Capitolo 24

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La casa è buia, sento piangere David.
Cerco di capire da dove provenga il suo pianto, ma non ci riesco.
Mia madre e mio padre sono distesi sul letto, sono feriti, ma capisco subito che sono solo svenuti.
Continuo a cercare David.
La disperazione prende il sopravvento.
Inizio ad urlare.
Alla fine mi decido a star zitta.
Focalizzo il pianto, e finalmente lo trovo.
Dio, cosa ho visto.
David era appeso per i polsi al lampadario, urlava.
La sua tutina bianca completamente macchiata di sangue.
La porta dietro di me si chiude, ed esce quella maledetta ombra che riconoscerei ovunque.
Credo mi stesse aspettando.
Cerco di prendere David, ma è troppo pesante.
Riesco solo a sollevare una penna, figuriamoci un bambino di 2 mesi.
Lui continua a piangere disperato.
Vedo delle forbici.
Leggere, credo che riuscirò a sollevarle.
Mi precipito ad afferrarle, con il terrore che possa ucciderlo mentre sono voltata.
Faccio fatica a trasportale, ma non posso fermarmi.
David é legato con una corda molto fina, simile allo spago.
Vedo che i suoi piccoli polsi sono viola, ed ho il terrore che possa essersi rotto le braccia.
Inizio a tagliare la cordicella di destra.
Devo tagliarle in fretta, rimanere appeso per un braccio peggiorerebbe solo le cose.
La prima è andata, devo sbrigarmi a tagliare quella di sinistra.
Poi iniziano ad arrivare oggetti addosso a David; piccoli cofanetti, penne, libri, che per una persona adulta non sono niente, ma per un neonato appeso per un braccio possono far danno...
La parte più complicata è afferrarlo.
Credo sia a due metri da terra, e non posso lasciarlo cadere per terra.
Non ho tempo di mettere qualcosa sotto per attutire la caduta.
Il suo pianto mi strazia.
Taglio l'ultimo sottile strato di corda, butto le forbici per terra, e cerco di afferrare David.
Kevin non ha smesso per un attimo di lanciare oggetti, e mano a mano, questi si fanno più grossi. Comodini, cassetti, addirittura una sedia.
Riesco ad afferrare David per pochi secondi, che lo salvano dal suolo.
Lo tengo in braccio, finalmente.
Lo poggio delicatamente sul tappeto.
Mi accorgo che quello non è il suo sangue, dato che non ha ferite addosso.
Lo tranquillizzo, e lui riesce a sentire la mia voce.
Non penso a Kevin in quel momento.
Poi David scivola via dai miei occhi.
Kevin ha afferrato l'estremità del tappeto, e lo sta trascinando via.
Lo potrà in cucina, dove lo sistema sotto i piani di lavoro.
Il forno a microonde si muove lentamente, pronto per cadere su David.
DEVO REAGIRE.
Questo mi sono ripetuta in mente.
Riesco a prendere il forno a microonde, evitando che schiacciasse mio figlio.
Vedo Kevin dietro David.
Scaravento il fornetto su di lui.
Prendo David fra le braccia e urlo "basta".
Lo porto in camera dove i mie sono svenuti.
Finalmente riprendono conoscenza, e vedono quello che è successo.
Chiamo subito le autorità, quello che non ho mai fatto.
"Furto con scasso". Questo ha comunicato loro la polizia.
Loro dicono di aver dormito, non si spiegano le ferite.
David non ha riportato ferite gravi.
Qualche piccolo livido, ma nulla di rotto.
Arriva una telefonata a casa.
Mio fratello è stato trovato ferito a casa sua; è vivo, ma le sue condizioni sono critiche.
Adesso capisco di chi è il sangue sulla tutina di David.

Demoniac: Non toccarmi - Don't touch me ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora