Lessi entrambi i documenti due volte. La prima rapidamente, la seconda lentamente, prestando attenzione ai particolari, per imprimerli bene nella mente. Tutti e due erano sicuramente opera di Taehyung. Vi si trovavano modi di dire ed espressioni che lo facevano intuire. Solo il tono era piuttosto diverso da quello abituale di Taehyung. Vi era un controllo che mancava nelle cose scritte da lui fino ad allora, e una maggiore distanza. Ma sul fatto che fosse lui l'autore, non c'era il minimo dubbio.
Infilai la chiavetta nella tasca del mio zaino. Se Taehyung fosse tornato sano e salvo l'avrei rimessa al suo posto. Il problema era se lui non fosse tornato. Qualcuno avrebbe trovato quella chiavetta. E io non volevo che il suo contenuto fosse letto da nessun altro.
Dopo aver letto quei documenti non riuscii più a restare a casa. Misi una maglietta pulita e scesi al porto, comprai un giornale in inglese e ordinai una birra fresca al bar. Il giornale lo guardai di sfuggita, mi misi a guardare il porto nella luce del pomeriggio. Un cane nero spuntò da chissà dove e cominciai ad accarezzarlo. In quel caldo pomeriggio estivo, dovevano essersi tutti rifugiati nella propria tana. Gli unici ancora in movimento erano il cameriere sudato che mi aveva servito la birra e il cane, ma era improbabile che potessero durare ancora per molto.
Provando a rinfrescarmi con quella bevanda, cercavo di riflettere sui possibili rapporti tra i testi scritti da Taehyung e la sua scomparsa .
Per molto tempo Taehyung si era allontanato dalla scrittura.
Da quando aveva incontrato Suga a quel banchetto di nozze, aveva perso completamente il desiderio di scrivere. E invece, in quest'isola greca, aveva scritto quei due testi uno dietro l'altro.
Per quanto avesse potuto scrivere rapidamente, per completare due testi di quella lunghezza aveva avuto bisogno di tempo e concentrazione. Qualche cosa doveva averlo fortemente stimolato, spingendolo a mettersi davanti la scrivania
Cosa poteva essere stato? Anzi, per essere più precisi, qual era, se c'era, il filo che legava i due scritti? Alzai gli occhi, e guardando l'orizzonte, pensai.
Il caldo era troppo intenso per fare ragionamenti complicati. Ma cercai di richiamare disperatamente la capacità di concentrazione residua. Ritrovato un barlume di intelligenza, ricominciai il ragionamento.
-Meglio pensare una cosa piccola con la propria testa che una cosa grande con la testa di un altro,- dissi sottovoce. Lo dicevo spesso ai miei alunni. Ma sarà davvero così? A parole è facile, ma in realtà anche pensare una cosa piccola, con la propria testa, è molto difficile. Anzi, può darsi che proprio pensare in piccolo sia l'impresa più dura. Soprattutto quando non ci si muove nel proprio territorio.
Il sogno di Taehyung. La divisione in due di Suga.Si tratta di due mondi differenti, mi venne in mente tutt'a un tratto. Era questo l'elemento in comune tra i due testi.
DOCUMENTO 1:
Vi si racconta soprattutto il sogno fatto da Taehyung. Lui sale su una lunga scala per andare ad incontrare la madre morta. Ma quando arriva in cima, la madre sta già per scomparire, diretta verso il mondo che sta dall'altra parte. Taehyung non può fermarla. Quindi, sulla cima di una torre si ritrova circondato da presenze di un altro mondo. Taehyung ha già fatto più volte sogni simili.DOCUMENTO 2:
Vi si racconta uno strano incidente accaduto a Suga dieci anni prima, in una cittadina svizzera. Quest'esperienza provoca il crollo di Suga (o in qualche modo lo porta alla luce). Per usare l'espressione di Suga, il suo essere è stato diviso in due parti separate da uno specchio.L'elemento comune tra i due scritti era chiaramente il rapporto tra "questa parte" e "l'altra parte", lo scambio tra le due dimensioni. Probabilmente era questo il punto che aveva catturato l'attenzione di Taehyung e lo aveva spinto ad impiegare il suo tempo per scrivere quei testi.
Come lui stesso aveva detto, aveva cercato, scrivendo, di mettere a fuoco alcune cose, cioè di pensare.
Ordinai un'altra birra ghiacciata.
"Cosa farò se Suga mi rifiuta? - aveva scritto Taehyung alla fine del primo documento- In quel caso dovrò scendere a patti con la realtà".
Che cosa aveva cercato di dire? Un'allusione al suo possibile suicidio? A me non sembrava. Non sentivo l'odore del sangue. Anzi, io ci coglievo la volontà di andare avanti.
I miei ragionamenti urtavano contro un muro compatto, e non potevano proseguire.
Dove poteva essere finito Taehyung? C'era qualche posto in quest'isola in cui dovesse andare?
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il ragazzo del satellite
FanfictionNella primavera dei suoi ventuno anni, Taehyung si innamorò veramente per la prima volta. Un'amore così travolgente che spazzò ogni cosa, lacerando e distruggendo tutto. fu un amore immenso, straordinario anche se la persona di cui si era innamorato...