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Suga, oltre alla sede a principale  Gangnam-gu, ne aveva un'altra, più piccola e tutta per lui, a qualche palazzo di distanza dall'attico di Itaewon. Lì c'erano solo la sua scrivania, quella  del suo assistente (cioè Taehyung), un armadietto per conservare i documenti , telefono e un fax. L'appartamento era composto di quell'unica stanza, un bagno e una piccola cucina. C'erano dei piccoli altoparlanti e un piccolo lettore cd, di quelli usciti da poco, e vari cd di musica( di qualunque tipo) accanto. L'ufficio era al secondo piano di un palazzo poco distante dalla strada principale, così da essere leggermente coperto dai frastuoni della città. Se si guardava dalla grande finestra, che occupava quasi tutto il muro, si vedeva un piccolo parco.

Quando arrivava in ufficio, Taehyung per prima cosa cambiava l'acqua ai fiori e preparava un caffè dalla macchinetta in cucina. Ascoltava in messaggi registrati in segreteria, e controllava le mail, quella che Suga gli aveva fatto creare proprio per l'ufficio e la mail del suo capo. Nella maggior parte si trattava di ditte o agenti stranieri, quasi sempre in inglese e francese. Poi controllava la posta fisica e se c'erano lettere le apriva buttando via quelle inutili e la pubblicità. 
C'erano anche telefonate dall'estero. Taehyung chiedeva il nome, il numero di telefono e lo scopo della chiamata, poi riferiva tutto a Suga chiamandolo.

Suga, o come era chiamato in azienda Agust D, veniva in ufficio verso l'una o le due. Si tratteneva per un'ora dando a Taehyung istruzioni importanti. Taehyung gli preparava il caffè, faceva telefonate. A volte prenotava per conto del suo capo il parrucchiere, il ristorante o la sala da basket . Una volta finite queste incombenze, Suga chiacchierava un po' con lui e poi se ne andava. 

Taehyung trascorreva molto tempo solo in ufficio, e gli capitava anche di stare ore intere senza parlare con nessuno, ma non si sentiva solo e non si annoiava. Ripeteva quello che aveva imparato nelle lezioni settimanali di spagnolo, studiava la coniugazione dei verbi irregolari e controllava la pronuncia su internet. Studiava anche le funzioni del computer e riuscì ad aprire le informazioni contenute nell' hard disk e poté farsi grandi linee un'idea dei progetti a cui il suo capo stava lavorando.

Il lavoro di Suga era grosso modo come glielo aveva descritto durante il banchetto di nozze.
Aveva dei contratti in esclusiva con alcuni produttori di vino stranieri, dai quali importava il vino che poi vendeva ai ristoranti più lussuosi e ad alcuni negozi specializzati di Seoul.
Ma aveva anche un'attività parallela che consisteva nell'organizzare concerti di musicisti classici stranieri in Corea. La parte amministrativa di questo lavoro veniva svolta da grossi agenti specializzati nel campo, mentre lui curava l'aspetto il progetto e i contatti agli stadi iniziali. Suga aveva una particolare capacità nello scoprire e portare in Corea giovani musicisti di talento che non avevano ancora raggiunto la fama.

Era difficile capire quanto profitto ricavasse da questa sua "attività privata". Lo stesso Taehyung non aveva accesso alla contabilità.
In ogni caso, il solo fatto di incontrare Suga e parlargli provocava a Taehyung una felicità incontenibile e continue palpitazioni.
Quella è la sedia che lui usa, quella è  la penna che lui usa, quella è la tazza con cui prende il caffè, pensava tre sé. E in qualunque cosa Suga lo coinvolgesse, anche la più insignificante, profondeva tutte le sue energie.

A volte Suga lo invitava fuori a mangiare. Dato che si occupava di vino, fare regolarmente in giro nei migliori ristoranti gli permetteva di acquisire informazioni utili per il suo lavoro. Suga mangiava sempre pesce ( qualche volta prendeva del pollo, ma ne lasciava sempre almeno la metà), e non prendeva il dessert. Studiava minuziosamente la lista dei vini e sceglieva una bottiglia, ma poi non beveva più di un bicchiere.
-Bevi pure quanto vuoi, non preoccuparti, al massimo ti riporto io a casa- 
Ma a Taehyung non piaceva più di tanto il vino. Di quelle bottiglie costosissime restava sempre più della metà, ma Suga non ci badava.

-Non è un peccato prendere una bottiglia in due, se non riusciamo a berne nemmeno la metà?

-Pensaci, più vino lasciamo, più persone nel ristorante avranno l'opportunità di assaggiarlo. Così impareranno a conoscere meglio il gusto dei vini. Ordinare delle bottiglie costose e lasciarne una parte non è uno spreco inutile se la guardi così. 

Il maggiore osservò il colore del vino italiano risalente alla vendemmia del 1986, quindi come se stesse esaminando un libro raro, lo assaporò con attenzione, mutando più volte l'inclinazione del bicchiere.
-Come per tutte le cose, il metodo più efficace è l'esperienza diretta: usando i sensi e a proprie spese. Non sono conoscenze che si imparano dai libri

Taehyung prese il bicchiere e, imitando Suga, bevve un sorso di vino e lo assaporò lentamente prima di mandarlo giù. 
Ogni volta che mangiavano insieme e si trovava a chiacchierare con Suga, Taehyung imparava qualcosa. Non smetteva mai di stupirsi dalla quantità di cose che non sapeva.
-Prima d'ora non avevo mai pensato di voler essere qualcun altro,- gli confessò bruscamente una volta, con complice anche il vino che quel giorno era particolarmente buono e che aveva quindi bevuto più del solito -Ma a volte non so fare a meno di pensare a come sarebbe bello diventare come te.

Suga per qualche attimo sembrò trattenere il respiro. Poi prese il bicchiere e lo portò alle labbra. La sua solita espressione dannatamente intensa era scomparsa dal suo viso.
-So che non potrai capire quello che sto per dirti- replicò con voce calma- La persona che è qui con te adesso, non sono veramente io. Circa dieci anni fa io sono diventato la metà del vero me stesso. Magari avessi potuto incontrarti prima, quando ero ancora completamente io... Ormai è inutile pensarci.

Taehyung era talmente stupito che non riuscì a dire nulla, perdendo così quell'unica occasione  per chiedergli spiegazioni. Cosa era successo dieci anni prima? Perché era diventato "metà" di se stesso? E cosa intendeva con la parola "metà"?
Comunque quell'enigmatica dichiarazione ebbe l'effetto, se possibile, di aumentare ancora l'adorazione di Taehyung per Suga.  Che misteriosa creatura, pensò

il ragazzo del satelliteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora