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Le vacanze del mio primo anno di università le passai girando per le provincie di Ulsan.

Durante il viaggio conobbi in treno un uomo di sette anni più grande e passammo la notte insieme. Ricordo che mi sembrò di rivivere la scena iniziale di un romanzo.

Lui lavorava in una banca di Seoul. Quando poteva prendere delle vacanze, partiva sempre solo portando qualche libro. Diceva che viaggiare in compagnia delle persone che conosce è sfiancante. Era piuttosto attraente e non capivo cosa trovasse di interessante in uno studente magrissimo e taciturno come me all'epoca. Eppure, mentre scambiava quattro chiacchiere sedendo nel posto davanti a me, appariva a suo agio. Anch'io, cosa per me rara, ero abbastanza loquace e rilassato.
Per coincidenza dovevamo scendere adilla stessa fermata e decidemmo di condividere la stanza.

Uscito dalla doccia indossò un accappatoio e si sedette nella poltrona accanto alla mia porgendomi una birra, presa dal frigobar.

-mh dimmi, guidi la macchina?- mi chiese improvvisamente interrompendo il silenzio

Annuii
-La sai portare bene?

-Ho preso la patente da poco, diciamo che me sono nella media

-Anche io, credo di essere nella media. Ma tra quelli che conosci ci sarà qualche bravo guidatore

-Ovvio

-E ce ne sono altri che sono negati, no?

Annuii e bevve un sorso di birra, riflettendo.
-Io penso che fino ad un certo punto si tratti di qualità innate. Per esempio ci sono persone abili nei lavori manuali, e altre no. Allo stesso tempo ci sono quelle capaci di prestare attenzione e quelle che non lo sono. Mi stai seguendo Seokjin?

Annuii ancora
-Adesso prova ad immaginare di stare facendo un lungo viaggio in macchina, e sei in compagnia di un'altra persona. Quindi vi alternate alla guida. In una situazione così, che tipo di partner desideri? Uno bravo ma distratto, o uno non bravissimo alla guida che presta attenzione?

-Il secondo, sicuramente

-Anch'io,- disse- E penso che anche qui valga lo stesso ragionamento. Non è importante che uno sia bravo o meno, abile o maldestro. Per me la cosa più importante è che sia attento. Che sappia prestare ascolto, con calma e attenzione, a diverse cose.

Quando dopo poco facemmo l'amore, tutto andò liscio e ci fu la più piena sintonia tra noi. Ebbi la sensazione di aver capito cosa intendesse con "prestare ascolto con attenzione". Per la prima volta capii cosa vuol dire avere davvero successo in un rapporto sessuale.
Il giorno seguente dopo aver fatto colazione insieme, prendemmo ognuno la propria strada.

Io, giovane com'ero, pensai che avventure come quella mi sarebbero capitate ancora chissà quante volte nella vita. Che le cose non vanno sempre così, lo capii molto dopo.

Tanto tempo fa raccontai quell'episodio a Taehyung. Non ricordo più in che occasione fosse venuto fuori il discorso.
-Non capisco il senso della tua storia, hyung
-Taehyung... il punto è imparare a prestare attenzione, credo, senza decisioni preconcette, ecco. Ascoltare e reagire di conseguenza, devi mantenerti aperto col corpo e con la mente.

-Hmm- fece- hai fatto un bel po' di esperienze, eh?

-Beh, cosa vuoi, con questa faccia, nessuno può resistermi

rifletté per qualche instante mordendosi le unghie, come suo solito
-Si, ma come si fa ad essere attenti nei confronti di un'altra persona?
non basta di certo dirsi "Ora sono attento, gli presterò ascolto".
Spiegalo in modo più concreto- fece allungando la o finale buttando la testa indietro sui tanti cuscini presenti nel mio letto

-Allora, per prima cosa devi concentrarti. Per esempio, non so, contando?
-Altrimenti?
-Pensa a dei cetrioli nel frigorifero in un pomeriggio d'estate- dissi ridendo
-Non starai mica dicendo che ogni volta che lo fai visualizzi dei cetrioli nel frigorifero
-Non proprio ogni volta..
-Ma delle volte lo fai
-Ogni tanto...
Aggrottò la fronte e scosse la testa
-Non si direbbe a vederti, ma sei un tipo strano, hyung
-Abbiamo tutti qualche lato strano

-In quel ristorante, quando Suga mi teneva la mano e mi guardava fisso negli occhi, ho pensato tutto il tempo ai cetrioli. Pensavo solo: devo rilassarmi e prestare ascolto

-Hai davvero pensato ai cetrioli? Almeno ha funzionato?

-Abbastanza.

Poi riprese il filo del racconto
-La casa di Suga era a pochi minuti a piedi del ristorante. Capisci bene che un appartamento ad Itaewon costa tantissimo, ma il suo attico è grande ma delizioso e accogliente. Una veranda piena di luce, molte piante, un divano italiano in pelle, un televisore largo quanto questo appartamento e la Mercedes posteggiata sotto. In questo attico vive solo. Ha un'altra casa con la moglie a Samcheondong, dove passa pochissimo tempo. Indovina cosa mi ha mostrato di quel fottutissimo attico?

-Vediamo, secondo me la chitarra di Freddy Mercury, che custodisce in una teca di vetro. Una reliquia senza la quale è impossibile raccontare la storia del rock. La chitarra è in condizioni perfette e l'autografo non è ne sbavato ne sbiadito. Un oggetto di culto per i suoi fans.

Corrugò la fronte e sospirò
-Posso dirti una cosa senza che ti offendi? Se ti dessero un dollaro per ogni tua battuta scema saresti l'uomo più ricco del mondo

-A questo mondo non siamo tutti dei geni, caro

-Ora smettila però, cerca di pensare seriamente. Secondo te, cosa mi ha fatto vedere di tutto quel attico gigantesco? Se indovini stasera ti pago la cena

Nel mio volto era impressa un'espressione di sfida
-Ti ha fatto vedere gli abiti che indossi ora. E ti ha detto di metterli per andare a lavoro

-Allora lo vedi che sei un genio!- disse gridando, poi abbassò la voce- ha un amico che ha più o meno la mia stessa misura, questo Jungkook è così ricco e ha così tanti vestiti che non sa più che farsene. Non pensi che il mondo sia strano? Ci sono persone che hanno così tanti vestiti da non saperne nemmeno a farli entrare nelle loro cabine armadio grandi quanto un normale appartamento, e altre, come me, che a ventuno anni mettono i calzini spaiati di topolino. Ma vabbè, questa è un altro discorso.
Come misura mi vanno a pennello, una cosa incredibile hyung. Tutti: i completi, le camice, i maglioncini. Di scarpe fortunatamente porto lo stesso numero del mio capo e mi sono fatto dare qualche paio che non usa più, tutte le scarpe che avevano nomi italiani. Anche qualche cosmetico per nascondere le mie solite occhiaie chilometriche.

E così Taehyung cominciò a recarsi in ufficio da Suga tre volte a settimana. Un completo con giacca, le scarpe italiane firmate e addirittura con i capelli in ordine, andava in metropolitana fino a Caroskill. Che lui riuscisse a prendere la metro di mattina, era una cosa per me incredibile.

il ragazzo del satelliteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora