne andassi. Che ti sta succedendo?-
Lo strinse ancora di più a sé.
Louis era solo stanco e non voleva pensare più a nulla.
-Non farmi addormentare, Harry. Non dormirei.-
-Che stai dicendo?-
-Se mi addormento chiama Lottie, sa cosa fare.-
-Louis, che cazzo hai?-
Si staccò per poterlo guardare in faccia, accarezzandogli il viso per poterlo calmare. -Hey, che sta succedendo? Ti prego parlami.-
Harry era decisamente preoccupato ma Louis aveva già gli occhi chiusi, e sembrava star dormemdo.
Non doveva addormentarsi?
Perché non doveva?
-Louis?- lo richiamò, ma il liscio era accasciato sulla sua spalla e non si muoveva di un millimetro.
Era svenuto? Perché era svenuto?
-Charlotte!- urlò un paio di volte, non volendosi staccare da lui.

Quando Lottie arrivò, gli disse soltanto di non impanicare, ma come poteva non farlo?
Chiamò velocemente l'ambulanza e gli disse di andare con lui e che sarebbe arrivato Mark al più presto.

Cosa stava succedendo? Harry non stava capendo nulla, ma aveva una paura assurda.

The blue diary; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora