Capitolo 14

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Mi hanno portata in carcere con l'accusa di omicidio di primo grado, hanno trovato tracce del mio DNA sui vestiti di Kevin, a breve ci sarà il processo.
Io non mi pento di ciò che ho fatto.
Ho passato due notti in cella, e sono stati i peggiori della mia vita.
Kevin mi ha seguito fin lì, in carcere è tutto più spaventoso.
Il fatto che io sia incinta non è importato a nessuno.
Sento la sua voce rimbombare nelle strette mura della cella.
È angosciante.

Mi preparo per il processo.
I miei genitori hanno preso un avvocato, il migliore nel suo campo.
Gli amici di Kevin iniziano a parlare di lui, e della meravigliosa persona che era.
Non sanno il perché del mio gesto.
L'ira mi assale, e quando il giudice mi dà l'opportunità di difendermi, io mi alzo in piedi.
L'avvocato mi dice di stare zitta, e di non peggiorare la situazione, ma io non ascolto.
Inizio :" quel ragazzo che tutti descrivono come un esempio, un ragazzo educato e prezioso, in realtà è un mostro. Già, perché è stato lui a procurarmi tutti i lividi e le ferite che ho in corpo. Cicatrici profonde, che non se ne andranno. E questa gravidanza? Beh, non è stata voluta, ma lui mi ha violentata. Sì, dopo avermi massacrata non si è fatto scrupolo di legarmi al mio letto e stuprarmi quasi fossi un animale. Veniva tutti i giorni, a tutte le ore, a picchiarmi senza motivo. Credevo di aver perso il bambino, a furia di tutte le botte che mi ha dato; proprio così, perché Kevin sapeva della mia gravidanza, ma non gli importava. Ho deciso di tenere questo bambino perché non lo ritengo colpevole, lui è una vittima di questo mostro, come me. Io avevo una vita, e lui me l'ha distrutta. Non mi pento assolutamente di quello che ho fatto, lui non ha avuto pietà di me per settimane. Accetto qualsiasi pena, quello che ho fatto è sbagliato, e merito di essere punita, ma quello che ha fatto lui è imperdonabile."
C'è un silenzio di tomba in aula, e in quel momento, o per l'agitazione, o per il fatto che sono all'ottavo mese, mi si rompono le acque.
La corsa in ospedale, il travaglio, e alla fine lui viene al mondo.
David, 2kg e 200grammk, occhi verdi, e capelli scuri.
Tenerlo in braccio è la cosa più bella che io abbia mai provato.
Dopo tutti questi fatti orribili, finalmente qualcosa di bello.
Vengo dimessa dall'ospedale dopo 2 giorni, ricevendo il referto del giudice che mi ha scagionata, dandomi però 12 mesi di libertà vigilata per legittima difesa.
Una grande vittoria per tutti.
Ma non per Kevin.
Ho portato David a casa, l'ho messo nella culla e mi sono girata per prendere il bavaglino nel borsone. Quello che ho visto quando mi sono girata è stato il mio bambino sospeso per aria che si dimena e piange. Cerco di affermarlo ma è troppo alto, e all'improvviso cade.
Non so nemmeno come ho fatto a prenderlo, ma la paura è stata talmente tanta.
Ho messo un rosario al collo e al polso di David.
Non gli permetterò di toccare il mio bambino.

Demoniac: Non toccarmi - Don't touch me ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora