°•○●□■ capitolo due ■□●○•°

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"Allora, cosa ti ha portato qui?" Dissi, cercando di attaccare bottone.

Mi raccontò velocemente quello che le era accaduto, da quel giorno in cui ebbe la notizia del licenziamento alla sua partenza e dal suo viaggio a questo posto.

Ero affascinato dal suo modo di essere e raccontare. Parlava in modo scorrevole, senza interruzioni, anche se mi sembrava che stesse saltando qualcosa, però non chiesi nulla. Mi stupì il fatto che lei a soli 22 anni avesse già alle spalle una carriera entusiasmante piena di avventure, gare e tornei.

"E tu?" Mi chiese.

Presi un bel respiro e cominciai a raccontarle le mie vicende dallo stesso giorno da cui era partita lei.

"Io sapevo del mio trasferimento qui ma non avevo mai saputo quando sarebbe avvenuto fino a quando non me lo dissero un giorno e mezzo prima della mia partenza programmata...

(Salto temporale: qualche giorno prima)

Appena me lo dissero ci rimasi male. Ero in piedi senza muovermi... d-dovrò partire?

"Mi scusi per la domanda, mister, ma perché?" Chiesi, dopo aver trovato il mister che si allenava nella palestra.

Lui mi guardò, smise di fare l'esercizio e mi si avvicinò.

"Non lo so ragazzo, ma di sicuro c'è un motivo. Ormai sei molto bravo e qui io non posso insegnarti di più, prendi questa opportunità come una premiazione. Che lo è veramente. Sorridi e vai nella nuova palestra a testa alta" mi disse appoggiando la sua mano sulla mia spalla.

Io annuii e decidemmo di allenarci insieme per l'ultima volta...

[...]

"Hey fratellone, come va?"

Sorrisi appena sentii quella voce, mia sorella Lucy mi salutò facendo apparire la testa da dietro il muro. Mi sorrise come suo solito.

Mi tolsi le scarpe e la giacca e le lasciai all'ingresso. Mi avviai verso la cucina e la abbracciai. Lei andò a lavarsi le mani mentre io misi tutto in tavola. Appena ritornò, mangiammo parlando della giornata.

"Xav, ho preso un voto alto oggi in matematica... stranamente" mi disse con gli occhi che le brillavano.

"E brava la mia sorellina, più di me" le dissi alzandomi e mettendole una mano sulla testa.

"Ma non è vero!" mi rimproverò.

Sorrisi... come posso dirlo?

"Vai a sederti sul divano e rilassati, finisco io qui" le dissi.

Lei anche se di malavoglia lo fece e si mise ad osservarmi. Feci finta di nulla ma non tutto dura per molto, infatti...

"Hai qualcosa da dirmi?" Disse interrompendo il silenzio.

"Perché sta domanda?" Chiesi alzando la testa e fissandola.

"Perché ti conosco e si capisce che vuoi dirmi qualcosa" disse alzando le spalle.

Sbuffai, è impossibile far finta di nulla. Sono come un libro aperto per lei.

"Va bene, mi hai sgamato. Devo dirti una cosa e ho paura della tua reazione. Quindi mi sto inventando un modo per dirtelo-"

Dancin - Xavier X Reader     [Inazuma Eleven - Xavier Foster] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora