Cake and Cup of Tea

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Piccola intro : Snape non riesce a dormire. Va alla ricerca della serenità. E avrà qualche sorpresa.


I miei occhi si aprono come se fossi stato scagliato bruscamente nella coscienza. Il mio cuore batte accelerato e io prendo un respiro lento, la mia mente ricerca una spiegazione per la mia brusca partenza dal reame del sonno. I miei pensieri volano al mio braccio sinistro al di là di ogni istinto mai dimenticato, ma che quel marchio possa ritornare improvvisamente in vita è finalmente impossibile. Non ci sono vibrazioni di un rumore improvviso, nessuno ossessiva apprensione che può suggerire un possibile incubo, né qualunque altra spiegazione logica per la mia insonnia improvvisa. I miei occhi guizzano verso l'orologio per scoprire che sono le undici e mezzo.

Strano. Normalmente la mia insonnia si risveglia soltanto durante l'anno scolastico quando sono obbligato a soffrire il sibilante respiro di quelle spregevoli bestioline che gli altri chiamano affettuosamente bambini. La semplice presenza della loro ignoranza nel castello è sufficiente per tenere il mio cervello in un continuo stato di irritazione che soltanto i più pregiati liquori possono lenire. Ma che sia sveglio adesso, in una piacevole sera d'estate - bhè, è insolito. È inspiegabile. E dannatamente fastidioso.

Tento senza successo di convincermi a dormire ancora. Tento di persuadere con le lusinghe la mia testa ad affondare più profondamente nel cuscino, i miei muscoli a fondersi con la morbida inviolabilità del mio letto. Inutilmente. Lascio stare, spingendo via irritato il sottile strato di coperte e lanciandomi fuori del letto, dirigendo ostinatamente la mia rabbia insonne verso...bhè, i silenziosi muri di pietra della mia camera da letto.


Dannazione.



Decido finalmente di riprendere la mia abitudine di vagabondare negli atri durante l'anno scolastico finché sono quasi incosciente della pura noia. Imprecando, indosso la mia veste da camera e le pantofole e mi precipito fuori della camera come se potessi trovare la causa del mio risveglio fuori della porta. Non c'è ovviamente. Non c'è niente. Mi volto, non preoccupandomi della direzione e inizio a camminare. Velocemente e con determinazione. Se sto per riprendere le mie abitudini scolastiche, lo farò nel mio solito, arcigno carattere. Tranne il fatto, ovviamente, che indosso la mia camicia da notte.

Camminando silenziosamente attraverso il castello vuoto, la mia collera si raffredda nella mia solita vaga amarezza e il mio passo rallenta un po'. Senza gli studenti qui ad infastidire, neanche Pix si avventura fuori di notte. Gazza se ne è andato per la sua visita annuale a Mr Norris [un mistero che di certo non mi interessa chiarire] ed anche Hagrid è andato per l'estate nella sua casa in Francia, portando con sé il Preside così che il vecchio possa passare un po' di tempo con quel bestione del figlioccio. Di certo gli altri docenti fanno baldoria durante le vacanze lontano da Hogwarts. Riempiono il tempo libero con la famiglia e gli amici da cui restano forzatamente lontani dieci mesi all'anno. Io resto per la semplice ragione che loro non lo fanno.

Essere solo, racchiuso nella quiete, nel solo luogo che ho mai accettato come casa mia è la mia idea di vacanza perfetta. Mi rilassa più di qualunque fastidioso viaggio all'estero dove avrei dovuto giocare allo stupido turista e guardare a bocca aperta le meraviglie del mondo. No. Lasciatemi solo con le mie pietre e il mio silenzio.

Così è stato sin da quando ho iniziato ad insegnare 1000 anni fa. Penso che la sola ragione per cui continuo questo lavoro detestabile siano questi due mesi e mezzo in cui posso sedere e godere la pace e la solitudine che questa scuola può offrire quando è libera dall'incessante cinguettio di quegli sciocchi derelitti. Quei due mesi e mezzo in cui il castello è tutto mio.



Snarry è come la droga Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora