11. Chi meglio di uno stronzo

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Girovaghi per strada come ossessionato da qualcosa, la mia testa formulava troppi pensieri e il dolore del mio cuore spezzato equivaleva a mille aghi roventi sotto la pelle.

Ad un tratto mi fermai e vidi che il cielo era di nuovo scuro. Si era fatta sera. Mi ritrovai sotto casa mia, ma come al solito i miei non c'erano.
Una voce familiare mi fece girare e lo vidi, sembrò un'apparizione, un'immagine distorta, forse la stava creando il mio cervello. Ad un tratto quella voce si girò e ne svelo il volto, sembrava arrabbiato, quasi deluso perché poi. Gli feci cenno e piano piano quella figura si avvicino a me.
"Ti ho chiamato mille volte per dirti che stavo tornando, ma il tuo telefono è sempre stato spento." Mi dice i suoi modi non sono cambiati, il suo atteggiamento e lo stesso, fisicamente sembra un po' cresciuto ma é sempre affascinante,
Prendo il telefono dalla tasca e senza dire nulla glielo porgo per fargli vedere che nella lista chiamate il suo numero non c'era.
"Certo che non c'è, mi hai bloccato, sono stato chiaro con te Nano, forse ha fatto un po' male ma ti credevo un mio amico" mi dice, scoppio a piangere e inclinò le gambe in avanti, non avevo mai pianto così tanto in una giornata, ero un rammollito.
Ed ecco che qualcosa di inaspettato succede.
Sento il suo odore avvolgermi, il suo odore di quella pelle che tanto avevo voluto, di quel corpo di cui mi ero cibato con la stessa fame di chi non mangia da mesi, di quel essere che mi aveva quasi distrutto ma che aveva lasciato in me qualcosa che sa fine non era poi così malvagio, infondo forse voleva insegniarmi che di uno stronzo non ci si può fidare e poi perlomeno lui era stato chiaro alla fine. E tra le sue braccia un'idea nella mia testa prese il sopravvento.

Quando capi che chi meglio di uno stronzo poteva fermarne un'altro.

"Freddy ho bisogno di te" dico.
Mentre le sue braccia continuavano a stringermi.
"Cosa é successo ?" Mi chiede e così gli racconto tutto, e capisco che era stato Javier a bloccare il numero di Freddy sul mio cellulare.

Alla fine del mio racconto Freddy mi stringe la mano e vedo quella strana forza, quella follia che si porta negli occhi, quella che l'ha sempre contraddistinto.

"Dimmi cosa devo fare" mi dice con aria decisa e così gli spiego il mio piano.

Gold Storm (Sesso gay) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora